Il Sole 24 Ore

Il nodo coperture ritarda la fiducia

All’Anpal altri 25 milioni Alle pensioni di cittadinan­za il 5,7% della dote totale

- Giorgio Pogliotti Marco Rogari

Un ultimo miglio alla Camera all’insegna dell’ennesimo stop and go per il decretone. Nel primo pomeriggio di ieri, quando il Governo sembrava pronto a formalizza­re la “blindatura”, il testo, in Aula da lunedì, è stato rinviato alle commission­i parlamenta­ri di merito per diversi aggiustame­nti tecnici, tutti legati alle coperture del provvedime­nto.

Ben 16 sono state le correzioni chieste dalla Commission­e Bilancio, dove l’articolato è stato esaminato per un’ora e mezza, con un parere che è stato votato dalla maggioranz­a e che le commission­i Lavoro e Affari sociali hanno dovuto recepire. Solo in serata, sciolto il “nodo-coperture” non senza momenti di caos e tensioni con le opposizion­i, l’Esecutivo ha formalment­e chiesto la fiducia sul Dl che sarà votata oggi dall’Assemblea di Montecitor­io. Tra i ritocchi apportati in extremis quello per rafforzare la dote per il funzioname­nto dell’Anpal prevedendo un’autorizzaz­ione di spesa di 10 milioni per quest’anno, ai quali si aggiungono altri 10 milioni nel 2020 e 5 milioni nel 2021 (in tutto 25 milioni). Le risorse vengono garantite, nel primo anno, da un taglio dei fondi stanziati dalla legge di Bilancio in favore delle Regioni per il personale per i centri di impiego, mentre per gli anni successivi si attinge dal Fondo generale per il reddito di cittadinan­za. Che, stando al dossier del Servizio bilancio della Camera, anche nel caso di un “tiraggio” perfettame­nte in linea con le stime della relazione tecnica del provvedime­nto dovrebbe, alla fine, presentare un “residuo” minimo di circa 300 milioni nel 2019, una quarantina nel 2020 e poco meno di 700 milioni nel 2021.

Il parere della commission­e Bilancio della Camera precisa anche che la quota di risorse assorbite dalla pensione di cittadinan­za «rispetto agli importi di spesa annua» è «pari per il 2019 al 5,7% del totale». Si tratterebb­e di poco più di 350 milioni visto che dei 7,1 miliardi stanziati dalla manovra 480 milioni vengono destinati dal decretone ai centri per l’impiego. Tra le condizioni poste dalla “Bilancio” anche quella di precisare nel decreto del ministero del Lavoro con cui verranno nominati i nuovi presidenti di Inps e di Inail e rispettivi Cda, che gli emolumenti ai membri della nuova governance saranno definiti senza nuovi oneri per i conti pubblici.

Intanto dal 6 marzo sono 612mila le domande presentate o in via di presentazi­one attraverso i tre canali disponibil­i. In particolar­e sono 192.310 le domande presentate a Poste italiane, di cui 166.710 presso gli uffici postali e 25.600 online. Le prime cinque regioni per numero di richieste sono la Lombardia (26.492), la Campania (25.486), la Sicilia (21.071), il Piemonte (18.118) e il Lazio (17.971). Inoltre in 420mila hanno depositato la domanda o preso appuntamen­to nei Caf, dove si viaggia al ritmo di 100mila sottoscriz­ioni ogni settimana.

Presentate 612mila domande per il reddito Alle Poste prima la Lombardia, seconda la Campania

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