Dalla complessità del Fisco un freno agli investimenti
Non c’è solo l’onere da adempimento. Le grandi imprese chiedono interventi per ridurre il rischio di sanzioni e di costi reputazionali, che spesso derivano da mancanza di certezza delle regole e dal continuo cambiamento delle norme tributario. A rilevarlo è la ricerca effettuata dall’Osservatorio fiscale e contabile (Ofc) Sda Bocconi, diretto da Carlo Garbarino, in collaborazione con Bat (British american tobacco) Italia. Ricerca che sarà presentata oggi dalle 17.30 in Bocconi alla presenza dell’ex ministro dell’Economia, Giovanni Tria, l’ex viceministro, Luigi Casero, e l’ex direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. A rispondere sono stati i tax director di importanti imprese anche con presenza internazionale. La risposta attesa dal workshop è quanto la complessità degli obblighi tributari e del rischio di sanzioni incida in termini di prodotto interno lordo (Pil).
A registrare un elevato gradimento sono tutti gli strumenti introdotti per prevenire il contenzioso con il Fisco, in particolar modo gli interpelli e il regime della cooperative compliance. Anche perché ad avviso degli interpellati la variabile dell’incertezza/complessità fiscale italiana allo stato attuale costituisce un disincentivo alla crescita ed agli investimenti nella misura in cui aggrava i costi occulti fiscali delle imprese».