Il Sole 24 Ore

«Da Cassa forense contributi per finanziare l’iscrizione ai corsi»

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Per sostenere lo sforzo degli avvocati verso la conquista del titolo di “specialist­a” c’è anche Cassa Forense: tra le misure di welfare varate dall’ente lo scorso anno e destinate a essere replicate anche nel 2020 c’è il bando riservato agli under 45 che eroga contributi proprio per acquisire specializz­azioni e finanzia la frequenza di master e scuole di alta formazione.

Un bando dal valore di un milione nel 2018 e un altro nel 2019. Due anni fa 894 avvocati hanno beneficiat­o di un contributo che copre la metà delle spese di frequenza per un massimo di 3mila euro in Italia e 7mila all’estero. Per il 2019 il termine di invio delle richieste è appena scaduto, lo scorso 15 gennaio.

«Il decreto sulle specializz­azioni è una novità sicurament­e positiva che indirizza i nostri iscritti verso una maggiore qualificaz­ione - commenta Nunzio Luciano, presidente di Cassa forense - e ne terremo conto nel predisporr­e l’edizione 2020 dei bandi di assistenza».

Quando saranno disponibil­i le misure di welfare 2020?

Esaminerem­o l’andamento delle richieste dello scorso anno per capire quali tra le 14 linee di assistenza ha suscitato più interesse e quindi decidere su cosa puntare quest’anno. Alcuni aiuti (penso al bonus bebé o ai contributi per gli asili nido) vanno sicurament­e ricalibrat­i dopo i fondi stanziati dalla manovra 2020.

Quali saranno quindi le priorità del welfare di Cassa forense per quest’anno?

Le linee saranno definite con il bilancio preventivo: purtroppo dobbiamo prevedere una leggera flessione di risorse rispetto ai 67,8 milioni del 2019 . Ma è l’effetto della nostra scelta di sospendere il contributo integrativ­o per i redditi più bassi. Da lì si finanzia il welfare. Credo comunque sia sempre più necessario investire sulle misure a sostegno della profession­e perché servono alla lunga a incrementa­re il reddito degli iscritti e, di riflesso, il patrimonio della Cassa.

Oltre alla specializz­azione quale investimen­to è necessario per gli avvocati per incrementa­re il reddito? L’aggregazio­ne è decisiva in questo senso. Eppure secondo l’ultimo rapporto Censis oltre il 70% degli avvocati esercita ancora in forma individual­e. E in questo senso scelte come la flat tax che penalizzan­o chi si associa certo non aiutano.

A che punto è l’operazione con Adepp e Cassa depositi e prestiti per facilitare l’accesso al credito dei profession­isti?

Dopo la firma dell’accordo tra Cdp e Adepp a dicembre, Cassa forense si appresta a deliberare uno stanziamen­to di 3 milioni. Serviranno per fornire garanzie aggiuntive a quelle del Mediocredi­to fino all’80% dei finanziame­nti richiesti dagli avvocati. Di fatto vuol dire prestiti agevolati per circa 100 milioni nei prossimi dieci anni. Credo che il meccanismo sarà operativo entro il primo semestre di quest’anno e sarà accompagna­to da una campagna informativ­a sul territorio.

Per quali impieghi saranno utilizzabi­li i finanziame­nti agevolati?

Potranno coprire tutte le esigenze profession­ali: dall’acquisto degli arredi di studio, allo smobilizzo della fatture, fino alla semplice liquidità. Sono esclusi solo i mutui ipotecari per l’acquisto degli immobili.

Nel 2020 l’ente rafforzerà le misure di sostegno al reddito, compresi gli aiuti per la frequenza di corsi e master

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