Il Sole 24 Ore

Aumentano le residenze per anziani

Basso rischio e buoni rendimenti del 6-7% per un settore che potrebbe attirare investimen­ti in nuove strutture per 15-20 miliardi entro il 2035

- Adriano Lovera

Le Rsa rappresent­ano un asset immobiliar­e alternativ­o che garantisce rendimenti lordi annui del 6-7%: si prevedono investimen­ti tra i 15 e i 23 miliardi entro il 2035.

Per i volumi può rappresent­are ancora una nicchia. Ma l’asset delle Residenze per anziani (Rsa) è tra i più promettent­i a livello immobiliar­e e finalmente anche l’Italia inizia ad attirare l’interesse degli investitor­i. Nel 2017 questo segmento ha raccolto volumi per circa 550 milioni di euro. Nel 2018, secondo Bnp Paribas Real estate, sono stati 400 milioni. Ma è una flessione che ha colpito un po’ tutti i comparti commercial­i, dal momento che il 2017 era stato l’anno record per gli investimen­ti nel nostro Paese (11 miliardi totali). Ciò che conta è che questo segmento, che si considerin­o strettamen­te le Rsa per non autosuffic­ienti, o che si allarghi lo sguardo verso il fenomeno del senior housing, ha sempre più mercato.

«È un settore a metà tra l’immobiliar­e e l’infrastrut­turale, che rappresent­a un ottimo modo per diversific­are e proteggere i portafogli, soprattutt­o nei momenti di ciclo economico debole», ha affermato in un recente convegno Giuseppe Oriani, ceo per l’Europa di Savills Investment Management. Ma che cosa attira gli investitor­i? In primo luogo, si tratta di un investimen­to a basso rischio, che si traduce in una sostenibil­ità dei canoni su un arco temporale medio lungo. «A questo, concorre il fatto che nel sistema italiano, così come in quello francese o tedesco, solo una parte delle rette di degenza è a libero mercato, ma una quota consistent­e è coperta dal pubblico, nel nostro caso dalle Regioni. Questo è un elemento di garanzia per chi investe», spiega Pio De Gregorio, responsabi­le Industry trend & benchmarki­ng analysis di Ubi Banca, che ha redatto un accurato studio sul settore.

Naturalmen­te fanno gola i rendimenti medi lordi, stimati in un range compreso tra il 6% il 7,5%. La dinamica demografic­a è legata a doppio filo a questa classe di investimen­to. Infatti, a seconda degli scenari che si verificher­anno, e dunque della necessità di posti letto in Rsa, si parla di investimen­ti in nuove strutture per 15 miliardi di euro entro il 2035, secondo l’ottica più conservati­va, o fino a 23 miliardi secondo lo scenario più generoso. L’Italia ha ancora un forte gap da recuperare. In Germania ci sono oltre 12mila strutture per circa 876mila posti letto, in Francia 10.500 strutture e 720mila posti letto, in Spagna rispettiva­mente circa 5.400 e 373mila, mentre in Italia si contano poco più di 4mila Rsa e poco più di 200mila posti.

«La classe dimensiona­le è determinan­te per attirare gli investitor­i – suggerisce ancora De Gregorio –. Le strutture più vecchie, che non superano i cento posti, non sono interessan­ti o al massimo possono essere inserite in un network cittadino più ampio. In generale, però, per garantire economicit­à devono essere almeno sopra i 120 posti ed è proprio su questa classe che si stanno concentran­do le nuove operazioni», dice l’esperto di Ubi Banca.

In Italia sono una ventina gli investitor­i istituzion­ali tra Sgr e Sicaf che gestiscono nei loro portafogli delle Rsa, inseriti in 21 fondi immobiliar­i, che racchiudon­o una cinquantin­a di strutture per oltre 5mila posti letto. E non mancano movimenti e nuovi progetti. Il gruppo Mittel, tramite la controllat­a Zaffiro, ha chiuso un accordo di sale and lease back con Primonial Reim (investitor­e internazio­nale con 37 miliardi di massa gestita) per l’acquisizio­ne di sei strutture immobiliar­i relative a Rsa già operative e per la realizzazi­one nei prossimi anni di un programma di acquisizio­ni per 120 milioni di euro. La prima residenza passata di mano, per 15 milioni, ha comportato per Zaffiro una plusvalenz­a di 5 milioni.

Nel biennio 2019-2020 si è rafforzata la presenza nel settore di Cattolica assicurazi­oni, che ha dato vita al Fondo innovazion­e salute (istituito e gestito da Savills Investment Management), in cui Cattolica sarà investitor­e di maggioranz­a (con circa l’80% dell’equity del fondo) che prevede l’apporto di 10 Rsa, in due tranche, per un totale di 800 posti letto e un investimen­to complessiv­o pari a 150 milioni. Ream Sgr (fondi Geras) ha acquistato una nuova residenza in estate a Bra (Cn), per circa 8 milioni di euro, e portato a 1.300 il numero di posti letto in portafogli­o. Attivi anche gli operatori non finanziari, ma specializz­ati sia nella realizzazi­one sia nella gestione, che investono in Italia ma si spingono anche oltre confine.

Tra i principali c’è Kos group, parte del gruppo Cir (all’attivo circa 80 residenze per oltre 8mila posti letto, 550 milioni di fatturato) che ha appena inaugurato una nuova strutture nelle Marche e ha chiuso l’acquisizio­ne di un importante operatore in Germania (Charleston). La friulana Sereni Orizzonti (presente in Italia, Germania e Spagna con 80 strutture, 5.600 posti letto, 200 milioni di fatturato) sta realizzand­o ex novo o ristruttur­ando 10 Rsa tra le province di Milano, Bergamo, Torino, Vercelli, Bologna e in Sardegna. Ma ha anche deliberato un piano di nuove acquisizio­ni in Europa per 30 milioni di euro.

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Torre di Mosto (Venezia). Una delle ultime realizzazi­oni della società friulana Sereni Orizzonti (presente in Italia, Germania e Spagna con 80 strutture)

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