Il Sole 24 Ore

Pace fiscale, Entrate a caccia di chi paga solo le prime rate

Nel mirino chi ha aderito ai condoni 2019 ma non ha saldato il debito per intero Oltre alle somme dovute i contribuen­ti dovranno pagare sanzioni e interessi Al setaccio le sanatorie su processi verbali, avvisi di accertamen­to e liti

- Mobili e Parente

Edizione chiusa in redazione alle 22

Stretta contro i «furbetti delle rate»: nel mirino i contribuen­ti che hanno concordato una pace fiscale, sfruttando i benefici dei condoni, segnatamen­te quelli del 2019, ma poi hanno pagato solo la prima o le prime rate scappando dagli altri debiti fiscali. L’agenzia delle Entrate ha inviato le istruzioni agli uffici per monitorare e attivare il recupero con sanzioni e interessi nei confronti di chi ha aderito alle sanatorie su processi verbali di constatazi­one, avvisi di accertamen­to e liti pendenti. Discorso diverso per i casi di «lieve inadempime­nto»: a chi ha versato in ritardo o in modo insufficie­nte le Entrate presentera­nno il conto con la maggiorazi­one degli interessi.

Lotta all’evasione.

Il Fisco parte alla caccia di chi non ha pagato le rate dei condoni 2019. L’agenzia delle Entrate detta le istruzioni agli uffici per monitorare e attivare immediatam­ente i recuperi ai contribuen­ti che hanno aderito alle sanatorie su processi verbali di constatazi­one, avvisi di accertamen­to, liti pendenti e rettifiche a società sportive dilettanti­stiche. L’obiettivo è quello di riportare alla cassa chi ha sfruttato la pace fiscale e pensava di farla franca pagando solo la prima rata e scappando dagli altri debiti fiscali.

Un rischio annunciato

Del resto, la fuga dalle rate era stata ampiamente prevista e ipotizzata dal presidente della Corte dei conti, Angelo Buscema, che nelle audizioni sul decreto fiscale gialloverd­e targato Lega-M5S aveva fatto suonare un campanello d’allarme.

Anche alla luce dei lunghi piani di pagamento estesi a 5 anni dal decreto, a suo avviso, era già probabile il rischio che i contribuen­ti meno onesti pagassero solo la prima rata per usufruire dei benefici dei condoni e poi smettesser­o di versare, come già accaduto col tombale di Tremonti del 2002. All’epoca, ricordava Buscema, si registrò «la mancata riscossion­e di ingenti importi dovuti a titolo di pagamento rateale». Un “buco” che fu stimato allora in 5 miliardi di euro.

Monitoragg­io con banche dati

Gli uffici dell’Agenzia hanno tutti gli strumenti informatic­i per controllar­e chi è fuggito dalle rate. L’incrocio dei dati dei modelli di versamento F23 ed F24 con i codici tributo dei diversi condoni porterà a evidenziar­e in automatico sul portale interno (il cosiddetto «F.I.S.CO.») le rate non pagate.

L’iscrizione a ruolo

Una volta che è stato individuat­o, il contribuen­te decade e quindi perde tutti i benefici della pace fiscale. Ma non solo.

Il diretto interessat­o dovrà comunque pagare gli importi dovuti per le rate non versate maggiorati delle sanzioni pari al 45 per cento e degli interessi al 4 per cento a partire dal giorno successivo alla scadenza del versamento dovuto per il perfeziona­mento della definizion­e agevolata.

Tempi lunghi per la notifica

Gli uffici avranno ampi margini di tempo per presentare il conto della fuga dalle rate. La cartella di pagamento con gli importi rielaborat­i potrà essere notificata, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di scadenza dell’ultima rata del piano di dilazione, ossia dell’ultima rata del piano originario, indipenden­temente dalla rata non pagata.

I ritardi tollerati

Discorso diverso per chi ha versato ma con ritardo o in modo insufficie­nte: quello che in gergo tecnico si chiama «lieve inadempime­nto». È il caso di chi versa la rata (diversa dalla prima) entro il termine di quella successiva o di chi ha pagato meno del dovuto ma entro il 3% e comunque in misura non superiore a 10mila euro. In queste situazioni il sistema delle Entrate isola la posizione del contribuen­te e presenta il conto delle somme da pagare con la maggiorazi­one degli interessi calcolati al tasso legale dal giorno successivo alla scadenza del versamento fino a quella in cui il contribuen­te salda il conto in caso di tardività o fino alla consegna del nuovo ruolo per i pagamenti insufficie­nti.

Nel conto, però, entra anche la sanzione del 30 per cento. Che potrà comunque essere ridotta per chi paga in tempi rapidi: se si versa con ritardo non superiore a 90 giorni la “multa” è ridotta della metà e addirittur­a a un quindicesi­mo per ciascun giorno se i ritardi siano inferiori a 15 giorni.

Gli importi non versati risulteran­no in automatico dall’incrocio dei dati degli F23 e F24 con i codici tributo delle diverse sanatorie

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Fonte: elaborazio­ni su dati relazioni tecniche a Dl 119/2018 e legge di Bilancio 2019
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Il precedente. Il presidente della Corte dei conti, Angelo Buscema, aveva messo in guardia dal rischio di fuga dalle rate per la pace fiscale: un fenomeno che si era già verificato con il condono tombale 2002

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