L’affondo di Italo: «Rfi non agisce secondo principi di terzietà»
Duro affondo di Italo contro Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), la controllata di Fs che gestisce l’infrastruttura. A lanciarlo ieri, nel corso di un’audizione in Senato, è stato l’ad Gianbattista La Rocca. «Ci vediamo costretti a evidenziare che Rfi non sempre agisce secondo principi di terzietà e di indipendenza», ha spiegato il top manager. Al momento, ha chiarito, «ci troviamo nella paradossale situazione per cui Italo, a causa di scelte poste in essere dal gestore dell’infrastruttura, non solo non riesce a estendere il proprio network e a dar seguito agli ingenti investimenti messi in campo per accrescere la quantità e la qualità del servizio dell’alta velocità, ma addirittura rischia di essere esclusa dal mercato». Le ragioni, a detta del ceo, vanno ricondotte alla decisione di Rfi di negare «inopitamente e all’ultimo minuto», l’incremento di capacità richiesto da Italo «da circa un anno» mettendo la società «nell’impossibilità di richiedere gli slot per l’anno prossimo e di far circolare i 10 treni già acquistati», nonostante l’infrastruttura «non possa essere dichiarata satura e nonostante fosse stata condivisa una soluzione con lo stesso gestore che garantiva maggiore puntualità e regolarità di tutti i servizi ferroviari».
A rendere la situazione più grave, ha aggiunto l’ad, l’imminente scadenza dell’8 aprile, entro la quale le imprese attive nel trasporto passeggeri (Italo e Trenitalia) devono richiedere le tracce per il 2020. «È evidente che al momento non siamo in grado di farlo», ha chiarito la società che ha già presentato una segnalazione all’Autorità dei trasporti «affinché richiami tutti i soggetti coinvolti alla corretta applicazione della normativa vigente». Insomma, Italo è decisa a dare battaglia al punto che, secondo fonti vicine all’azienda, non si esclude il ricorso all’Antitrust e alle autorità europee, o ancora azioni legali contro Rfi per ottenere il risarcimento dei danni subiti. La Rocca ha comunque espresso fiducia in un intervento dell’ad di Fs, Gianfranco Battisti, «probabilmente non informato dell’accaduto visto che la decisione di Rfi è di venerdì. È un sostenitore della concorrenza e quanto e più di noi ne conosce i benefici. Crediamo che neanche lui accetterà una decisione del genere».
Dal canto suo, Rfi ha ribadito «che le sue scelte operative sono sempre improntate a valori di terzietà verso tutte le imprese ferroviarie». Nelle scorse settimane, si legge nella nota diffusa ieri, la società ha inviato ai due operatori alcune proposte per i nuovi orari, contenenti tra l’altro «misure integrative» agli accordi quadro in essere «per ridurre le interferenze di circolazione e migliorare così gli indici di puntualità, incrementando al contempo la capacità a disposizione delle imprese». Su queste proposte, «per non creare evidenti situazioni di disparità», Rfi ha specificato che sarebbero state adottate solo con l’accordo di entrambi. «Le misure proposte non hanno però trovato una sintesi con uno dei due operatori», è la spiega del gestore. Che si è detto pronto a proseguire le trattative per arrivare a soluzioni «che migliorino le performance della rete e delle imprese». La partita, insomma, è tutt’altro che chiusa.