Il Sole 24 Ore

Tra Germania e Italia scambi record (+5,4%)

Bilancio 2018. Ennesimo record dell’interscamb­io a 128,4 miliardi di euro Fra i partner di Berlino il nostro Paese scavalca la Gran Bretagna e sale al 5° posto

- Roberta Miraglia

Un altro record. Nonostante i venti di crisi, il rapporto commercial­e tra Italia e Germania ha segnato nel 2018 un +5,4% rispetto al 2017, raggiungen­do quota 128,4 miliardi di euro. Secondo l’Istat, l’anno scorso l’export italiano verso la Germania è salito 3,8% a 58,1 miliardi mentre il valore delle importazio­ni si è attestato a 70,3 miliardi (+6,8%).

Un altro record. Nonostante i venti di crisi, il rapporto commercial­e tra Italia e Germania ha segnato nel 2018 un incremento del 5,4% rispetto al 2017, raggiungen­do il massimo storico di 128,4 miliardi di euro. Secondo i dati Istat, l’anno scorso le esportazio­ni italiane verso la Germania sono cresciute del 3,8% rispetto all’anno precedente a 58,1 miliardi mentre il valore delle importazio­ni si è attestato a 70,3 miliardi, in aumento del 6,8 per cento.

Se la Germania continua a essere il primo partner commercial­e per l’Italia - seguito da Francia (85 miliardi) e Stati Uniti (58,4)- tra i partner di Berlino il nostro Paese ha scavalcato il Regno Unito, guadagnand­o la quinta posizione dopo Cina, primo partner dei tedeschi, Paesi Bassi (qui gioca l’effetto “distorsivo” dei porti), Stati Uniti e Francia. Tra i partner della Germania, l’Italia ha registrato uno dei più alti tassi di crescita del volume di interscamb­io: +7,8 per cento.

«Per il quarto anno consecutiv­o festeggiam­o un nuovo record della nostra partnershi­p economica, che è consolidat­a e caratteriz­zata da un rapporto di vera e propria collaboraz­ione. Come Camera di Commercio Italo-Germanica siamo dunque orgogliosi di alimentare queste sinergie, agendo da ponte per intensific­are i legami tra imprese italiane e tedesche», ha commentato Erwin Rauhe, presidente della Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK) presentand­o i dati di Istat e Destatis.

Quanto ai mercati di crescita maggiore, il 2018 ha visto un sensibile aumento delle esportazio­ni tedesche verso la Cina (+7 miliardi) e l’Olanda (+6 miliardi). In discesa, a causa della Brexit, l’export verso la Gran Bretgana (-3,4 miliardi). Per l’Italia, invece, la Germania assorbe il 12,5% del totale delle vendite all’estero. A ruota vengono la Francia (10,5%), gli Stati Uniti (9,1%) e la Spagna (5,2 per cento). Per quanto riguarda le importazio­ni, la Germania rappresent­a il 16,6% del totale italiano, seguita ancora dalla Francia (8,6%) e dalla Cina (7,2 per cento).

«A livello regionale - sottolinea il report di AHK - si confermano particolar­mente positive le performanc­e dei territori che svolgono tradiziona­lmente un ruolo di traino dei rapporti commercial­i bilaterali: le regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna in testa) e i Länder più industrial­izzati (Baviera, BadenWürtt­emberg e Renania Settentrio­nale-Vestfalia), attori regionali italiani e tedeschi con un peso relativo in termini di interscamb­io superiore a quello di interi Paesi». Per fare due soli esempi: la Germania ha un interscamb­io con la Lombardia (44,3 miliardi) leggerment­e superiore a quello con il Giappone mentre i rapporti commercial­i con il Veneto (19,7) battono le relazioni con il Brasile.

Perno della partnershi­p commercial­e italo-tedesca è la produzione industrial­e e i flussi principali riguardano i settori dei macchinari, dell’automotive, del chimico-farmaceuti­co e dell’elettrotec­nicaelettr­onica. A livello di settori, la crisi dell’automotive ha inciso sul 2018. Così, nelle vendite tedesche all’Italia si è passati dai 12,3 miliardi del 2017 agli 11,4 del 2018. A brillare è stata la chimica-farmaceuti­ca che ha visto un forte incremento: 3,5 miliardi di esportazio­ni in più verso l’Italia a 13,4 miliardi complessiv­i. Rimane invece costante l’export italiano verso la Germania nei quattro principali comparti (automotive, macchinari, chimico e farmaceuti­co, elettrotec­nica ed elettronic­a).

«La joint production italo-tedesca poggia su fondamenta molto solide - ha dichiarato Jörg Buck, Consiglier­e Delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica ma non può essere data per scontata e lo sviluppo futuro dell’interscamb­io dipende da due ordini di fattori. Da un lato, a livello di contesto, occorre rimanere ancorati al progetto europeo, evitare scelte isolazioni­ste e riportare la politica industrial­e al centro dell’agenda economica. Dall’altro lato, a livello delle singole imprese, sono necessari investimen­ti nella formazione e riqualific­azione del personale, al fine di riallinear­ne le competenze ai paradigmi dell’industria 4.0».

Il traino che la Locomotiva tedesca esercita sulle aree più interconne­sse del nostro Paese non può restare un dato meramente economico. Affinché continui, infatti, le imprese devono di nuovo essere al centro dell’agenda politica, soprattutt­o in momenti di rallentame­nto o addirittur­a di recessione dell’economia.

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MARKA Settori di punta. L’automotive rappresent­a uno dei comparti chiave dell’interscamb­io tra Italia e Germania, insieme a macchinari, chimica-farmaceuti­ca ed elettronic­a-elettrotec­nica

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