Campus Scm Group a Rimini
Un hub dove distillare oltre 20 anni di esperienze e competenze aziendali nella formazione e dove sperimentare le nuove tecnologie dell’era 4.0; un luogo fisico all’avanguardia per attrezzature – 1.300 mq con nove aule, uffici e un training center allestito con macchine di ultima generazione – e nello stesso tempo una piazza virtuale aperta a tutti gli interlocutori del territorio e della rete corporate nel mondo: questo l’identikit del nuovo Campus Scm Group. È stato inaugurato alcune settimane fa a Villa Verucchio (Rimini), quartier generale del gruppo meccanico leader mondiale nelle tecnologie per lavorare legno, plastica, vetro, pietra e materiali compositi, 700 milioni di euro di fatturato 2018 (il 7% reinvestito ogni anno in R&S) e 4mila dipendenti fra i tre stabilimenti in Italia e le oltre venti filiali estere.
«La formazione non è un costo, è forse il migliore investimento per un’azienda come la nostra che si muove da pioniera sul fronte della trasformazione digitale e che negli ultimi quattro anni è passata da 3.100 a 4mila addetti», premette il presidente Giovanni Gemmani, aprendo le porte del Campus e del vicino Technology Center, in cui si tocca con mano il modello reale della “Smart & Human Factory” Scm: uomini, macchine e robot interagiscono lungo processi improntati alla “mass customization”, al fine di standardizzare e automatizzare al massimo tutta la catena produttiva fino all’ultima fase in cui il prodotto viene declinato a misura del cliente.
«L’ambizione del Campus è proprio quella di diffondere i saperi della fabbrica intelligente non solo tra i nostri dipendenti ma anche tra distributori e clienti del network con un effetto contaminazione che si allarga a tutto il territorio», sottolinea il direttore Risorse umane e Organizzazione, Alessandro Capucci, che per il 2019 ha messo in calendario 500 corsi per 52mila ore di formazione nel nuovo Campus, con il coinvolgimento di circa 3.200 collaboratori e oltre 50 formatori. Quattro i percorsi formativi di base, dal “Welcome” per i neolaureati in fase di inserimento aziendale al “Focus on” per progetti speciali (nel mezzo i pacchetti di “Technical training” e di “Leadership”). «Il 4.0 sarà il filone più importante del Campus, ma non sarà il solo – aggiunge Capucci –. Questo è un luogo aperto e collaborativo che punta a lavorare in sinergia con tutti gli enti di formazione del territorio», dalle scuole professionali e tecniche alle università (non solo l’Alma Mater di Bologna con le sedi distaccate di Rimini e Forlì, ma anche la Cattolica di Milano, gli atenei di Bergamo, Ancona, Padova e il Politecnico di Torino) fino alla Bologna Business School. «E speriamo che dal territorio e dalla filiera dei nostri stakeholder arrivino input per affinare via via i nostri percorsi nel Campus. Perché oggi – conclude il direttore Hr - non si fa innovazione nell’industria del mobile come nella nautica, nell’automotive o nell’aerospaziale (settori clienti che utilizzano le nostre tecnologie) se non si parla tutti la stessa lingua 4.0 e la differenza non la fanno le macchine bensì le persone che le gestiscono».