Il Bim esce dai confini del progetto per coinvolgere clienti e committenti
La digitalizzazione si è distinta al Made Expo 2019 come il driver trasversale della filiera delle costruzioni. Protagoniste della fiera (13-16 marzo) sono state le “connessioni”, da un lato quelle tra impresa, professioni e mondo del sapere; dall’altro quelle in grado di portare il meglio della produzione all’attenzione dei mercati.
Legando la digitalizzazione al tema delle connessioni, Carlo Ratti Associati (Cra) è stato coinvolto da Ance Lombardia (nell’ambito del bando Smart Living 5.0) per presentare proprio nei giorni della kermesse milanese la ricerca “Building (in) the Digital Age. Construction & Design 4.0”, con lo scopo di sottoporre agli attori del settore dell’edilizia un compendio sulle più aggiornate tendenze di ricerca nel campo. «Non si tratta soltanto di usare il Bim (Building Information Modeling, ndr) in sè, ma di integrare il digitale allo spazio costruito in modo da creare nuove modalità di vita e interazioni tra gli utenti. Il Bim – racconta Giovanni De Niederhäusern, ceo Cra – avrà un valore ancora più forte se usato non soltanto in fase progettuale e costruttiva, ma anche e soprattutto a fine cantiere, per la gestione dell’opera». Progettare nell’era digitale per lo studio di Carlo Ratti (tra l’altro in pole per la progettazione del padiglione Italia Dubai2020, secondo la graduatoria provvisoria di Invitalia) significa sperimentare e collaborare alla costruzione dell’era digitale stessa. «Ogni progetto è l’occasione per testare nuovi strumenti e metodologie. Oltre al Bim c’è ad esempio la prototipazione, la robotica di cantiere, i modelli gestionali agili». Lo studio Cra ha percorso questa strada da molti anni, fin dal Digital Water Pavilion all’Expo di Saragozza una decina di anni fa, e la persegue cercando di vedere il progetto come una piattaforma di condivisione di esperienze tra le persone e lo spazio, dalle prime fasi di ideazione al risultato costruito.
Sulla stessa linea Pietro Baratono, Provveditore interregionale opere pubbliche Lombardia-Emilia Romagna, tra gli ospiti dei talk organizzati dalla fiera: «I privati stanno facendo moltissimo in Italia: gli investitori immobiliari non possono prescindere ormai dall’approccio digitale. In generale nel nostro Paese cresce il numero di bandi digitali per i servizi – commenta l’ingegnere, tra i primi a richiederlo nelle gare di sua competenza e a spendersi per la sua diffusione – diventa necessario declinarli in lavori: portare il Bim in cantiere».
Sul fronte dell’edilizia 4.0 al lavoro ci sono le aziende, come la Stahlbau Pichler, leader per la costruzione di strutture in acciaio e facciate continue. Al Made Expo nel format coordinato dalla Fondazione Promozione Acciaio, ha raccontato il suo intervento per lo Studentato Innovazione di GaS Studio, in viale Innovazione a Milano, un’iniziativa di Investire sgr, progettato completamente in Bim con 500 tonnellate di strutture in acciaio e 6mila mq di facciate. «Per Stahlbau Pichler – spiega Markus Walder, marketing & business development manager – digitalizzare il processo costruttivo significa usare software all’avanguardia che sono in grado di comunicare con diversi interlocutori all’interno dell’azienda e anche fuori. Il Bim deve essere integrato nella politica aziendale e nel sistema di gestione». Stahlbau Pichler conferma: «Sempre più spesso il Bim nella progettazione in Italia, nei grandi progetti, è diventato uno standard, il passo successivo va fatto portandolo dalla progettazione alla produzione, se non in cantiere, ma anche nella manutenzione dove in Italia c’è tanto da fare».
Al Made Rubner ha presentato un’innovativa soluzione di mixed reality per visualizzare in modo immersivo i progetti in legno. Studiato in partnership con Würth Italia e il suo partner tecnologico Hevolus Innovation, azienda leader nel campo delle tecnologiedisruptiveepartnerworldwidedi Microsoft per la Mixed Reality, questo progetto è stato ideato per innovare in ottica 4.0 il rapporto tra l’azienda e gli architetti e gli operatori tecnici del settore. Indossando i visori Microsoft Hololens l’utente (il progettista, il venditore e il cliente finale) può vedere infatti l’ologramma del progetto in scala ridotta, appoggiato su un piano orizzontale, e camminare intorno ad esso per apprezzarne ogni minimo dettaglio. Indossando un headset immersivo, invece, l’utente può entrare nel progetto, visualizzandolo in scala 1:1 come se fosse già costruito, così comprendendo a pieno le forme e le proporzioni spaziali reali di ogni parte dello spazio 3D.
Da Rubner innovativa soluzione di mixed reality per visualizzare in modalità tridimensionale le strutture