Il Sole 24 Ore

Sicurezza, cloud e connettivi­tà i motori del nuovo lavoro

Know-how 4.0. Osservator­io Mecspe: ingegneri robotici, data scientist e programmat­ori saranno i profili più richiesti

- Luca Orlando

Digital analyst. Digital project manager. Digital media specialist. Basta una rapida occhiata alle posizioni lavorative aperte in Fendi, icona del lusso globale, per capire come la “fame” di competenze tecniche, in questo caso digitali, non sia più relegata alle nicchie delle app, all’e-commerce o ai gruppi che per definizion­e maneggiano grandi quantità di dati, come i colossi dell’Ict, ma sia ormai fenomeno pervasivo.

Che si tratti di alimentare o di lusso, di meccanica o impiantist­ica, di elettrodom­estici o farmaceuti­ca, in nessun caso è oggi possibile fare a meno di nuove figure profession­ali in grado di gestire le nuove tecnologie 4.0, ormai protagonis­te a 360 gradi: sia nei processi produttivi che nei prodotti diretti al mercato, arricchiti di “intelligen­za” e connettivi­tà.

Evoluzione rapida che ha allargato il già preoccupan­te gap esistente tra domanda e offerta di competenze tecniche, riproposto in ogni statistica del mercato del lavoro e ben sintetizza­to dallo squilibrio visibile al Politecnic­o di Milano: dove a fronte di 258 laureati magistrali in ingegneria informatic­a, le offerte delle aziende annue sono arrivate a sfiorare quota 4700. Ogni ragazzo può quindi scegliere tra 18 proposte.

Esito quasi scontato della fortissima accelerazi­one degli investimen­ti hi-tech realizzati dalle aziende nel biennio 2017-2018, sprint visibile nell’adozione di nuove tecnologie.

In particolar­e la connettivi­tà, che nell’Osservator­io Mecspe realizzato su un campione di oltre 300 aziende meccaniche, è presente in oltre sei casi su dieci, a poca distanza dalle tecnologie di sicurezza informatic­a, già da anni necessarie per poter operare.

Il trend è comunque avviato e anche le aree meno battute, come big data, internet delle cose e produzione additiva, vedranno nel 2019 una crescita di almeno il 50% del numero di soggetti coinvolti. Guardando ai profili digitali, le aziende identifica­no chiarament­e nell’automazion­e un elemento cruciale. Ingegneri robotici, programmat­ori di intelligen­ze artificial­i, e specialist­i nella gestione dei big data sono in testa alla classifica dei profili più richiesti al 2030, con percentual­i tra il 20 e il 25%.

L’autovaluta­zione delle capacità digitali aziendali, come naturale, tende probabilme­nte a sovrastima­re il dato ma anche tenendo conto di questo è interessan­te notare come siano davvero poche (poco più del 10%), le aziende che tendono ad attribuirs­i i punteggi più elevati, per una media complessiv­a che arriva poco oltre la sufficienz­a (5,6 in una scala da 1 a 9).

Interessan­te è notare come la classica offerta di lavoro tramite inserzione sia ormai una categoria quasi residuale nel reperiment­o di questi profili, utilizzata appena nel 13% dei casi.

Agenzie di ricerca del personale e rapporti diretti con università e istituti tecnici sono invece le strade più battute, un modo quest’ultimo utilizzato anche per “prenotare” i giovani già prima che si affaccino sul mercato. Dall’Osservator­io Mecspe, che prende in esame un campione rappresent­ativo, dunque particolar­mente ricco di Pmi, emergono altri due dati interessan­ti. Ad investire in formazione più di 40 ore annue per dipendente è solo il 15,6% del campione, più di un terzo è al di sotto di dieci ore. Situazione migliorabi­le dunque. Così come migliorabi­le è la governance dei processi innovativi, affidata nel 60% dei casi alla figura apicale dell’imprendito­re. Solo nell’1,6% dei casi esiste un chief digital officer, figura che invece nelle grandi aziende è sempre più frequente ed è spesso un riporto diretto dell’amministra­tore delegato.

Le crescita degli investimen­ti in nuove tecnologie è comunque reale, visibile anche dal lato dei fornitori di nuove soluzioni. «Ora siamo 12 spiega Enrico Viganò, fondatore di Findynamic (azienda del settore fintech) - e cerchiamo almeno tre sviluppato­ri. Da un paio di mesi ormai, perché in effetti a trovarli si fatica parecchio». «Vorrei ampliare il team tecnico di almeno 4 unità - aggiunge il cofondator­e di Satispay (servizi di mobile payment) Dario Brignone - e da qui a fine anno speri di trovarli. I candidati in realtà sono parecchi, ma ad avere le competenze richieste è una percentual­e minima». «L’offerta numerica di Università e scuole tecniche non è sufficient­e - aggiunge il responsabi­le delle risorse umane di Engineerin­g (sviluppo software e piattaform­e digitali) Claudio Biestro - e anche noi facciamo fatica. Ad ogni modo stiamo tenendo un passo di 100-150 assunzioni al mese, forse anche prima di giugno raggiunger­emo il target di 500 nuovi ingressi. Necessari, visto che la domanda dei nostri servizi cresce: nell’industria, ad esempio il progresso è dell’8%».

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I MILIONI DISPONIBIL­ILe imprese possono usare nei prossimi tre anni i voucher per i servizi di consulenza sulla formazione erogati dalle società accreditat­e Uomo e macchina.Un tecnico al lavoro sulla linea di un’azienda meccanica dotata ditecnolog­ie 4.0

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