Ing, la procura di Milano indaga per riciclaggio
Conti digitali italiani al centro di truffe organizzate in più Paesi Ipotesi di reato contro ignoti, faro sulle falle del sistema della banca
Inchieste.
Via Arbe, periferia Nord Milano. Fino a tre anni fa un'enorme zucca arancione tinteggiava il palazzo di vetro all'angolo con via Bisi Albini. Questa era la patria del Conto Arancio a Milano, la filiale di Ing Direct, branch italiana del colosso bancario olandese che ha fatto la sua fortuna con l'esplosione dei conti correnti online. Ora la sede si è spostata tre chilometri più in là, alle porte di Sesto San Giovanni, ma a questo indirizzo facevano riferimento molti dei conti digitali sui quali finiva il denaro di decine di truffe messe in atto a più riprese in diversi paesi dell'Unione europea.
Il raggiro seguiva uno schema sempre uguale. Un annuncio per la vendita di un prodotto o per l'affitto di una casa pubblicato su piattaforme come Amazon o Airbnb, che erano del tutto ignare ed estranee all’estorsione, e l'attesa che qualcuno abboccasse all’amo. Una volta adescata la vittima, i truffatori chiedevano che l'articolo o l'affitto della casa per le vacanze venisse pagato direttamente su un conto online aperto presso Ing Direct bypassando i sistemi sicuri e a prova di truffe delle piattaforme utilizzate. Chi ci cascava perdeva i soldi e non vedeva neanche l'ombra dell'oggetto acquistato o dell’abitazione in affitto. E gli ignoti truffatori la passavano liscia, probabilmente nascosti dietro false identità.
La Procura di Milano indaga da alcuni mesi su questi episodi. L'indagine ipotizza il reato di riciclaggio e per il momento è contro ignoti ma l'iscrizione della banca nel registro degli indagati potrebbe essere questione di ore, secondo fonti vicine alle indagini. Un atto d'ufficio. Perché è quasi sicuro che anche Ing Italia - al pari delle piattaforme utilizzate per gli imbrogli - fosse del tutto ignara di quanto accadeva attraverso i propri conti online.
Ma potrebbero esserci state delle responsabilità oggettive, delle falle nei sistemi di antiriciclaggio. Le red flag, cioé le bandiere rosse di allarme che segnalano le operazioni anomale, non sembrano essersi accese. Ed è per questo che venerdì scorso, com un comunicato pubblicato sul suo sito, la Banca d'Italia ha fatto sapere di aver vietato a Ing Italia di aprire nuovi conti online. La decisione non riguarda i conti già aperti, che conservano la loro totale operatività e non vengono per nulla sfiorati dalla misura. Non c'è nessun rischio per i soldi depositati, è bene ribadirlo.
Gli ispettori di Via Nazionale hanno adottato il provvedimento dopo un'ispezione condotta dal 1° ottobre 2018 allo scorso 18 gennaio, dalla quale è emersa una carenza nel rispetto della normativa in materia di antiriciclaggio. «Ing Bank - scrive Bankitalia nella nota - ha comunicato di essere già attivamente impegnata nel rafforzare il suo complessivo sistema dei controlli antiriciclaggio. L'impegno a realizzare rapidamente un piano di rimedio per affrontare e rimuovere le carenze della succursale italiana consentirà alla Banca d'Italia di verificare che le debolezze sul fronte antiriciclaggio siano pienamente rimosse al fine di poter revocare il provvedimento».
L'ispezione è nata dall'inchiesta della procura di Milano avviata alcuni mesi fa dal sostituto procuratore Francesco Ciardi con il coordinamento del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale. All'indagine, tenuta riservata fino a ieri, hanno partecipato anche gli uomini del Nucleo di Bankitalia per la consulenza all'autorità giudiziaria guidati da Nicola Mainieri.
Le indagini sono partite dopo l'arrivo in Procura di una serie di Ordini di indagine europei (Oei) provenienti da diversi paesi. L'Oei è un provvedimento istituito nel 2017 attraverso il quale una procura europea può chiedere ai magistrati di un altro Stato aderente di avviare indagini sul territorio di quel paese. Ed è quello che la procura di Milano ha subito fatto. Gli importi delle truffe non sono molto alti (ve ne sono alcune di migliaia di euro) ma è soprattutto la serialità delle truffe ad aver insospettito gli investigatori.
La banca del Conto Arancio conta in Italia 1,3 milioni di clienti tra retail e wholesale, con circa 100mila nuovi correntisti ogni anno, 140mila transazioni al giorno, 8.800 conti correnti aperti ogni mese. Il 96% dei clienti è digitale anche se l'istituto conta in Italia 33 punti vendita fisici. L'istituto fa parte dell'olandese Ing Group, colosso bancario che ha registrato un utile netto di 4,7 miliardi di euro nel 2018, conta oltre 38 milioni di clienti nel mondo e 51mila dipendenti sparsi in 40 paesi.
Sei mesi fa la capogruppo olandese ha pagato una maximulta di 775 milioni di euro per chiudere un'indagine penale aperta dalla procura di Amsterdam per riciclaggio e corruzione. La multa è stata una delle più grandi mai comminate in Olanda a un gruppo bancario e ha portato alle dimissioni del Cfo della banca.