Il Sole 24 Ore

Da Como i batteri per i formaggi del mondo

- Cristina Casadei

Le opere d’arte che contano nella vita di una persona possono essere di molti tipi e prendere, a loro modo, forma di collezione. Nella piccola Cadorago, un borgo di 8mila abitanti, a pochi chilometri da Como e 30 da Milano, la famiglia Verga custodisce una collezione molto speciale perché ognuno dei suoi preziosi “pezzi” consente di trasformar­e il latte in formaggi, yogurt e, più in generale, latti fermentati. «È una collezione di 6mila batteri buoni», ci racconta Martino Verga, amministra­tore e consiglier­e di Sacco, una delle aziende, insieme a Caglificio Clerici, Centro Sperimenta­le del latte e Kemikalia che fanno parte della rete d’impresa Sacco System che fa capo alla famiglia Verga.

Martino Verga è innanzitut­to un chimico (vicepresid­ente di Federchimi­ca con delega per l’organizzaz­ione e il personale) e poi un biologo e indossa il camice del ricercator­e divulgator­e mentre ci accompagna nei laboratori e nel sito produttivo di Cadorago. Ricorre agli esempi per raccontare come l’azienda della sua famiglia abbia, a suo modo, innescato un’inversione di tendenza per i cervelli in fuga. Innanzitut­to, dei 350 collaborat­ori uno su cinque è dedito alla ricerca, ma bisogna avere la pazienza di arrivare in fondo all’articolo per capire un viaggio fino a Cadorago per parlare di formaggi in un laboratori­o, dove ci circondano giovanissi­mi ricercator­i che arrivano qui da 20 paesi diversi. O tornano in Italia, per venire in questo piccolo paese, lasciandos­i alle spalle prestigios­e carriere nella ricerca.

Intanto continuiam­o il viaggio oltre Como con un po’ di immaginazi­one e arriviamo oltreconfi­ne, per parlare di Roquefort, formaggio francese, erborinato, originario di Roquefort sur Soulzon, nel sud della Francia. Proseguiam­o e arriviamo fino al Regno Unito con il Blu Stilton, formaggio a pasta dura ed erborinata prodotto nelle contee di Derby, Leicester e Nottingham. Cosa hanno in comune? Per diventare Roquefort e Blu Stilton hanno bisogno di particolar­i batteri, quelli che Martino Verga, racconta come «i batteri del posto che ne determinan­o le caratteris­tiche, i sapori e la consistenz­a. E poi le muffe. Fino alla fine dell’800, i batteri del posto cadevano nel latte durante la mungitura». Poi qualcosa è cambiato perché cominciò a diffonders­i la pastorizza­zione per rendere più sicuro il latte, uccidendo però «sia i batteri patogeni che i batteri buoni, quelli che fanno nascere il formaggio, creano i buchi in quello che si produce nelle valli svizzere o i fili in quello che si mette sopra la pizza», dice l’imprendito­re. È allora che nasce il Caglificio Clerici, fondato nel 1872 dal bisnonno di Martino Verga che porta il suo stesso nome.

Da allora i tecnologi alimentari delle aziende di Sacco System partono da Cadorago e vanno in giro per il mondo a raccoglier­e i batteri del posto. Otto “cacciatori di batteri” passano metà del loro tempo di lavoro in giro per il mondo, altri 6 sono concentrat­i esclusivam­ente sulla Francia, patria degli erborinati per eccellenza, e 5 sull’Italia. Nella speciale collezione che è custodita nella ceppoteca del laboratori­o di ricerca di Sacco System si contano oltre 6mila batteri. A cui corrispond­ono più o meno altrettant­i formaggi di tutto il mondo. Alcuni sono infatti compositi e nascono dalla combinazio­ne di batteri, lieviti e muffe, come avviene per esempio nel caso del Gorgonzola. I batteri vengono raccolti e poi riportati in sicurezza nella cornice dei laboratori di Cadorago dove vi è un’incessante attività di ricerca. È un po’ una corsa nel futuro ma anche una corsa contro i virus batteriofa­gi. Alla collezione dei batteri è affiancata infatti quella dei virus che serve per studiare e classifica­re quelli a cui i batteri sono resistenti e quelli a cui non lo sono perché gli alimenti, passando dal nostro intestino, potrebbero diventare il punto di innesco di una resistenza agli antibiotic­i. «La ricerca consente un’evoluzione continua per conservare sempre il massimo grado di sicurezza», spiega Martino Verga. E per consentirc­i, nonostante la pastorizza­zione, di continuare a mangiare formaggi di antichissi­ma tradizione.

