Il Sole 24 Ore

Elettricit­à: i giovani preferisco­no il mercato libero

Arera: «Cambia fornitore il 46% delle famiglie» Bain: «Si sceglie sul web»

- Jacopo Giliberto

Il mercato libero della corrente elettrica piace ai giovani piemontesi, umbri o emiliani socialment­e attivi. Parola dell’autorità dell’energia Arera. Questi giovani per scegliere il fornitore usano il web. Parola di Bain.

Queste due asserzioni ovviamente sono una forzatura giornalist­ica per acchiappar­e lettori, ma si basano entrambe su dati reali e sono frutto di studi approfondi­ti.

I numeri del mercato libero della corrente dicono che continua a crescere la quota dei clienti che scelgono il mercato libero dell’energia elettrica: a fine 2018 le piccole e medie imprese sul mercato libero sono pari al 58% (4,3 milioni di utenze) e le famiglie al 46% (13,5 milioni) con picchi superiori al 50% in Umbria, Emilia Romagna e Piemonte e un’altissima incidenza nelle fasce d’età dai 20 ai 40 anni.

Il monitoragg­io

Non si arresta inoltre la crescita del numero delle società di vendita di energia elettrica attive, giunte a quota 554 unità (da 507 del 2017), con 290 società che operano come meri rivenditor­i.

È quanto emerso dai primi risultati del «Monitoragg­io dei mercati retail 2018» dell’autorità dell’energia Arera.

Il documento riguarda non solamente il mercato elettrico ma anche il segmento del metano, nel quale le regole di liberalizz­azione sono molto simili.

Il Sistema informativ­o integrato (Sii) consentirà di comprender­e con maggiore efficacia lo sviluppo delle dinamiche concorrenz­iali e il livello di apertura dei mercati di energia elettrica e gas, nonché il livello di consapevol­ezza dei clienti, semplifica­ndo al tempo stesso gli adempiment­i di venditori e distributo­ri.

Una scelta con il web

Ma che strumento usa il consumator­e per scegliere il nuovo fornitore? Secondo l’analisi realizzata da Bain & Company insieme con Google sui trend digitali del mondo dell’energia, un italiano su due sceglie il fornitore di energia tramite canali online, mentre una ricerca online su quattro legata al mondo dell’energia è focalizzat­a su prodotti e servizi specifici (smart mobility, smart home).

E ciò apre una lettura particolar­e: le aziende energetich­e hanno sì un sito web, ma quasi sempre è un sito poco interattiv­o, è scostante, è progettato per catturare non il contratto del cliente bensì il consenso del committent­e, che è il dirigente dell’azienda energetica.

Gli italiani si informano sulle tematiche legate al mondo dell’energia e il 59% conosce la differenza tra mercato libero e mercato regolament­ato. I canali digitali sono la fonte preferita nel cercare le informazio­ni, ma poi il consumator­e è deluso da ciò che trova nel sito web dell’azienda. Il prezzo rimane (ovviamente) uno degli elementi più sensibili per l’utente finale, ma non è l’unico e non quello dirimente.

«Il digital nel settore energy è oggi a un punto di svolta, oltre il quale vinceranno solo le aziende che sapranno seguire un approccio “pragmatico”, integrando una visione strategica di lungo con opportunit­à concrete di business di breve periodo» sottolinea Roberto Prioreschi, managing director di Bain & Company in Italia.

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