Il Sole 24 Ore

Petrolio, ancora tagli L’Opec Plus cancella il vertice di aprile

Russi e sauditi discordi nel valutare il mercato Decisioni rinviate a giugno

- Sissi Bellomo

Niente vertice ad aprile. L’Opec e i suoi alleati a breve non cambierann­o rotta sul taglio della produzione di petrolio e la riunione straordina­ria in agenda tra un mese esatto a Vienna quasi certamente salterà: Arabia Saudita e Russia ora non la vogliono più, forse anche per non mettere in evidenza la diversità di vedute sul mercato. E il comitato di monitoragg­io sui tagli produttivi – organismo ristretto dell’Opec Plus, che si è riunito a Baku, in Azerbaijan – ha raccomanda­to di cancellare l’appuntamen­to.

Difficile immaginare nuovi colpi di scena di qui a giugno, quando ci sarà il prossimo vertice della coalizione: chi comanda davvero ha già deciso, gli altri seguiranno. Anche per questo il prezzo del barile si è mantenuto sui massimi da 4 mesi, con il Brent oltre 67 dollari e il Wti che ha superato 59 dollari.

Il ministro saudita Khalid Al Falih assicura che nell’Opec Plus «c’è consenso sul fatto che ad aprile sarebbe prematuro decidere sulla produzione nella seconda metà dell’anno». Troppe incertezze gravano sul mercato, a cominciare dalle sorti di Venezuela e Iran. L’export di greggio di Teheran in particolar­e potrebbe crollare ulteriorme­nte se Washington attenuerà o revocherà del tutto l’esonero dalle sanzioni secondarie per i maggiori Paesi acquirenti, ma è probabile che le scelte non si conosceran­no fino al 3 maggio, mentre l’Opec e gli alleati si sarebbero riuniti il 17 e 18 aprile. Al Falih nega di aver avuto soffiate sulle intenzioni degli americani. «Nessuno ci mette sotto pressione, solo il mercato», giura il ministro, sfidando Donald Trump, che chiede all’Opec di «andarci piano» con i tagli: «Non cambieremo rotta finché non vedremo che fa male ai consumator­i, finché non vedremo l’impatto sulle scorte».

Anche Mosca preferisce evitare un vertice a breve. È anzi probabile che ancora una volta sia stata la posizione dei russi ad orientare le scelte nell’Opec Plus. Il ministro Alexandr Novak, impossibil­itato a fermarsi a Baku, domenica ha discusso con Al Falih per quasi tre ore, dichiarand­o poi di essere d’accordo con il saudita sulla necessità di «continuare a monitorare la situazione per discutere solo a maggio-giugno che cosa fare nella seconda metà dell’anno». I due hanno tuttavia espresso diagnosi ben diverse sul mercato.

Per Novak le sanzioni contro Iran e Venezuela «hanno avuto un impatto e delle conseguenz­e estremamen­te negativi», ma domanda e offerta di petrolio oggi sembrano comunque «in equilibrio», spingendo a rinviare ogni decisione sui tagli. Il saudita sostiene invece che è già chiara la necessità di prolungarn­e la durata, perché l’export di greggio da Teheran e Caracas «non è diminuito in modo precipitos­o, al punto che dal quarto trimestre 2018 vediamo crescere le scorte petrolifer­e».

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