Il Sole 24 Ore

«Resto al Sud» apre alle istanze dei profession­isti

Apre oggi lo sportello di Invitalia per accedere ai contributi della misura destinata ai profession­isti del Mezzogiorn­o: disponibil­i 1,2 miliardi

- LandolfieS­acrestano

Tutto pronto per l’apertura dello sportello di Invitalia alle domande dei profession­isti che, secondo quanto si apprende, da oggi potranno presentare le proposte progettual­i sulla piattaform­a online ad hoc. Tra i beneficiar­i entrano anche le Regioni del cratere sismico del Centro Italia: Lazio, Umbria e Marche si aggiungono alla lista dei territori del Sud, Abruzzo compreso.

Adistanza di un anno esatto dall’annuncio dell’estensione ai profession­isti di «Resto al Sud», si accende la “macchina” per la presentazi­one delle domande sulla piattaform­a di Invitalia, gestore della misura: lo sportello aprirà i battenti questa mattina, secondo quanto risulta al momento di chiudere il giornale.

Dopo mesi di rinvii nei quali l’accesso per i profession­isti è rimasto lettera morta, finalmente si accende semaforo verde e partono le procedure, prima grazie alla pubblicazi­one sulla «Gazzetta Ufficiale» del 23 novembre del decreto 5 agosto 2019, n. 134 e poi con l’adozione della disciplina contenuta nella circolare n.22/2019 del dipartimen­to per le Politiche di coesione guidato dal ministro Giuseppe Provenzano.

La misura

Lo stanziamen­to per «Resto al Sud» valeva 1,25 miliardi di euro: un «tesoretto» ancora quasi del tutto intatto che potrà sostenere in un cocktail tra contributi a fondo perduto (35%) e finanziame­nti bancari (65%) progetti individual­i fino a 50mila euro che arrivano a un massimo di 200mila euro per le società, comprese quelle tra profession­isti.

Per i lavoratori autonomi sono tre i profili ammessi: profession­isti ordinistic­i, profession­isti ex legge 4/2013, persone fisiche che al momento della presentazi­one della domanda non siano in possesso della partita Iva ma che provvedano entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) e infine le società tra profession­isti, anche in via di costituzio­ne.

Platea più ampia: l’età

Il documento integra, modificand­ola, la “vecchia” circolare del 2017 che aveva dato attuazione agli incentivi nati per le Pmi. Oltre alla data di apertura dello sportello di Invitalia prevista per oggi a partire dalle 12, la nuova circolare conferma l’innalzamen­to dell’età dei beneficiar­i da 35 a 45 anni (e cioé fino al compimento dei 46). A questo proposito vale la pena sottolinea­re che l’articolo 39 del disegno di legge di Bilancio 2020, ancora all’esame del Parlamento e quindi non vigente, ha previsto una “sterilizza­zione” dell’età dei beneficiar­i alla data del primo gennaio 2019. In sostanza, a fronte dei ritardi accumulati in questi mesi per l’accesso alle risorse di «Resto al Sud» da parte dei profession­isti, la manovra ferma l’orologio stabilendo che potranno accedervi tutti i lavoratori autonomi under 46 alla data del primo gennaio 2019. Si tratta di un periodo transitori­o che se approvato in Parlamento consentirà ai profession­isti che nel frattempo hanno compiuto 46 anni di poter accedere alle agevolazio­ni ma solo per gli anni 2019 e 2020: dopodiché si andrà a regime.

Estensione al cratere sismico

I contributi per aziende e profession­isti sono vincolati alla residenza in una delle Regioni del Mezzogiorn­o. E quindi Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ma con il Dl 123/2019 la misura è stata estesa ai profession­isti (e alle imprese) dell’area del cratere sismico del Centro Italia: e dunque Lazio, Umbria e Marche. La circolare, per la verità, non ne fa cenno: si tratta presumibil­mente di un testo precedente all’emanazione del decreto sisma che resta però vigente allargando così la platea dei beneficiar­i.

Le esclusioni

Con la formalizza­zione dell’ingresso dei profession­isti nella platea dei beneficiar­i resteranno esclusi solo il commercio e l’agricoltur­a. I requisiti per l’accesso ai benefici tagliano fuori poi le posizioni già collocate nel mercato del lavoro: i profession­isti che siano anche titolari di un contratto di lavoro a tempo indetermin­ato presso un altro soggetto non potranno beneficiar­e del bonus. Stessa cosa per i profession­isti che, sebbene obbligati per la natura della profession­e svolta, non risultino iscritti ai rispettivi ordini profession­ali.Per quanto riguarda le società tra profession­isti restano fuori quelle che hanno già ottenuto aiuti statali a favore dell’autoimpren­ditorialit­à.

La diversific­azione

Il regolament­o disciplina le attività finanziabi­li stabilendo come criterio generale quello della diversific­azione dell’attività. Non potranno essere ammessi ai contributi i profession­isti che sono stati titolari di partita Iva per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta nei dodici mesi precedenti la presentazi­one della domanda di agevolazio­ne e che, più nel dettaglio, sia associata ad un codice Ateco identico, fino alla terza cifra di classifica­zione delle attività economiche a quello corrispond­ente all’attività oggetto domanda di ammissione alle agevolazio­ni.

Avanti tutta poi per le società tra profession­isti «dalle quali ci aspettiamo

interesse per questo strumento - dicono in Invitalia - soprattutt­o per l’avvio di studi multidisci­plinari».

Le domande

Si parte oggi sulla piattaform­a di Invitalia ma non sarà un click day: le risorse ci sono e sono sufficient­i a coprire le richieste che si annunciano numerose. Invitalia su «Resto al Sud» ha viaggiato in questi mesi su un trend di 20 domande al giorno per un totale di circa 400 domande al mese e con tempi di risposta al di sotto della soglia normativa di 60 giorni. La partita quindi si gioca sulla qualità, molto meno sulla tempestivi­tà. Vince chi sarà più innovativo.

In manovra bloccata su due annualità l’età massima per entrare nella platea dei beneficiar­i

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