Terremoti, nasce l’edificio damage free
Dall’Università di Salerno dispositivi che azzerano i danni sismici
2011) hanno portato all’attenzione del mondo accademico e progettuale la necessità di sviluppare soluzioni in grado di garantire sia la sicurezza strutturale che la resilienza delle costruzioni. La ricerca degli ultimi venti anni è stata, allora, fortemente motivata a sviluppare tecnologie in grado di minimizzare contemporaneamente i danni sociali ed economici, mettendo a punto sistemi a basso danneggiamento o a danneggiamento nullo (Low damage o Free from damage, secondo il termine coniato dal Diciv). La filosofia progettuale italiana ed europea tende, però, ancora a sacrificare, il più delle volte, l’integrità strutturale degli edifici. Questo approccio sembra da superare: è per questo che la ricerca guarda con interesse a un cambiamento metodologico. Per ottenere un sistema a danneggiamento nullo, il consorzio del progetto Freedam propone di creare una sconnessione fra le membrature orizzontali e verticali degli edifici (le travi e le colonne), introducendo dissipatori ad attrito in corrispondenza dei collegamenti. La risposta dei dissipatori è caratterizzata, inizialmente, da un’elevata rigidezza e, poi, al superamento della forza di scorrimento, da una notevole flessibilità. Questo consente alla struttura di comportarsi come un qualunque edificio in esercizio, ma di muoversi trasversalmente, dissipando l’energia sismica nei dispositivi quando si verificano terremoti di carattere distruttivo.
Il consorzio ha lavorato per mettere a punto i dispositivi, avendo cura di analizzarne il comportamento sia con test su strutture, in scala reale, che con protocolli di carico sismici e sotto carichi di impatto, che sono stati utili a dimostrare anche la capacità di protezione da attacchi terroristici. La possibilità di attivare con semplicità rotazioni relative tra le travi e le colonne consente, infatti, alla struttura di superare in maniera adeguata anche eventi imprevisti, come la perdita di un elemento strutturale principale per effetto di un’esplosione, di un incendio localizzato o di un impatto. Il progetto è attualmente in fase di conclusione e a breve inizierà la commercializzazione anche per il tramite di una costituenda start-up del Diciv.