CitizenM, catena di hotel senza reception ma con servizi hi-tech
Lusso accessibile per il gruppo che si prepara a sbarcare in Italia
Il 2020 potrebbe essere l’anno dello sbarco in Italia di citizenM, la catena alberghiera nata nel 2008 con la prima struttura ad Amsterdam, che si propone di rivoluzionare una particolare fascia dell’hotellerie, quella del “lusso accessibile”.
Su citizenM ha scommesso fortemente un investitore come Gic, fondo sovrano di Singapore con asset in gestione per 100 miliardi di dollari, che ha deciso di rilevare una quota del 25%, attribuendo alla società una valutazione complessiva di 2 miliardi di euro. Che cosa caratterizza il business? Le strutture e il target di clientela. «Ci rivolgiamo a un viaggiatore ben definito: profilo principalmente business, che si sposta di frequente nella maggiori metropoli e predilige stare in centro e vivere la città. Un utente che ama la tecnologia, vuole effettuare in autonomia più operazioni possibili, con una buona capacità di spesa ma allo stesso tempo allergico al superfluo. Un manager che, se deve volare per due o tre ore, non perde tempo e soldi e si prenota un low cost dal cellulare» spiega al Sole 24 Ore Maria Pia Intini, direttore Sviluppo e investimenti per l’Europa del gruppo.
A questo target corrisponde un’offerta precisa, che si ripete in ogni citizenM del mondo. Niente reception, front office, né ristorante. Ma nella lounge ci sono chioschi per effettuare un self-check-in in 60 secondi o sbrigare il check-out in mezzo minuto. Camere tutte uguali, da 17 metri quadrati, al massimo per due persone con maxi letto king size, con all’interno tanti servizi gestiti da tablet, controllo domotico su luci, musica, tende e tapparelle. Le hall, però, sono tutt’altro che anonime e fredde, anzi abbondano graffiti, opere d’arte, arredi di design.
Prenotando con un po’ di anticipo, si può dormire a meno di 200 dollari a notte a Times Square a New York o 150 euro a Parigi vicino alla Gare de Lyon. «Anche dal punto di vista immobiliare il business model è particolare - prosegue Intini perché siamo gestore ma anche investitore, visto che nel 90% dei casi acquistiamo lo stabile. Puntiamo a riconversioni capaci di sviluppare tra le 150 e le 250 camere, con un minimo di superficie sopra terra di 4mila mq». Al momento le strutture sono 20 tra le maggiori capitale europee, più New York, Boston, Kuala Lumpur, Seattle, Shanghai, Taipei. L’ultima apertura è stata a Zurigo, in Svizzera, nel 2020 arriverà Ginevra. Ed è stato siglato il contratto per la terza struttura londinese, “London Victoria”, che apre nel 2021. Ma il gruppo fondato da Rattan Chadha è impegnato in una rapida fase di espansione e anche l’Italia è nel mirino. «Scegliamo metropoli attrattive come flussi turistici. Roma e Milano potrebbero presentare buone opportunità. E subito dopo viene Firenze. Al contrario, ci sono capitali, come ad esempio Berlino, che nonostante la loro importanza sono caratterizzate da un tale eccesso di offerta che non risultano interessanti».