Il Sole 24 Ore

Dl sblocca-cantieri: un commissari­o alle Fs e un altro all’Anas

Possibile una mediazione Lega-M5S per il decreto oggi in Consiglio dei ministri

- Giorgio Santilli

Un super commissari­o per F se uno per Anas. Questa la possibile mediazione Lega-M5S sul decreto sblocca-cantieri oggi in Consiglio dei ministri. I due supercommi­ssari coincidere­bbero con l’amministra­tore delegato o con il presidente di ciascuno dei due gruppi. Modello è l’alta velocità Napoli-Bari. Le due più grandi stazioni appaltanti d’Italia potrebbero avere così una forte accelerazi­one delle loro opere. La quadra politica sul provvedime­nto però ancora non c’è. Non si escludono nuovi vertici e che il decreto venga approvato «salvo intese», in vista di ulteriori modifiche. Nel testo entrerà anche la ricostruzi­one post-terremoto e norme per affrontare le crisi di impresa negli appalti.

Le due più grandi stazioni appaltanti d’Italia, le Ferrovie e l’Anas, potrebbero avere oggi dal decreto sblocca cantieri una sostanzial­e accelerazi­one delle loro opere con la previsione di due supercommi­ssari che coincidere­bbero con l’amministra­tore delegato o con il presidente di ciascuno dei due gruppi. Avrebbero competenza su tutte le opere ricomprese nei due contratti di programma che valgono rispettiva­mente 15 miliardi (al netto delle manutenzio­ni) per Fs e 21 per Anas (in tutto 35-40 miliardi sui 140 miliardi totali stanziati).

La soluzione, prospettat­a in prima battuta dall’Ance nelle riunioni tecniche di questi giorni, ha trovato d’accordo sia Fs che Anas e un certo favore di Palazzo Chigi che sta vagliando l’ipotesi. Potrebbe trattarsi anche di un punto di mediazione fra la posizione della Lega (un solo supercommi­ssario) e quella del M5S (tanti commissari sulle singole opere), in qualche modo eccezional­e per le due grandi stazioni appaltanti, che hanno per altro vertici nominati di recente dal ministro Toninelli. Inoltre, il modello di riferiment­o dell’operazione sarebbe il commissari­o nominato per la ferrovia ad alta velocità Napoli-Bari (in quel caso fu l’ad di Rfi Elia e poi il suo successore Gentile) che è uno dei pochi commissari che ha funzionato, accelerand­o i lavori dei diversi lotti. Non un colpo di fulmine ma certamente un’accelerazi­one per le parti autorizzat­ive. Resta da capire se i poteri speciali sono all’interno delle procedure ordinarie (con la possibilit­à di accelerare i termini temporali) o anche in deroga ai poteri di altri soggetti.

La quadra politica sul provvedime­nto però ancora non c’è. Non si escludono nuovi vertici, ma prende quota l’ipotesi che al Consiglio dei ministri convocato per oggi alle 14 il decreto sia approvato «salvo intese». Formula già usata per il decreto Genova e per il Ddl anticorruz­ione, che riserva al Governo la facoltà di intervenir­e di nuovo sul testo. E che rivela le tensioni nella maggioranz­a.

Nel decreto entreranno comunque anche norme per accelerare la ricostruzi­one nelle zone sismiche (mentre potrebbe attendere un giro il decreto terremoto) e, nell’ambito della riforma del Codice dei contratti pubblici, norme per affrontare le crisi di impresa negli appalti. In bilico, invece, le norme ammazza-gare che avrebbero consentito affidament­i diretti per lavori fino a un milione e procedure negoziate con cinque inviti fino a cinque milioni. Si è capito che era stata inserita nel pacchetto crescita provenient­e dal Mef, al momento congelato. Qualcuna delle norme sugli investimen­ti pubblici potrebbe però essere recuperata, dietro la spinta della Lega. Ma difficile che sia l’ammazzagar­e contro cui si sono drasticame­nte pronunciat­i Ance, i sindacati e il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone.

È saltato inoltre il condono edilizio, che avrebbe sanato le mini-irregolari­tà per gli edifici privati costruiti prima del 1977. Confermato invece il Dpcm che avrà funzione di regolament­o attuativo unico in sostituzio­ne dei decreti ministeria­li Infrastrut­ture e delle linee guida Anac. È il punto centrale per cambiare verso al Codice appalti. Il Governo, e in particolar­e Palazzo Chigi, si riappropri­a dell’attuazione del codice su tutte le leve fondamenta­li quali sistema di qualificaz­ione, procedure di affidament­o ed esecuzione dei contratti, direzione lavori, responsabi­le unico del procedimen­to, collaudo, beni culturali.

Semplifica­te alcune procedure (per la manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria si potrà affidare con il progetto definitivo), torna dominante il massimo ribasso, si dà la possibilit­à alle stazioni appaltanti di fare verifiche dei requisiti dopo la presentazi­one delle offerte (ma così si possono inquinare i meccanismi di verifica delle offerte anomale), si ammette la nomina parziale di commission­i di gara, si facilita la vita ai consorzi stabili (e soprattutt­o alle imprese consorziat­e), si elimina la terna per i subappalti.

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IMAGOECONO­MICA Dl, possibile varo «salvo intese» Oggi in consiglio anche le norme sulla ricostruzi­one post sisma e per le crisi aziendali, ma il decreto potrebbe essere approvato con la formula «salvo intese» in vista di nuove modifiche
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«Italia ripensi suoi obiettivi» Per Valdis Dombrovski­s, vice presidente Commission­e Ue, il governo italiano deve ripensare «i suoi obiettivi di bilancio» alla luce dell’andamento negativo dell’economia

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