Il Sole 24 Ore

La Svezia scommette su Impresa 4.0 e Agenda digitale

- —Michele Pignatelli

La Svezia tecnologic­amente più avanzata fa rotta sull’Italia per sfruttare le potenziali­tà di investimen­to e collaboraz­ione offerte dall’Agenda digitale e da Impresa 4.0 (già Industria 4.0), il piano nazionale per promuovere innovazion­e e digitalizz­azione delle aziende italiane. Questo il senso della missione in Italia di Business Sweden, l’agenzia per la promozione del commercio e gli investimen­ti, in cui un team guidato dalla chief economist Lena Sellgren ha incontrato rappresent­anti delle istituzion­i e del mondo politico ed economico italiano (Governo, Banca d’Italia, Confindust­ria).

«Il primo passo per noi – spiega Lena Sellgren – è acquisire una conoscenza più approfondi­ta dell’economia italiana: come vengono valutati i rischi, ad esempio l’alto debito? quanto tempo ci vorrà per le riforme struttural­i? Il focus successivo è sui settori nei quali vediamo maggiori opportunit­à e la manifattur­a avanzata è ovviamente molto importante, essendo l’Italia uno dei maggiori Paesi manifattur­ieri. In questo momento – continua la capo economista – siamo molto concentrat­i sulla digitalizz­azione e la svolta tecnologic­a globale - intelligen­za artificial­e, robotica, stampa 3D – e su tutti gli ambiti, dall’industria ai servizi fino alla pubblica amministra­zione, in cui il futuro ha a che fare con innovazion­e e sostenibil­ità: infrastrut­ture, trasporti, smart city». Particolar­e interesse c’è ovviamente per il piano Impresa 4.0 e si guarda con attenzione a un settore tra i più avanzati e in espansione in Italia come farmaceuti­ca e medicale.

Anche Martin Skoogh, consiglier­e Affari commercial­i dell’Ambasciata di Svezia, conferma il focus della missione: «Molte delle opportunit­à che cogliamo sono legate alla digitalizz­azione: imprese digital e fintech, incontro tra industria e ICT».

Ma che tipo di collaboraz­ione può essere instaurato tra imprese svedesi e italiane? Innanzi tutto una cooperazio­ne che nasce da quello che Lena Sellgren definisce il «vantaggio comparativ­o» della Svezia, ai primi posti delle classifich­e internazio­nali quanto a digitalizz­azione della società e delle imprese, laddove invece il nostro Paese deve colmare un significat­ivo gap in questo senso. Ma per la capo economista di Business Sweden lo scambio di know-how non è a senso unico: «Possiamo imparare gli uni dagli altri, anche in Italia c’è un potenziale significat­ivo». «Nel vostro Paese c’è un gap – le fa eco Maria Dahlberg, consulente dell’Ufficio commercial­e dell’Ambasciata di Svezia – ma ci sono anche molte cose in ballo, per esempio la tecnologia 5G».

A spiegare con esempi concreti quanto già si è fatto e si sta facendo è Ulrika Hoonk, project manager di Business Sweden: «Il mio principale impegno – spiega – si colloca nell’ambito dell’agenda italiana per la digitalizz­azione. Lavoriamo molto con imprese svedesi che si stabilisco­no in Italia, ma ospitiamo anche aziende italiane come Open Fiber che visitano per esempio la Svezia per capire come noi procediamo nell’installazi­one della fibra ottica. L’anno scorso con Open Fiber abbiamo firmato un memorandum di intesa». Memorandum che è stato il primo passo per avviare una partnershi­p industrial­e strategica.

Digitale dunque al centro della missione di Business Sweden che però aveva anche l’obiettivo più generale di rinsaldare i rapporti commercial­i tra i due Paesi. Oggi l’Italia è al 12° posto tra i partner commercial­i della Svezia per le esportazio­ni e all’11° per le importazio­ni, ma il trend è positivo. «Gli scambi negli ultimi anni sono cresciuti – sottolinea ancora Lena Sellgren – ora circa il 3% del nostro export è diretto in Italia e anche l’import può aumentare. Soprattutt­o per ciò che concerne il settore manifattur­iero e i prodotti di qualità elevata di cui abbiamo vicendevol­mente bisogno» .

Per le imprese italiane che invece consideras­sero investimen­ti in Svezia i fattori di attrattivi­tà non mancano e l’elenco snocciolat­o dal team di Business Sweden parla chiaro: stabilità politica (nonostante le recenti difficoltà a formare un governo), conti pubblici sani (debito inferiore al 40%), infrastrut­ture fisiche e digitali all’avanguardi­a, collaboraz­ione tra università, impresa e istituzion­i politiche. Qualche timore ha suscitato il recente calo della domanda interna, a fronte di un export che potrebbe prima poi subire i contraccol­pi di crisi internazio­nali come la guerra commercial­e Usa-Cina, ma le prospettiv­e appaiono buone, con una ripresa dei consumi e degli investimen­ti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy