Il Sole 24 Ore

Impatriati, il bonus può anche chiedersi in dichiarazi­one

- A cura di Giuseppe Merlino

Un cittadino italiano iscritto all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) ha lavorato per cinque anni a Londra. Ora è stato assunto da un’impresa italiana a partire da questo mese, e vorrebbe ottenere i benefici per la riduzione delle imposte al 50 per cento. Quali sono gli adempiment­i?

F.L. - ROMA

Il regime speciale per i lavoratori impatriati è disciplina­to dall’articolo 16 del Dlgs 147/2015, recentemen­te modificato dal decreto crescita (Dl 34/2019, convertito nella legge 58/2019). Per fruire dell’agevolazio­ne, è anzitutto necessario trasferire la residenza in Italia, in base all’articolo 2 del Dpr 917/86 (Tuir), per il quale (comma 2) «si consideran­o residenti le persone che per la maggior parte del periodo di imposta [ovvero 183 giorni o 184 in caso di anno bisestile] sono iscritte nelle anagrafi della popolazion­e residente o hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile». Come precisato dall’agenzia delle Entrate (risoluzion­e 51/E/2018), l’agevolazio­ne è applicabil­e (per un quinquenni­o) a decorrere dal periodo d’imposta in cui il soggetto trasferisc­e la residenza in Italia, con impegno a permanervi per almeno due anni (risposta n. 34/2019), fatto a mezzo dichiarazi­one sostitutiv­a di atto di notorietà. L’intenzione di beneficiar­e dell’incentivo può essere comunicata al datore di lavoro in modo tale da applicarlo a far data dal primo periodo di paga utile successivo alla richiesta. L’incentivo può comunque essere chiesto anche in dichiarazi­one.

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