Simest alza i contributi al credito alle Pmi
Semplificato anche l’iter burocratico per accedere al sostegno finanziario
È un assist lanciato con un obiettivo chiaro: rendere ancor più competitive le aziende esportatrici italiane, con un focus particolare sulle piccole e medie imprese, il cui potenziale sui mercati esteri è spesso ostacolato dalla difficoltà di accedere ad alcuni strumenti. Ecco perché la Simest, la società che con Sace costituisce il polo per l’export e l’internazionalizzazione di Cassa depositi e prestiti, ora affidata al tandem rappresentato dall’ad Mauro Alfonso e dal presidente Pasquale Salzano, ha messo a punto un restyling del contributo export sul credito fornitore, uno degli assi che gli esportatori nazionali possono giocarsi nel confronto quotidiano con l’agguerrita concorrenza oltreconfine.
Lo strumento ora rilanciato consiste in un contributo in conto interessi concesso da Simest a supporto del tasso di sconto richiesto dall’istituto scontante all’esportatore per la cessione pro-soluto o prosolvendo di titoli di credito o crediti dilazionati emessi dall’acquirentedebitore esteri a beneficio dell’esportatore a valere su un contratto di fornitura. Il contributo, che di fatto consente al cliente estero di pagare fino all’85% del prezzo del trasferimento di beni o servizi (con dilazioni a medio-lungo termine), è stato infatti rimodulato in funzione della dimensione dell’impresa in modo da privilegiare le aziende medio-piccole che riceveranno somme più alte. Inoltre, è stata ridotta la documentazione da produrre cercando così di minimizzare il costo della dilazione e, soprattutto, di semplificare l’iter di accesso.
C’è poi un’altra novità che consentirà all’esportatore di comprendere rapidamente con un solo clic, collegandosi alla sezione ad hoc disponibile sul sito del polo (www.sacesimest.it), i termini del contributo: un simulatore gratuito in grado di fornire una stima immediata del contributo e l’indicazione del tasso di dilazione minimo che permette di ottenere il livello massimo.
Il punto di forza del nuovo strumento, sottolineano da Simest, «è che azzera per l’esportatore italiano il costo di concedere dilazioni di pagamento, spingendolo quindi a proporre al cliente estero condizioni più vantaggiose e quindi a battere la concorrenza internazionale». Un cambio di pelle, dunque, con la rotta puntata decisamente sulle Pmi: «Inizialmente - chiariscono ancora da Simest - offriva alle aziende lo stesso tipo di contributo a prescindere dalla loro dimensione, ora è più fruibile e rifocalizzato verso il nostro target principale». A questo punto, il passo successivo è favorirne l’implementazione. «Il nostro sforzo - proseguono dalla società si concentrerà ora nel promuovere lo strumento presso le banche del territorio e le associazioni industriali, che sono quelle più vicine alle imprese italiane e che ne possono quindi raccogliere con maggiore efficacia le esigenze di sviluppo sui mercati internazionali».
Insomma Simest prova a puntellare ulteriormente la gamma di strumenti a disposizione delle Pmi dopo aver peraltro chiuso un 2019 con un record per i finanziamenti agevolati che la società gestisce su fondi pubblici: 275 milioni di euro stanziati (+13% rispetto al 2018) in favore di quasi 700 aziende, prevalentemente piccole e medie, che hanno potuto così fare il loro ingresso e rafforzarsi in 50 Paesi esteri.