Migranti sbarcati a Lampedusa Sotto sequestro la nave Ong
La procura di Agrigento indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina Salvini: «È la nave dei centri sociali». Di Maio: fermare chi non rispetta le regole
La verità finale sul caso Nave Jonio arriverà oggi. Quando si capirà se oltre al sequestro dell’imbarcazione coordinata dal capo missione Luca Casarini, ex leader dei no global, ci saranno anche iscritti nel registro degli indagati. I migranti sono sbarcati nel porto di Lampedusa ma la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo, fino a ieri contro ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Salvini ha definito la Jonio «la nave dei centri sociali». L’equipaggio sarà sentito in queste ore dai finanzieri su delega del procuratore Luigi Patronaggio e l’aggiunto Salvatore Vella. Ma la linea del governo sul caso appare compatta. Le assicurazioni sui diritti umani e l’assistenza umanitaria sono state fatte dal presidente del Consiglio in Senato. Aggiunge però Conte: «Consentire sbarchi indiscriminati senza limiti non equivale a offrire accoglienza».
Trionfa Salvini, in serata ringrazia Polizia di Stato, Guardia Costiera e Guardia di Finanza «per il lavoro svolto» e in corso: tutte e tre hanno la delega di polizia giudiziaria sul caso. Ieri verso le 13 Salvini aveva convocato i loro vertici al Viminale proprio per fare il punto.
La svolta è arrivata attorno alle 19 quando il Viminale ha reso nota la decisione della procura. Secondo procedura, entro 48 ore i pm porteranno i loro atti al giudice per le indagini preliminari, quest’ultimo avrà altri due giorni per convalidare o meno il sequestro. Alla vigilia del voto in Senato sul caso Diciotti, dunque, Salvini parte in vantaggio proprio con il caso nave Jonio. Il vicepresidente del Consiglio M5S Luigi Di Maio nel pomeriggio in trasmissione a Pomeriggio Cinque aveva detto: «Spero il prima possibile facciano il sequestro. Se le navi delle Ong non rispettano le regole bisogna fermarle perché mettono a rischio la vita dei migranti».
Ieri, peraltro, è emerso che nella zona del soccorso in acque libiche, prima dell’arrivo di nave Jonio, stazionava una barca a vela sempre dell’Ong Mediterranea. Un fatto destinato ad alimentare i sospetti degli inquirenti. Secondo Salvini nave Jonio «è certo che non abbia soccorso naufraghi che rischiavano di affogare ma sia inserita in un traffico di esseri umani, organizzato, concordato e programmato». Se l’autorità giudiziaria nelle prossime mosse confermerà le ipotesi delineate dalla polizia giudiziaria, il ministro dell’Interno potrà sostenere la fondatezza della sua direttiva di lunedì sera contesta con durezza dalle opposizioni come Riccardo Magi (+Europa).
Emanato d’urgenza proprio sul caso nave Jonio, il testo ministeriale sostiene tra l’altro come il comandante della nave, rifiutatosi di collaborare con le autorità libiche, non potesse non essere «consapevole, alla luce della normativa internazionale applicabile, della non competenza delle autorità italiane». E nonostante questo «abbia deliberatamente condotto l’imbarcazione verso le coste italiane». Ieri il ministro dell’Interno ha sottolineato: «Il primo reato commesso è quello di aver ignorato per due volte l’alt della guardia di Finanza» all’ingresso in porto. Poi ci sarebbero «tracce evidenti di contatti con altri soggetti».
Il segretario Pd Nicola Zingaretti invece parla di «tragica sceneggiata contro gli esseri umani da parte di chi si sente forte contro i deboli e non fa assolutamente nulla per gestire e governare». I 48 migranti sono scesi in porto a Lampedusa urlando «liberté, liberté!». Ieri intanto l’Oim (organization for migration) ha reso noto che un barcone con un numero imprecisato di migranti è naufragato al largo di Sabratha davanti alle coste libiche. Soccorsi e portati in ospedale in Libia 15 superstiti, non sono ancora noti i morti e i dispersi.