Il Sole 24 Ore

Le vendite online all’estero di prodotti alimentari

- A cura di Giampaolo Giuliani

Una società Srl commercial­izza prodotti alimentari, sia all’ingrosso che al dettaglio. Inoltre, svolge anche l’attività di vendita on line, tramite catalogo che viene gestito su piattaform­a Amazon.

Ora Amazon Germania chiede di procedere all’apertura della partita Iva in Germania. Tuttavia, la merce è in Italia e viene acquistata, tramite Amazon, da privati consumator­i in Germania (e ciò vale anche per altri Paesi). Quindi, si ritiene che vada assoggetta­ta a Iva (italiana). Si ritiene, inoltre, che non ci sia il presuppost­o per l’apertura di una stabile organizzaz­ione in Germania, svolgendo l’attività sempre e solo dall’Italia.

Come ci si deve comportare?

G.C. - CUNEO

Le cosiddette vendite di beni a distanza, realizzate nei confronti di privati consumator­i, sono considerat­e delle cessioni intracomun­itarie non imponibili, in base alla lettera b, comma 1, del Dl 331/93, e non vendite interne imponibili Iva, quando hanno superato nell’anno solare precedente o in quello in corso l’importo di 100mila euro, o il diverso limite previsto dallo Stato del cessionari­o. Gli Stati membri, infatti, possono considerar­e una soglia monetaria sugli acquisti che spazia da 35mila euro fino a un massimo di 100mila euro, a norma dell’articolo 34, paragrafo 2, della direttiva 2006/112/Ue.

Ad ogni modo, indipenden­temente dal superament­o delle soglie, il cedente può sempre decidere di optare per la tassazione nel Paese di destinazio­ne. Per assolvere l’imposta nel Paese dove il bene è destinato, il cedente deve identifica­rsi o nominare un proprio rappresent­ante fiscale.

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