Vallo della Lucania e i tempi dei processi civili
Gli articoli pubblicati sulle prime tre pagine del Sole 24 Ore del 25 novembre 2019 sulla durata dei processi civili possono portare il lettore a conclusioni errate.
Quando nello schema centrale sviluppato tra pagina 2 e pagina 3 si stabilisce quale sia stato il tempo medio in Italia per ottenere nel 2018 una decisione nei vari settori della giustizia civile una sentenza in materia di contratti e obbligazioni (860 giorni) o altre materie si riportano sicuramente dati reali.
Invece quando, all’interno dello schema centrale sviluppato tra pagina 2 e pagina 3 (e negli articoli) si stabilisce quale sia il tempo medio in Italia per ottenere una decisione nei vari settori della giustizia civile e poi si individuano i Tribunali migliori e i peggiori con singole graduatorie per ogni settore, non si dice che quel dato pubblicato non è quello riferito alla durata media della singola causa pendente, ma è riferito, piuttosto, al tempo che si ipotizza come necessario per definire tutti i procedimenti di quel tipo pendenti, ossia si fa riferimento al tempo, espresso in giorni, necessario a condurre a definizione un numero di fascicoli pari a quelli pendenti al 31 dicembre 2018, nelle ipotesi di produttività invariata rispetto a quella del 2018 e senza iscrizioni di nuovi fascicoli.
In altri termini non si dice, men che meno con la stessa evidenza degli altri dati pubblicati, che, con lo stesso ritmo di produzione, quel dato in giorni esprime il tempo necessario per definire tutti i processi pendenti di quel tipo alla condizione che non se ne iscrivano altri (secondo la formula 365 giorni/definiti* pendenti) e non, come sembrerà al lettore, un singolo processo di quel tipo in quel Tribunale.
Per esempio, nel 2018, relativamente alla categoria contratti e obbligazioni per questo Tribunale sono stati 282 i processi sopravvenuti, 137 i definiti e 1.810 i pendenti. Applicando la formula riportata si ha 365:137*1.810 = 4.822 giorni (13 anni) che è il dato pubblicato, il quale, per come pubblicato, induce il lettore a pensare che la durata di una causa in materia di obbligazioni e contratti in questo Tribunale è di 13 anni, laddove quello sarebbe il tempo, in base alla produttività avuta nel 2018, necessario a definire, a parità di condizioni, tutti i processi in materia di obbligazioni.
I dati pubblicati nella sezione centrale compresa tra pagina 2 e pagina 3 sono dunque incompleti per mancata indicazione dei presupposti di calcolo (diversi da quelli dei dati medi per singolo processo), nonché fuorvianti perché inclusi nell’ambito di una sezione in cui i tempi medi di durata sono stati riferiti al solo anno 2018 e a un singolo procedimento.
—Gaetano De Luca Presidente del Tribunale di Vallo della Lucania
Ringraziamo il presidente del Tribunale di Vallo della Lucania per la cortese precisazione. Nel merito dobbiamo chiarire che le durate dei procedimenti riportate nei grafici e negli articoli pubblicati alle pagine 2 e 3 del Sole del 25 novembre scorso sono state tutte stimate con la stessa formula, che è quella indicata dallo stesso presidente nella sua lettera e che abbiamo spiegato all’interno del servizio nella nota metodologica intitolata «come leggere i dati». Si tratta di una delle formule più affidabili per stimare la durata dei processi, usata a livello internazionale dalla commissione per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa (Cepej) e a livello nazionale dal ministero della Giustizia.
—V.M.
—B.L.M.