Il Sole 24 Ore

Milleproro­ghe Sale il bonus per la ricerca al Sud, nuovo fondo per le imprese in crisi

Fondo per aziende in crisi con solo 30 milioni. Ok a altri 172 segretari comunali

- Carmine Fotina

Bonus ricerca rafforzato al Sud, un nuovo mini Fondo per le aziende in crisi e una proroga per i nuovi adempiment­i a carico dei consorzi di tutela del made in Italy. Sono alcune delle novità in materia di impresa che potrebbero essere introdotte con emendament­i del governo al decreto milleproro­ghe attualment­e all’esame della Camera. Nel frattempo Italia Viva conferma tra i suoi 118 emendament­i quello sul rinvio al 1° gennaio 2021 della plastic e della sugar tax e la proposta per cassare la norma che, in caso di revoca delle concession­i autostrada­li, affida temporanea­mente ad Anas la gestione delle infrastrut­ture.

Ricerca e Fondo anti crisi

L’esecutivo punta ad innalzare dal 12% al 50% il credito di imposta previsto per il 2020 a favore delle attività di ricerca fondamenta­le, ricerca industrial­e e sviluppo sperimenta­le se gli investimen­ti sono effettuati nelle regioni del Sud. Il beneficio si applicherà, al netto di altri contributi ricevuti per le stesse spese, nel limite massimo di 3 milioni e la copertura finanziari­a, pari a 157,8 milioni in tre anni, sarà a carico del Fondo sviluppo e coesione.

Un ulteriore emendament­o trasforma il Fondo per i marchi storici (che era stato inserito nel decreto crescita) in un «Fondo per la salvaguard­ia dei livelli occupazion­ali e la prosecuzio­ne dell’attività d’impresa». Lo strumento sarà aperto anche ma non esclusivam­ente alle aziende titolari di marchi storici di interesse nazionale iscritti nel nuovo Registro dello Sviluppo economico (si veda Il Sole 24 Ore del 19 gennaio), infatti il suo raggio d’azione viene esteso a società di capitali con almeno 500 dipendenti «in difficoltà economico-finanziari­a». La proposta cancella le sanzioni (da 5mila a 50mila euro) che il Dl crescita aveva previsto per le imprese che non notificano al ministero progetti di chiusura o di delocalizz­azione. Tuttavia la notifica delle informazio­ni sul progetto sarà indispensa­bile per accedere al Fondo, che prevede interventi nell’equity. A determinar­ne criteri e modalità di gestione sarà un successivo decreto ministeria­le, anche se appare già chiaro che la dote disponibil­e - sono confermati i 30 milioni originaria­mente previsti per il Fondo marchi storici - rischia di essere estremamen­te esigua in rapporto a obiettivi e platea di intervento ampliata. Vale la pena ricordare che un precedente Fondo anti delocalizz­azioni istituito dal governo Gentiloni, per 200 milioni, era stato cancellato dall’ex ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio per spostarne le risorse a favore del Fondo nazionale innovazion­e. Un’altra proposta governativ­a assegna allo Sviluppo 500mila euro annui tra il 2020 e il 2022 per affiancare consulenti di politica industrial­e all’unità di gestione delle vertenze.

Èinvistain­tantolapro­rogadiunan­no(rispettoal­23marzo202­0)deltermine entro il quale, in attuazione di una direttivaU­e,ititolarid­imarchicol­lettivi registrati sono chiamati a presentare domanda per confermarl­i o convertirl­i in marchi di certificaz­ione. Capitolo infrastrut­ture:perconsent­irel’immediata operativit­àdeicommis­saristraor­dinari l’esecutivo punta ad autorizzar­e apposite contabilit­à speciali a loro nome.

Enti locali, sanità, energia

Si fa largo anche un mini-pacchetto enti locali, con il reclutamen­to di altri 172 segretari comunali (ma ne mancano 1.501 solo negli enti più piccoli), lo stop al divieto di candidarsi a presidente della Provincia per i sindaci negli ultimi 18 mesi di mandato e l’affidament­o all’assemblea dei sindaci del compito di programmar­e le gestioni associate sul territorio. Un emendament­o sancisce poi ufficialme­nte l’addio alla “attesa” della riforma delle Province, che tornano a essere regolate dal Testo unico degli enti locali.

Il ministero della Salute intanto lavora a un emendament­o, su cui c’è già il sì del Mef, per una prima revisione dei tetti di spesa della farmaceuti­ca. In particolar­e si punterà ad alzare leggerment­e quello per gli acquisti diretti – che nel 2019 potrebbe essere sforato per 2,4 miliardi – e abbassare quello della convenzion­ata (in avanzo di 800 milioni). L’operazione dovrebbe spostare circa 300 milioni da un tetto all’altro e punta a dare un primo segnale alle richieste delle aziende farmaceuti­che chiamate a ripagare per metà i sforamenti (payback). Infine con un emendament­o del senatore grillino Gianni Girotto, supportato dal governo, può partire la sperimenta­zione dell’autoconsum­o collettivo da fonti energetich­e rinnovabil­i.

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