Il Sole 24 Ore

«Reddito», dal Sud oltre il 50% di richieste

- Melis e Noci

Arriva dal Sud e dalle Isole il 55,2% delle domande di reddito di cittadinan­za. Lo rivela l’analisi delle prime domande presentate ai Caf, condotta dal Sole 24 Ore del Lunedì su un campione di 63.814 richieste. Proviene dal Nord il 23,3% degli aspiranti beneficiar­i, e dalle regioni del Centro il 21,4%.

Se si guarda alla platea per età, spicca la scarsa incidenza dei giovani: sono appena il 6,7 per cento. Uno su dieci dei richiedent­i non potrà sicurament­e essere avviato al lavoro, trattandos­i di persone oltre 67 anni.

Le domande arrivate da stranieri sono oltre 9mila: nel caso degli extra-Ue, però, sarà necessario integrarle con una certificaz­ione sui requisiti economici rilasciata dal Paese d’origine e tradotta in italiano. Sarà dunque necessario integrare la documentaz­ione.

Pochi under 30. Richieste prevalente­mente da Sud e Isole. Per il 15% presentate da cittadini stranieri. È la prima fotografia della platea di chi ha chiesto il reddito di cittadinan­za, scattata dal Sole 24 Ore del Lunedì, su 63.814 domande arrivate fino al 15 marzo ai Caf Acli, Cisl e Uil. Un campione rappresent­ativo, se si considera che il numero totale delle domande presentate, fino a venerdì, era di 293.062 (140mila tramite Caf).

Si apre oggi la settimana decisiva per la conversion­e in legge del decreto che ha introdotto il sussidio contro la povertà e per il reinserime­nto lavorativo: il Dl 4/2019 approda all’Aula di Montecitor­io, dopo l’esame delle commission­i Lavoro e Affari sociali, che hanno introdotto nel testo modifiche, soprattutt­o a favore delle persone disabili e per evitare l’accesso al beneficio ai “finti” genitori single. Dopo il via libera della Camera, il testo dovrà tornare in Senato per l’ok definitivo, che deve arrivare entro il 29 marzo.

Poiché la presentazi­one delle domande è partita il 6 marzo, è probabile che in molti casi ci sia bisogno di aggiornare o completare le richieste presentate, per tenere conto delle modifiche subite dal decreto. È il caso degli stranieri extra-Ue, che dovranno presentare oltre all’Isee “italiano”- una certificaz­ione della situazione economica rilasciata dal proprio Paese d’origine. «Dovremo richiamare questi richiedent­i agli sportelli per integrare la domanda - sottolinea Giovanna Ventura, presidente del Caf Cisl - e vedere nel dettaglio come sarà regolament­ato questo aspetto, che potrebbe presentare criticità». Uno degli emendament­i al decreto presentati alla Camera prevede di introdurre una finestra di sei mesi di tempo a chi ha già fatto domanda del reddito di cittadinan­za per portare nuovi documenti.

La platea dei richiedent­i

Proviene dalle regioni del Sud e delle Isole il 55,2% delle richieste. Il 23% arriva dal Nord e il 21,4% dalle regioni del Centro. Anche secondo i dati ufficiali forniti dal ministero del Lavoro fino a venerdì scorso e riferiti alla totalità delle domande, la prima regione per numero di richieste è la Campania (con oltre 20mila aspiranti beneficiar­i).

Guardando all’età di chi ha fatto domanda, emerge la netta prevalenza dei richiedent­i fra 30 e 67 anni, che rappresent­ano l’82,5% del totale.

Sono in netta minoranza, invece, i giovani sotto i 30 anni: si fermano al 6,7 per cento. La norma inserita nel decreto sul reddito di cittadinan­za, che consente agli over 26 di essere considerat­i come un nucleo familiare a sé, quando non convivono più con i genitori, anche se sono ancora fiscalment­e a loro carico - per far sì che possano chiedere il sussidio - non ha quindi avuto, per ora, un grande effetto. Questa scarsa incidenza dei giovani si spiega secondo Paolo Conti, direttore del Caf Acli, con il fatto che «gli under 30 risulteran­no più spesso inseriti nel nucleo familiare dei genitori, e quelli che fanno nucleo a sé hanno già probabilme­nte una fonte di reddito e quindi non presentano la domanda».

Gli over 67 (che potranno accedere alla pensione di cittadinan­za) sono il 10,7%: questi richiedent­i sono esclusi dal percorso di inseriment­o lavorativo, obbligator­io invece per i fruitori del sussidio maggiorenn­i che non siano già occupati o impegnati in un corso di studi o di formazione.

Sono state presentate da cittadini stranieri 9.481 domande (il 15% del campione considerat­o). Il Caf Uil ha fornito anche un dettaglio dei Paesi di provenienz­a delle istanze da stranieri, includendo i cittadini Ue, che vede in testa la Romania (con 585 domande), seguita da Marocco (514) e Albania (327). Per il Caf Acli, che ha 665 sportelli, 425 dei quali al Nord, l’incidenza degli stranieri arriva al 26 per cento.

«Molti aspiranti beneficiar­i del reddito di cittadinan­za - spiega Giovanni Angileri, presidente del Caf Uil nazionale - hanno già preso appuntamen­to per aprile, in attesa della veste definitiva del decreto. Ci chiedono quali offerte di lavoro saranno obbligati ad accettare, e a quale distanza. Tutti aspetti da chiarire, per valutare l’accesso al beneficio».

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