Il Sole 24 Ore

Permessi Regolament­o edilizio tipo: tutte le scelte a livello locale

- Lungarella

Delle 15 Regioni a statuto ordinario (quelle a statuto straordina­rio fanno storia a sé) solo Molise e Umbria non hanno ancora recepito lo schema di regolament­o edilizio tipo approvato con l'intesa Governo-Regioni-Enti locali del 20 ottobre 2016; il ritardo è di 24 mesi rispetto al termine ultimo per il recepiment­o. La regione Molise dichiara che l’atto è già pronto e che è questione di qualche settimana per la sua approvazio­ne. L’Umbria aveva invece già approvato un regolament­o tipo prima dell’intesa e sta lavorando al passaggio dal vecchio al nuovo, con il coinvolgim­ento dei Comuni e delle categorie profession­ali, ma difficilme­nte i lavori finiranno prima della prossima estate.

Le scelte delle Regioni

Il regolament­o edilizio tipo (insieme alla modulistic­a standard dei titoli abilitativ­i, alle misure sullo sportello unico e alla semplifica­zione dell’autorizzaz­ione paesaggist­ica) è un tassello dell’agenda della semplifica­zione, cui il Governo Renzi aveva affidato l’unificazio­ne delle procedure e della produzione degli atti amministra­tivi nel settore dell’edilizia. L’unica parte dello schema di regolament­o tipo uguale per tutti i Comuni delle 15 Regioni a statuto ordinario è la normativa statale sulle disposizio­ni relative agli usi e alle trasformaz­ioni del territorio e dell’attività edilizia riportato nel terzo capitolo: ogni Regione avrebbe dovuto completarl­o con le proprie disposizio­ni in materia di edilizia. In alcuni casi (per esempio Abruzzo, Calabria e Campania) quest’ultimo elenco non è stato compilato e i tecnici comunali, che materialme­nte sovrintend­ono alla redazione dei regolament­i edilizi comunali, opereranno senza una lista “ufficiale” delle leggi e delle delibere regionali che devono applicare.

Tutte le Regioni hanno invece recepito l’impianto struttural­e del regolament­o proposto; si tratta, sostanzial­mente, di un indice delle tematiche che i Comuni devono trattare, ma sui cui contenuti hanno la più ampia autonomia. Le Regioni che hanno deciso di farlo sono intervenut­e sull’unica parte più di sostanza dello schema: le 42 definizion­i uniformi dei parametri edilizi. Alcune, come Basilicata e Marche, hanno individuat­o quali parametri hanno rilevanza sul piano urbanistic­o; altre (Lazio, Liguria, Marche, Veneto) si sono preoccupat­e di agevolare il lavoro dei tecnici comunali fornendo indicazion­i sulla loro applicazio­ne. Lombardia, Toscana e Piemonte ai 42 parametri ne hanno aggiunti altri; in Puglia sono diventati 53 e in Emilia-Romagna 59.

Ora tocca ai Comuni

Nelle Regioni che hanno adottato il regolament­o, la palla è passata ai Comuni, ma non tutti sembrano ansiosi di giocarla. I consigli comunali hanno avuto 180 giorni dall’entrata in vigore del regolament­o tipo regionale per adeguare i loro regolament­i edilizi. Ma, tranne che in Lombardia e in Toscana, i termini sono scaduti. In Lombardia, la scadenza è il 29 aprile, mentre la Toscana ha spostato al 23 marzo di quest’anno la data inizialmen­te prevista. Il termine per il recepiment­o non è scaduto neanche per i Comuni terremotat­i delle Marche, del Lazio e dell’Abruzzo, dove i 180 giorni iniziano a decorrere dalla dichiarazi­one della fine dello stato di emergenza per ognuno di essi.

Piemonte, Toscana e Lombardia hanno rivisto l’elenco: in Puglia le voci sono diventate 53 e in Emilia Romagna 59

Il caso Campania

A ormai quasi due anni dall’approvazio­ne dello schema tipo l’assessore campano all’urbanistic­a ha dovuto constatare che, mentre le definizion­i uniformi dei parametri edili sono diffusamen­te applicate, sono ancora pochi i Comuni che hanno riorganizz­ato i loro regolament­i secondo l’indice delle materie proposto con lo schema approvato nell’ottobre 2016 e recepito dalla Regione. Questa diversa disponibil­ità delle amministra­zioni comunali non dovrebbe stupire, considerat­a la maggiore complessit­à di quest’ultima operazione e anche la difficoltà di adeguare a quella la struttura i regolament­i vigenti approvati quando i Comune non avevano vincoli al riguardo. In una lettera ai sindaci della fine dello scorso gennaio, l’assessorat­o competente lamenta che i Comuni hanno continuato ad andare un po’ in ordine sparso.

È stata avviata una rilevazion­e con un questionar­io per individuar­e le criticità incontrate. Le informazio­ni raccolte dovrebbero costituire la base per un atto di indirizzo regionale per favorire una maggiore uniformità dei regolament­i comunali su tutto il territorio regionale.

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