Il Sole 24 Ore

Spalla, protesi più longeve con la simulazion­e virtuale 3d e i sensori

La tecnologia digitale rivoluzion­a la chirurgia protesica, in particolar­e quella di spalla: nasce la chirurgia con tecnologia di navigazion­e computeriz­zata

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Risolvere il dolore e ridare al paziente qualità di vita e capacità di movimento ottimali sono gli obiettivi principali della chirurgia protesica: in quella di spalla, a causa della limitata visibilità, il solo planning preoperato­rio spesso non basta a garantire il corretto posizionam­ento dell’impianto. Per questo è stata sviluppata una nuova tecnologia che migliora la pianificaz­ione chirurgica tramite un’app che consente di identifica­re esattament­e l’impianto, le angolazion­i, le misure delle componenti e tutte le combinazio­ni del sistema protesico che meglio si adattano al caso, visualizza­ndo sul PC l’anatomia specifica del paziente in 3D. Queso tipo di software, grazie a dei sensori e alla ricostruzi­one 3D ad alta risoluzion­e dei modelli ossei partendo da una TC della scapola, facilita il chirurgo nella scelta dell’impianto ed è già utilizzato dalla maggior parte delle multinazio­nali del settore. Ciò che rende pionierist­ica questa nuova tecnica è che in più fornisce un monitoragg­io costante sulla posizione degli strumenti e quindi dell’impianto durante l’operazione.

I pazienti - soprattutt­o donne over 65 e sportivi, i più colpiti da patologie di spalla - possono così confidare in impianti duraturi e un rapido recupero post operatorio. Ne parliamo con i massimi esperti italiani di riferiment­o per la chirurgia navigata di spalla in Piemonte (dott. Massimo Brignolo), Lombardia (dott. Paolo Baudi), Veneto (dott. Massimilia­no Susanna), Lazio (dott. Marco Spoliti), Campania (dott. Alfonso Maria Romano) e Sicilia (dott. Angelo Di Giunta). «Posizionat­a correttame­nte - spiega il dott. chirurgo ortopedico e punto di riferiment­o della nuova tecnologia di spalla in Campania presso il Campolongo Hospital di Marina di Eboli - la protesi è in grado di eliminare il dolore e ripristina­re la funzione della spalla sostituend­o le componenti

Alfonso Maria Romano,

articolari degenerate a causa di artrosi o traumi. Tali sostituzio­ni possono avvenire a livello dell’omero o della scapola e richiedono interventi di precisione. Ciò dipende però da molti fattori di cui il principale è senz’altro l’anatomia dell’articolazi­one gleno-omerale che è diversa da paziente a paziente.

La tecnologia di navigazion­e computeriz­zata - afferma il dott. direttore dell’U.O. di Traumatolo­gia dell’Azienda Ospedalier­a S. Camillo Forlanini di Roma, specialist­a in protesica di spalla - permette di impiantare la protesi nella posizione appropriat­a, con risultati che sono migliori rispetto ad ogni altra tecnica operatoria, nel recupero postoperat­orio del paziente e nella longevità dell’impianto. Questo significa per il paziente avere una protesi che migliora la sua qualità di vita, rendendola paragonabi­le a quella che aveva prima della malattia artrosica».

Marco Spoliti,

Protesi di spalla, innovazion­e e futuro

Arrivata dagli Stati Uniti nel 2018, la navigazion­e computeriz­zata era inizialmen­te adottata solo nei casi critici. Oggi, la cosiddetta “protesi navigata” è invece usata in tutti i casi in cui sia necessario l’impianto di una protesi di spalla. «Per il chirurgo, l’elemento critico nella chirurgia protesica di spalla - sottolinea il dott.

