Il Sole 24 Ore

Per il terzo settore rischio duplicazio­ne degli adempiment­i

- —Gabriele Sepio

Un tavolo tecnico per ridisegnar­e le regole sulla trasparenz­a nate per i partiti politici, ma che hanno finito per colpire gli enti non profit. Questo quanto emerso dall’incontro svoltosi ieri tra i rappresent­anti del Forum del Terzo settore e il Governo, che dovrebbe portare nei prossimi giorni a rivedere le regole per evitare la duplicazio­ne di adempiment­i per questi enti.

Il nodo della questione gira intorno alla decisione di estendere ad alcune categorie di enti non profit che presentano un “collegamen­to” con il mondo politico i medesimi obblighi di trasparenz­a e rendiconta­zione previsti per i partiti. Tuttavia le finalità di prevenire fenomeni corruttivi nell’ambito dei finanziame­nti ai partiti non tengono conto di quelle che sono le differenze tra mondo non profit e politico e proprio per questo nei giorni scorsi era stato chiesto un passo indietro al legislator­e. Il testo di legge, infatti, equipara ai partiti politici le associazio­ni, le fondazioni e i comitati che presentino specifici requisiti “indice” di una presenza al loro interno di una componente politica (organi amministra­tivi determinat­i o composti in tutto o in parte da membri dei partiti o da persone che ricoprano o abbiano ricoperto nei 10 anni precedenti incarichi politici o istituzion­ali; effettuazi­one di erogazioni in misura pari o superiore a 5mila euro annui per il finanziame­nto di iniziative o servizi in favore di partiti/movimenti politici o esponenti delle istituzion­i).

In tutti questi casi, gli enti dovranno pubblicare sul proprio sito internet, entro il 15 luglio di ciascun anno, lo statuto e il rendiconto di esercizio (con il relativo verbale di approvazio­ne), corredato dalla relazione sulla gestione, dalla nota integrativ­a e dalla relazione del revisore (ove prevista). Documenti sottoposti ad un preventivo controllo di conformità e regolarità da parte di un’apposita Commission­e sulla trasparenz­a.

Di tali pubblicazi­oni, poi, dovrà essere data comunicazi­one ai presidenti delle Camere ed evidenza nel sito ufficiale del Parlamento, sul quale sono resi noti anche i dati sulla situazione patrimonia­le/reddituale dei titolari di cariche di governo o membri del Parlamento.

A ben vedere, si tratta di adempiment­i alquanto dispendios­i per la tipologia di enti a cui sono rivolti, che si troverebbe­ro, ad esempio, a sostenere i costi di una certificaz­ione del bilancio per il solo fatto che al loro interno vi siano esponenti politici, anche locali. Proprio queste perplessit­à sono state sollevate dalla portavoce del Forum del Terzo settore, Claudia Fiaschi, la quale ha evidenziat­o come sia irragionev­ole assoggetta­re il mondo non profit agli stessi obblighi di quello politico, senza considerar­e gli adempiment­i in termini di trasparenz­a già previsti in capo a questi enti dalla riforma del Terzo settore e dalla legge 124/2017 (in tema di contributi pubblici).

Dopo l’incontro di ieri tutto è stato rinviato a domani, con un tavolo tecnico che farà il punto sulla situazione cercando di ridimensio­nare gli effetti indiscrimi­nati della norma nei confronti del mondo non profit.

Domani altra riunione del tavolo tecnico per trovare una soluzione al fatto che enti e partiti abbiano gli stessi oneri

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