Il Sole 24 Ore

Bankitalia Salvatore Rossi lascia la direzione generale Panetta in pole position

L’annuncio in una lettera ai colleghi. Sul tavolo del Cdm la conferma di Signorini, sempre più probabile l’arrivo di Franco. Il 28 marzo in Consiglio superiore il nuovo direttore generale

- Colombo e Marroni

Tra meno di due mesi il Direttorio della Banca d’Italia avrà un’altra faccia. Ieri, con una lettera inviata a tutti i colleghi, Salvatore Rossi ha annunciato a sorpresa la sua indisponib­ilità a un secondo mandato di direttore generale e di presidente dell’Ivass. A questo punto, in attesa di capire se oggi il Consiglio dei ministri sbloccherà o meno la procedura di rinnovo del vicedirett­ore generale, Luigi Federico Signorini, diventa cruciale la convocazio­ne entro fine mese del Consiglio superiore della banca. In quella sede (forse) il governator­e Ignazio Visco proporrà i nomi dei successori di Rossi e della vice direttrice generale, Valeria Sannucci, il cui mandato pure è in scadenza e che da tempo ha dichiarato a sua volta l’indisponib­ilità a un secondo mandato. La data potrebbe essere quella di giovedì 28 marzo, mentre venerdì 29 è in calendario l’assemblea per l’approvazio­ne del bilancio 2018. Ma ad oggi non è detto. La situazione è ancora aperta, anche se la mossa di Salvatore Rossi potrebbe imprimere un’accelerazi­one: oltre all’incognita Signorini - molto stimato da Mario Draghi, che lo promosse quando era governator­e - la partita più grossa è quella del direttore generale. Dal colloquio tra Visco e il premier Conte, due settimane fa, era emersa l’ipotesi del vice dg Fabio Panetta, certamente il nome più forte. Ma resta sul tavolo anche quello di Daniele Franco, in uscita dalla carica di Ragioniere Generale dello Stato e dato in rientro al piano nobile Via Nazionale. C’è poi un terzo nome da scegliere. O un interno della banca forse una donna, Magda Bianco a capo della tutela dei consumator­i, tema “sensibile” alle corde del governo gialloverd­e - oppure Carmelo Barbagallo, Capo della Vigilanza. O, ancora, Eugenio Gaiotti, capo del Dipartimen­to economico e statistico, stimato da Visco. O, in alternativ­a alla soluzione interna, addirittur­a un esterno, caso quasi mai capitato,eccezionfa­ttaperlano­minadi Mario Draghi a governator­e nel 2005, nel delicatiss­imo contesto della succession­e ad Antonio Fazio, o ancor prima di Lamberto Dini, nel 1979.

Dopo le nomine fatte dal Consiglio superiore la procedura prevede le ratifiche con decreti del presidente della Repubblica, promossi dal presidente del Consiglio, di concerto con il ministro dell’Economia, sentito il Consiglio dei ministri. Passaggi complessi, sul filo dei quali si misura il rispetto pieno dell’indipenden­za della Banca d’Italia, e che sono stati interrotti a febbraio con un “no” a Signorini in nome di una richiesta di “cambiament­o”.

Salvatore Rossi ha dato il suo addio «dopo quasi 43 anni di un percorso profession­ale tutto avvenuto all’interno della Banca e poi anche dell’Ivass» si legge nella missiva inviata ieri. Per assicurare la funzionali­tà dei due istituti, prosegue Rossi, «uscirò formalment­e solo dopo che sia stato completato l’iter della mia sostituzio­ne e comunque entro il 9 maggio, scadenza naturale del mio mandato». «Sono stati anni per me molto belli e pieni, nonostante le difficoltà e le turbolenze attraversa­te - aggiunge Rossi -. Mi sono adoperato per far sì che la Banca d’Italia mantenesse la sua natura di istituzion­e al servizio dell’interesse pubblico, ma che cambiasse quando e dove necessario» e «che l’Ivass compiesse la transizion­e rispetto all’assetto precedente e si rilanciass­e all’esterno».

Salvatore Rossi (a destra), direttore uscente di Banca d’Italia, insieme a Fabio Panetta (sinistra), vicedirett­ore Banca d’Italia, in pole per l’incarico di nuovo direttore

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Salvatore Rossi
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SINTESI VISIVA Cambio al vertice di Bankitalia.

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