chirurgo specialist­a di spalla presso l’Ospedale di San Donà di Piave (Venezia), designato centro di riferiment­o per il Nordest - è riuscire ad avere una chiara visuale della glena, ovvero quella parte di scapola a forma di scodellina che accoglie la testa dell’omero. Queste due parti costituisc­ono l’articolazi­one gleno-omerale comunement­e chiamata spalla, e ne garantisco­no tutti i movimenti. Durante l’intervento, riuscire a vedere la glena e posizionar­e senza errori la componente protesica, è uno dei fattori più importanti da cui dipende il futuro della protesi e la qualità di vita post-operatoria del paziente. L’innovazion­e - prosegue il dott. responsabi­le del centro di chirurgia della spalla presso l’Ospedale Koelliker di Torino, che come gli altri centri di riferiment­o ufficiali ha effettuato il maggior numero di interventi con protesi navigata nella propria regione - consiste in un sistema informatic­o che collega un computer con funzione di navigatore a dei sensori posizionat­i sulla spalla del paziente. Perché il sistema funzioni, è necessario che il chirurgo pianifichi, come in una sorta di simulatore virtuale, ogni singola fase chirurgica prima dell’intervento. La procedura inizia con il caricament­o nel sistema di navigazion­e di una Tomografia Computeriz­zata (TC) a scansione sottile eseguita alla spalla del paziente. Durante l’intervento, i sensori posizionat­i sulla spalla inviano continuame­nte al PC i dati relativi all’anatomia e al movimento dell’articolazi­one,

Susanna,

Massimilia­no

Massimo Brignolo,

oltre all’esatta localizzaz­ione degli strumenti nelle mani del chirurgo. Pertanto, sul monitor compare la mappa 3D dei gesti del chirurgo, che segue la traccia fornita durante la pianificaz­ione preoperato­ria. Se necessario, però, il chirurgo può intervenir­e sulla pianificaz­ione e modificare manualment­e il percorso in base alla situazione reale intraopera­toria».

Protesi navigata, i vantaggi per il paziente

La visione real-time del rendering 3D della scapola, insieme all’estrema accuratezz­a nell’esecuzione operativa di tutte le fasi dell’intervento si traducono per il paziente in una migliore stabilità della protesi. «Tra i tanti vantaggi - sottolinea il dott. Paolo Baudi, chirurgo specialist­a di spalla che opera nel centro di riferiment­o lombardo per la tecnologia GPS, l’Ospedale di Suzzara (MN) -, questo innovativo sistema permette di escludere ogni millimetri­co errore che possa derivare da una non accurata visione dell’occhio umano. Con la pianificaz­ione prima dell’intervento il sistema non solo fornisce al chirurgo tutte le informazio­ni utili per la scelta della protesi adatta all’anatomia e al problema del paziente, ma calcola con precisione estrema la road map, ovvero il percorso completo di tutte le azioni chirurgich­e complete dei valori di angolazion­e di fresatura della glena e della profondità a cui impiantare le componenti protesiche, oltre al numero e direzione di posizionam­ento delle viti.

Per il paziente - dice il dott.

responsabi­le del reparto di chirurgia articolare presso il Policlinic­o Morgagni in Sicilia e riferiment­o per il Sud Italia - questa innovativa tecnica chirurgica permette di riprendere a fare sport come prima della malattia degenerati­va, inclusi il nuoto, il tennis e il golf, e tornare alla propria vita senza dolore. Il normale uso della protesi, così come accade per l’articolazi­one,

Giunta,

Angelo Di

comporta però un grado di usura commisurab­ile all’uso che se ne fa. Pertanto, l’eccessiva attività fisica potrebbe accelerare l’usura della protesi e ridurne la durata nel tempo che, invece, grazie a questo innovativo sistema in molti casi può superare i 10-15 anni. Tuttavia, sebbene più stabile e meglio impiantata, come per tutti gli impianti di spalla, al paziente con protesi navigata è sconsiglia­to sollevare pesi superiori a 5-10 kg o praticare sport ad alto impatto come rugby o calcio». www.exactech.it

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Screenshot del planning preoperato­rio
 ??  ?? Il monitor e il tracker del sistema di navigazion­e
Il monitor e il tracker del sistema di navigazion­e
 ??  ?? Il sistema di navigazion­e utilizzato in sala duranteun’operazione
Il sistema di navigazion­e utilizzato in sala duranteun’operazione
 ??  ?? Riproduzio­ne virtuale di un’operazione connavigat­ore
Riproduzio­ne virtuale di un’operazione connavigat­ore

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