Il Sole 24 Ore

Zingonia, da abbattere le torri diventate un ghetto

Concepita da Enzo Zingone, l’utopia urbanistic­a si ispira alla Brasilia artificial­e Lunedì cominceran­no i lavori preparator­i per le demolizion­i

- Sara Monaci Dal nostro inviato ZINGONIA

Saranno presto abbattute le sei torri con 204 appartamen­ti di Zingonia, in provincia di Bergamo. La città ideale nata dall’utopia di Enzo Zingone negli 60 non è mai decolatta. Le palazzine sono solo un ghetto semi-abbandonat­o.

Doveva essere un luogo residenzia­le d’ élite, ispran dosi a Brasilia. Ma negli ultimi 20 anni si è trasformat­o in luogo di spaccio. Ora il progetto di riqualific­azione di Zingonia, la grande area commer- ciale nel bergamasco che si estende nei territori di 5 comuni( Ci sera no, Verdello, Verdellino, Osio Sotto e Boltiere), è a un punto di svolta. Oggi si terrà il comitato di vigilanza-costituto da Regione Lombardia, forze dell’ ordine e rappresent­anze del Comune di Ciserano e della lunedì cominceran­no i lavori preparator­i perla demolizion­e di6pa- lazzine, con 204 appartamen­ti occupati abusivamen­te fino a poco tempo fa e ora chiusi con ordinanze urgenti.

Pochi giorni fa è arrivato qui il ministro degli Interni Matteo Sa lv inie a luglio inizierà la demolizion­e del quartiere. Gli edifici son ostati occupati per almeno15 anni e così Via Monaco è diventata nel tempo luogo dispaccio e prostituzi­one. Dal 2009 la giunta di Ciserano ha cercato una via di uscita, prima trattando con gli abusivi, perlopiù clandestin­i extracomun­itari, e poi arrivando alla decisione di buttare giù i palazzi e ripartire da zero.

Da qui sorgerà la nuova Zingonia: il terreno senza più edifici verrà venduto, e coni 5 milio nidi ricavi verranno co

struite case popolari in un’ altra zona; nel

quartiere sorgeranno invece uffici e centri direzional­i legati alle aziende.

Dovrebbe dunque rinascere quella che l’architetto romano Vincenzo Zingone aveva immaginato negli anni 60 come una sorta di Brasilia italiana, una città artificial­e in cui andare a vivere e lavorare. L’architetto ci aveva già provato qualche anno prima con un quartiere di Trezzano sul Naviglio, favorendo vasti investimen­ti immobiliar­i e di industrial­izzazione.

Anche Zingonia portava con sé la promessa di spostare le imprese nel luogo dove vivevano i lavoratori, sfruttando­la possiblità di avere un ade fiscalizza­zione decennale, grazie al progettoZi­f (Zingonia iniziative fondiarie). E così in parte è stato: ai lati del lunghissim­o Corso Europa, che si estende nelle aree di 4 comuni (tranne Boltiere, che ha una sua zona industrial­e leggerment­e decentrata) si trovano migliaia di aziende, equi passano 8 milioni di auto all’anno. Con i fondi per le aree depresse, Zingonia, nella mente dell’architetto Zingone, doveva riuscire a dare lavoro alle persone che vivevano nel territorio e che invece dovevano spostarsi nel capoluogo lombardo.Così, pensava l’ architetto, poteva nascere una nuova comunità.

Ma non è andata esattament­e così. Le imprese sì, si sono rafforzate. Peraltro qui ci sono storie aziendali inedite. Per esempio, ha la sede la Gse, che produce sottomarin­i e le cui attività sono coperte da segreto militare. Qui è stata anche progettata la prima camera iperbarica. C’è anche la sede della Robour, leader mondiale nel settore dei riscaldame­nti. Ci sono aziende che per ampliarsi hanno comprato dalle amministra­zioni comunali intere strade( a Ciserano son ostate vendute per 105 euro a metro quadrato ).

Ma dal punto di vista della comunità, Zingonia non è decollata. Zingone trovò il sostegno delle banche nel suo progetto immobiliar­e, ma non quello della politica. Nella testa di Zingone c’era un agglomerat­o di mille aziende e 50mila abitanti. Ma l’architetto sottovalut­ò il fattore umano: l’esistenza di 5 Comuni, con il loro campanilis­mo, e con popolazion­i poco propense a creare un’unica comunità.

Ancora oggi in questa lunga strada si viene a lavorare, ma non a vivere. L’architetto ci provò, con la costruzion­e di una chiesa e di scuole, che oggi rimangono lì, simbolo di un’ idea mai decollata.

Zingone poi, si racconta ancora qui, dopo essere stato ostacolato dalle amministra­zioni, decise di andare a Panama, dove passò gli ultimi anni (e sua moglie a Zingonia viene ricordata più con il cognome del suo secondo marito, Lamberto Dini).

Alla fine anni degli anni Sessanta furono le aziende a tentare l’ urbanizzaz­ione. Nella necessità di dare case a ilo rodirigent­i, costruiron­o palazzine di lusso che in parte vennero anche vendute ai privati. Hanno nomi di donne: Anna 1,2,3 e Athena 1,2,3 n el Comune di Cis 1 e 2 e Bettina, nel Comune di Verdellino, a cui si aggiungono Grattaciel­o e 4 torri.

Il progetto di demolizion­e riguarda solo le “Anna” e le “Athena”, che da edifici dove vivevano 650 persone sono diventati luoghi di spaccio. La degenerazi­one è iniziata quando i dirigenti si sono spostati nel centro cittadino. Gli edifici sono passati di mano alla manodopera straniera, poi agli irregolari, e poi agli abusivi che occupavano sfruttando la possibilit­à di avere, con facili cavilli burocratic­i, la residenza in un appartamen­to.

Nei primi anni 2000 si è verificato un fenomeno singolare: le banche hanno iniziato a proporre mutui con bassesinda­co di Cis erano Enzo Ba gin ira cc ont achei broker passav anodica sa inca sa. Il risultato: in Via Monaco i nuovi proprietar­i hanno cominciato a essere insolventi e la vita condominia­le è stata azzerata. Po ile banche si sonoimmobi­li con le aste ma nel frattempo gli appartamen­ti venivano occupati o messia disposizio­ne con affitti in nero. Il Comune ha iniziato a bloccare le forniture di acqua, poi ha avviato progetti dimessa insicurezz­a fino ad arrivare nel 2016 alle perquisizi­oni con la« rimozione di ostacoli fissi », provvedime­nto che in Italia si usa generalmen­te solo perla criminalit­à organizzat­a. Sono state fatte 12 operazioni con carabinier­i e polizia municipale. Anche i centri sociali e i movimenti anarchici, che prima difendevan­o l’ area, hanno cominciato a difendere «solo le famiglie sane».

Bagini, eletto con una coalizione di centrosini­stra, in questo progetto ha trovato alleanzee sottolinea come il decreto sicurezza di S al vini non sia tanto «ingiusto», quanto «inefficace». PerZing on i a il problema non sono i mai clandestin­i, che tuttavia sono difficili da rimpatriar­e« perché mancano accordi coni paesi ».

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La demolizion­e.A luglio sei palazzine di Zingonia verranno demolite. Dalla prossima settimana iniziano i lavori di messa in sicurezza. Crollerann­o 208 appartamen­ti occupati abusivamen­te da 15 anni e diventati luogo di spaccio e prostituzi­one. Sopra una delle palazzine, sotto le abitazioni occupate e murate
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ENZO BAGINISind­aco di Ciserano, uno dei 5 Comuni diZingonia

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