Bankitalia trova la vittoria sul Piave
Schema Tercas difeso a oltranza anche in commissione d’inchiesta
Dietro l’ accoglimento dei ricorsi italiani contro la decisione della Dg Concorrenza di considerare« aiuto di Stato» l’ intervento per il salvataggio di Tercasc’ è la storia di un lungo braccio di ferro tecnico/ politico che ha visto come protagonista, fin dalle prime battute, la Banca d’ Italia. La difesa delFitd come strumentod’ intervento perla gestione delle crisi di banche non sistemiche arrivò subito da Via Nazionale. E dal 2014 in avanti, quando venne stoppata l’ operazione con la Popolare di Bari, la posizione non cambiò mai. La gestione delle crisi con l’intervento del Fitd - è stata l’ argomentazione sempre ribadita avrebbe evitatole liquidazioni coatte, il ricorso al burden sharing, l’azzeramento delle obbligazioni subordinate e la svendita degli Npl.
Due anni prima che venisse costituita la Commissione d’inchiesta sulle crisi, in un’audizione alla Camera convocata subito dopo la risoluzione delle quattro banche regionali, il capo della Vigilanza, Carmelo Barbagallo, lo spiegò chiaramente: con il Fitd e le risorse garantite da altre banche si sarebbero potute gestire quelle crisi «senza alcun sacrificio per i creditori». Ma il “no” dei commissari europei ai Servizi finanziari e alla Concorrenza, Jonathan Hill e Margrethe Vestager, fu insuperabile. Era il 9 dicembre 2015 e l’intervento di Barbagallo venne stigmatizzato in un duro comunicato dall’ufficio stampa della Commissione Ue. L’atteggiamento della Dg Concorrenza rimase ferma contro l’uso del Fitd anche in una forma con burden sharing da ultimo prefigurata.
Le polemiche contro la Vigilanza da parte di chi sosteneva, all’epoca come oggi, che si sarebbe dovuto procedere lo stesso, anche contro i veti di Bruxelles, avrebbero trovato la loro arena ideale nel 2017, nelle lunghe audizioni della Commissione Casini. Ma anche in quegli sviluppi Bankitalia spiegò sempre chela B ce non avrebbe mai potuto autorizzare operazioni di salvataggio contro il parere della Cammissione, e che se anche lo avesse fattogli istituti coinvolti avrebbero dovuto rispettare le norme contabili internazionali che impongono di fare accantonamenti prudenziali contro i rischi legali; accantonamenti che sarebbero stati pari agli interventi del Fitd, vanificandone l’utilità.
Bankitalia s’è costituita nei ricorsi al giudice europeo e cinque anni dopo incassa un risultato pieno. Se la su alinea avesse prevalso all’ inizio, la storia delle crisi bancarie di questi anni sarebbe stata tutta diversa. La sentenza di ieri è naturalmente appellabile davanti alla Corte di Giustizia. Ma se l’ orientamento espresso dal Tribunale venisse confermatosiaprirebbe la strada perla richiesta alla Commissione di risarcimenti anche molto consistenti.
La chiusura della Dg Comp è stata totale anche davanti a un’ipotesi di intervento con burden sharing