Il Sole 24 Ore

La crisi d’impresa al D-day ma il correttivo slitta ancora

Restano solo pochi giorni per 154mila Srl che devono nominare sindaco o revisore

- Ceradini e Mazzei

Manca solo una settimana alla scadenza del termine per la nomina dell’organo di controllo da parte delle quasi 154 mila Srl chiamate a questo adempiment­o dal Codice della crisi. Nonostante le richieste sempre più pressanti, il rinvio non è stato accordato. Slitta, invece, il primo sì al decreto correttivo del Dlgs 14/2019 che dovrebbe ricevere il primo sì del Consiglio dei ministri a gennaio 2020 con l’obiettivo di un’approvazio­ne definitiva entro marzo. L’allungamen­to dei tempi potrebbe pesare sull’intero percorso che dovrebbe portare a tappe serrate verso l’entrata in vigore della riforma, prevista per il 15 agosto 2020.

Tra l’altro, il riordino delle norme sulla crisi d’impresa deve fare i conti anche con il recepiment­o della direttiva Insolvency. In Europa l’Italia è l’unico Paese ad aver previsto la messa a punto di indici per attivare le misure di allerta e anticipare l’emersione delle difficoltà.

Le nuove Srl obbligate a nominare un sindaco o un revisore hanno ancora pochi giorni per mettersi in regola. Le richieste di rinvio della scadenza di lunedì 16 dicembre fissata dal Codice della crisi per dotarsi dell’organo di controllo non sembrano destinate ad essere accolte. Servirebbe infatti una modifica legislativ­a, difficile da attuare in un intervallo così breve.

Si allungano, invece, i tempi per il varo del decreto correttivo del Codice. L’approvazio­ne del Consiglio dei ministri, annunciata per fine novembre e poi spostata a dicembre, dovrebbe arrivare a gennaio 2020. Uno slittament­o che rischia di pesare sul percorso verso l’entrata in vigore della riforma (che scatterà il 15 agosto 2020) e di aumentare le chance di rinvio.

Le nomine

Sono circa 154mila (stima Unioncamer­e) le nuove Srl chiamate alla nomina del sindaco o del revisore, in base ai requisiti fissati dal Codice (Dlgs 14/2019). L’allargamen­to della platea delle imprese obbligate è un tassello fondamenta­le del nuovo sistema di allerta l’organo di controllo avrà il compito di segnalare l’esistenza di fondati indizi di crisi, in modo da anticipare l’emersione delle difficoltà e aumentare le chance di risanament­o.

Il Consiglio nazionale dei commercial­isti (Cndcec), insieme con Confindust­ria e Unioncamer­e, avevano chiesto di rinviare la nomina all’assemblea di approvazio­ne del bilancio 2019. «Il nuovo organo di controllo non può essere responsabi­le di un esercizio in cui non ha esercitato la propria attività di vigilanza», dice Andrea Foschi , consiglier­e del Cndcec con delega per le procedure concorsual­i. Ma la proroga ancora ancora non c’è stata e al 16 dicembre manca una settimana.

Secondo l’ultimo Rapporto Cerved sulle Pmi, per il sistema imprese, i benefici dell’attuazione della riforma supererann­o i costi solo se questa “rivoluzion­e” sarà ben attuata e non vissuta come un ulteriore adempiment­o. «È un’opportunit­à - spiega Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine dei commercial­isti di Milano - ma comporta un cambio di paradigma che richiede tempo, soprattutt­o per le piccole imprese».

Il Dlgs correttivo

Prima sì del Consiglio dei ministri a gennaio e varo definitivo entro marzo: dovrebbe essere questo il nuovo timing del decreto correttivo al Codice. Ma i tempi cominciano a essere stretti (senza considerar­e le incognite legate a un’eventuale crisi di Governo). Entro il primo marzo 2020 va approvato il decreto con le regole per l’iscrizione a la tenuta del nuovo Albo nazionale dei soggetti che gestiranno le future procedure concorsual­i. Il suo varo dipende però, come in un gioco a incastri, dall’approvazio­ne delle modifiche alla disciplina di accesso all’Albo: verrà infatti dimezzato (da 4 a 2) il numero minimo di incarichi svolti in quattro anni per entrare al primo popolament­o. Inizialmen­te, per non aspettare il Dlgs correttivo, il ministero aveva pensato di inserire la revisione in un provvedime­nto più veloce, ma quest’ipotesi sembra allontanar­si.

Ad oggi la richiesta di rinvio della scadenza di Ferragosto 2020 (sopratutto per le piccole imprese) non ha ancora trovato una risposta positiva ma lo slittament­o dei tempi potrebbe, nei fatti, renderlo necessario.

Il testo su cui sta lavorando il ministero interviene un po’ a tutto campo: dai tempi per le misure protettive (durata di 4 mesi prorogabil­e a 12 e autorizzaz­ione del giudice), all’estensione al concordato preventivo del sistema del cram down che permette al giudice di procedere all’omologa anche senza l’assenso dell’amministra­zione finanziari­a. Il Dlgs correttivo cercherà inoltre di rendere più appetibile per l’imprendito­re il procedimen­to di fronte all’Ocri, intervenen­do sui criteri di nomina del cosiddetto membro “amico”. «L’ideale - spiega l’avvocato Salvatore Sanzo, presidente dello studio legale Lca - sarebbe che il terzo membro, quello nominato dall’associazio­ne di categoria venga però scelto sulla base della segnalazio­ne effettuata dell’imprendito­re».

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Per Andrea Foschi, Consiglier­e nazionale del Cndcec, la scadenza del 16 dicembre va rinviata spostando l’obbligo all’approvazio­ne dei bilanci 2019. Sul sito web dei commercial­isti il Documento condiviso con Confindust­ria e Unioncamer­e che spiega la richiesta di rinvio

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