«L’upgrade professionale al centro del welfare Epap»
L’evoluzione del sapere degli iscritti si aggiunge ai ruoli classici dell’ente
Un ruolo evoluto del welfare che punti più alla creazione di opportunità per gli iscritti che alla sola assistenza: è l’obiettivo principale dell’Epap, l’Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale. Ma il lavoro passa anche dal recupero dei contributi previdenziali pregressi; un’attività che - a detta del presidente Stefano Poeta ha portato risultati interessanti.
La vostra Cassa ha avviato nell’ultimo anno politiche antievasive e antielusive. Quali risultati avete ottenuto? Il saldo e stralcio avrà qualche impatto sull'ente?
I primi importanti effetti hanno registrato 626 adesioni alla rateizzazione dei debiti ante-2014, con 5,62 milioni riconosciuti e rateizzati e un decremento del -38,8% dei crediti maturati nel periodo 1996-2010.
La Cassa è un osservatorio privilegiato delle categorie: quali segnali registrate sul reddito e sull'eventuale ripresa? Esistono importanti differenze sul territorio? Se sì, sono legate anche alla specifica professione o è un fenomeno diffuso? L'ultimo decennio, dopo la crisi del 2008, ha evidenziato una “non crescita” dei redditi in termini assoluti, con una conseguente perdita dell'inflazione, e una riduzione dei volumi d’affari complessivi intorno al 20%, con significative differenze territoriali e professionali. Se la categoria dei geologi ha sofferto la crisi di tutto il comparto edilizio ed estrattivo, quella dei dottori agronomi e forestali ha “mantenuto le posizioni” non sfruttando in pieno un decennio di importante ripresa del settore agricolo-agroalimentare, evidenziando - soprattutto al Sud - una forte correlazione con gli investimenti sui fondi strutturali europei. Più stabili le categorie dei chimici e degli attuari. Ancora significativo il gap di genere sui volumi d’affari, circa il 30%, seppur in calo rispetto al passato.
La Cassa ha avviato delle politiche di welfare attivo in aiuto alla professione. Ci racconta quali sono e che gradimento hanno avuto?
Il welfare attivo è entrato a pieno titolo nel programma di mandato insieme al tradizionale welfare del bisogno e alle funzioni previdenziali. Per il 2019 sono già in programma iniziative per lo sviluppo professionale, la copertura dei rischi, l’acquisizione di strumenti tecnologici, la crescita delle conoscenze degli iscritti, la valorizzazione del patrimonio immateriale degli studi. L’ultima azione a servizio degli iscritti riguarda l’accesso gratuito al patrimonio informativo di “Banca Dati 24”. In meno di un mese dal lancio ci sono stati oltre 2mila accessi e 25mila visualizzazioni. Un risultato straordinario. Escludendo ogni assistenzialismo, impossibile e iniquo, abbiamo ritenuto che il sostegno al reddito professionale debba passare attraverso la creazione di opportunità, la fornitura di servizi, l’innalzamento della conoscenza. Per questo l’Ente ha ritenuto di fare la migliore politica previdenziale investendo su strumenti di conoscenza che possano innalzare le occasioni professionali e i mezzi a disposizione dei propri iscritti.
In che modo la tecnologia influenza le professioni iscritte ad Epap? Come le sta modificando? È un fenomeno che ha riflessi sulla Cassa?
Il progresso tecnologico ha facilitato il lavoro ma ha aumentato la burocrazia da parte degli enti pubblici. Il nostro è un Paese per molti aspetti frammentato territorialmente, con problematiche legate alla pressione fiscale eccessiva, a un mancato ammodernamento delle professioni di riferimento del nostro Ente, a una non ben definita regolazione della concorrenza e a una pressoché assente pianificazione del «sistema delle professioni» italiano. Si rende necessaria una forma di welfare che provveda quantomeno all’upgrade professionale, nei suoi aspetti più tecnici e legati allo sviluppo digitale, e ne sostenga fiscalmente e politicamente i redditi. Noi stiamo andando in questa direzione.
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