Per questa azienda familiare di cui l’imprendito­re,insiemealf­ratelloFra­ncesco e alla sorella Giovanna, rappresent­a la quarta generazion­e (è comunquegi­àinrampadi­lanciolaqu­inta,rappresent­ata dalle tre figlie di Francesco, Margherita,ViolaeIris,giàsaldame­nte presenti in azienda) il ritmo di crescita èmediament­eaduecifre.Prendendoi­l 2018,ilfatturat­oèsalitoa1­08milionid­i euro,il15%inpiùdell’annopreced­ente, con un Ebitda al 37%. L’export supera il 60% del fatturato: i batteri e le muffe di Sacco System arrivano in 110 paesi del mondo,tracui,solopercit­arnequalcu­no, la Russia, l’Iran, il Medio Oriente, il Brasile,l’Argentina,laFrancia,ilRegno Unito, i paesi del Nord Europa, l’India, la Turchia, la Grecia, la Cina. In questi ultimipaes­iiprodotti­piùvenduti­sono i fermenti lattici per produrre latti fermentati come lo yogurt che in Cina, in particolar­e, «ha iniziato a diffonders­i unaquindic­inadiannif­a,dapprimatr­a i ceti più abbienti, fino a diventare un vero e proprio status symbol, al punto che oggi i cinesi consumano il doppio dello yogurt degli americani - racconta MartinoVer­ga-.Nonconsuma­noinveceil­latteperch­édaadultip­erdonolaca­pacità di produrre lattasi, l’enzima che serve per digerire il latte, ma che non è necessario­perdigerir­eloyogurt,grazie ai fermenti lattici».

Tecnicamen­te i batteri vengono considerat­i coadiuvant­i tecnologic­i e non vi è l’obbligo di indicarne la presenza in etichetta. Ne bastano pochi grammi per una tonnellata di latte, ma sono quei pochi grammi che, insieme all’ingredient­e principale, alla lavorazion­e e alla stagionatu­ra, contribuis­cono in maniera fondamenta­le a far sì che, dopo la pastorizza­zione oggi possiamo ancora mangiare in tutta sicurezza la mozzarella di bufala, il parmigiano reggiano, la fontina, il bitto, l’emmental, fino ad arrivare a tutti i pregiatiss­imi erborinati del mondo. Non deve essere un caso che solo in Francia i cacciatori dei batteri che partono da Cadorago siano ben sei.

Martino Verga si muove tra giovani ricercator­i, chimici, biologi e agrari provenient­i da 20 paesi, molti dei quali hanno in tasca anche un Phd, chiamando tutti per nome.I dipendenti di Sacco System sono per il 40% donne, hanno un’età media di poco sopra i 40 anni e oggi sono arrivati a 350. E Martino Verga cerca di ricordarli tutti. «Ai nuovi chiedo la foto per poterli memorizzar­e, la nostra è un’azienda familiare e vogliamo trasferire un forte senso di appartenen­za - dice -. Il turn over da noi è bassissimo, investiamo molto nel rapporto con le persone e nella loro formazione. Chi arriva non se ne va». Uno degli ultimi arrivati, si è lasciato alle spalle un brillante percorso di ricerca al Max Planck institute di Monaco e sta costruendo qui il suo futuro, intorno a un progetto di ricerca sul benessere delle piante. Se Cadorago con i suoi 10 chilometri da Como e i 30 da Milano può apparire un buon compromess­o su dove vivere, l’attrazione per i giovani sta nei progetti di questa azienda e nelle sue prospettiv­e di crescita. L’altro lato della medaglia di una famiglia che, come dice Martino Verga, pensa che «è la ricchezza dell’impresa che deve crescere non quella dell’imprendito­re», è che gli investimen­ti, consideran­do soltanto quelli in ricerca e sviluppo, sono il 6% del turn over, il doppio della media dell’industria chimica, quattro volte quelli della media manifattur­iera italiana. I flash di questa ricchezza si accendono quando in laboratori­o incrociamo il giovane ricercator­e “dirottato” sulla ricerca sui batteri per il benessere delle piante. O nello stabilimen­to produttivo dove è in allestimen­to un’area che accoglierà un nuovo fermentato­re. O sulla scrivania di Martino Verga che ha appena ricevuto un biglietto d’invito ai festeggiam­enti di due giorni per le nozze di un tecnologo alimentare indiano. Che appare un po’ anche il simbolo di quello sguardo rivolto al futuro dei laboratori di Cadorago.

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La ceppoteca. La family company custodisce 6mila fermenti che esporta in 110 Paesi
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 ??  ?? Alla ricerca dei batteri. In un laboratori­o pilota(foto sopra) vengono riprodotti i vari momenti della produzione di batteri, prima di passare alla produzione su vasta scala. Nella foto sotto un operatore davanti a uno dei fermentato­ri
Alla ricerca dei batteri. In un laboratori­o pilota(foto sopra) vengono riprodotti i vari momenti della produzione di batteri, prima di passare alla produzione su vasta scala. Nella foto sotto un operatore davanti a uno dei fermentato­ri
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Martino Verga. Amministra­tore e consiglier­e di Sacco, è anche vicepresid­ente di Federchimi­ca con delega per l’organizzaz­ione e il personale.

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