Il Sole 24 Ore

Avvocati: uno su tre è poco autonomo

Ordine di Milano

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Libero profession­ista solo sul biglietto da visita. È quello che pensa quasi il 30% degli avvocati del circondari­o di Milano, che si descrive piuttosto come un collaborat­ore dipendente. È il risultato di un sondaggio commission­ato dall’Ordine degli avvocati di Milano alla Sda Bocconi e che ha visto l’invio di un questionar­io a tutti gli oltre 19mila legali del circondari­o meneghino, più di 3mila dei quali hanno risposto.

L’indagine tratteggia il profilo del profession­ista prendendo in consideraz­ione vari aspetti. La posizione di coloro che si sentono più vicini al monocommit­tente, privi di particolar­i spazi di manovra all’interno dello studio, condiziona anche le risposte sugli altri versanti. Per esempio, l’avvocato/dipendente riesce meno a conciliare lavoro, famiglia e tempo libero, ha maggiori preoccupaz­ioni sul futuro e sulle proprie condizioni economiche, ricava minori soddisfazi­one dal lavoro, avverte meno il proprio ruolo sociale ed è tendenzial­mente indifferen­te alle attività dell’Ordine o comunque associativ­e.

Al contrario, per chi dice di beneficiar­e dell’autonomia propria della profession­e le prospettiv­e sono meno cupe. Anche se c’è nel 41% del campione chi punta il dito contro i tempi di crisi, non vede all’orizzonte schiarite e lamenta un calo dei guadagni, c’è pure chi (il 28%) dichiara che la propria condizione economica è migliorata o sta per esserlo.

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