BancoBpm, sul tavolo i nomi per il rinnovo del consiglio
Oggi Egon Zehnder porta in cda alcune proposte per la lista di maggioranza Fuori Fratta Pasini e il vice Castellotti, confermati 7-8 degli attuali consiglieri
Banco Bpm stringe sulla lista del board uscente per il nuovo consiglio di amministrazione che verrà eletto dall’assemblea che verrà convocata il prossimo 4 aprile.
Oggi i consiglieri esamineranno la relazione dell’advisor Egon Zehnder che, da un lato, ha valutato gli amministratori uscenti disponibili a ricandidarsi, stilando una graduatoria, e dall’altro ha individuato una serie di profili esterni in grado di arricchire le competenze del consiglio.
La lista dovrà essere approvata a larga maggioranza, con il voto favorevole di almeno 14 consiglieri su 17. Nel caso in cui non si riuscisse a chiudere oggi il consiglio di amministrazione potrebbe tornare a riunirsi a breve, probabilmente già in settimana, in modo da poter inviare la lista alla Bce, che dovrà valutare l'idoneità dei candidati.
Non sembrano esserci dubbi sulla conferma dell’amministratore delegato Giuseppe Castagna e sull’ingresso di Massimo Tononi alla presidenza, che prenderà il posto di Carlo Fratta Pasini (notizia anticipata dal Sole 24 Ore il 9 gennaio). L’avvocato veronese lascia dopo aver considerato «la durata della propria permanenza nella carica e i risultati positivi e, per certi versi, straordinari raggiunti da Banco Bpm a tre anni dalla fusione».
Oltre a Fratta Pasini anche il vicepresidente Guido Castellotti ha annunciato in un’intervista al Cittadino di Lodi la sua intenzione di non ricandidarsi. Così come si è detta indisponibile, sottraendosi alle valutazioni di Egon Zehnder, Cristina Zucchetti, presidente di Zucchetti group.
La lista di 12 componenti del cda potrebbe vedere la riconferma di uno ’zoccolo duro’ di 7-8 degli attuali consiglieri su cui innestare profili con competenze specialistiche graditi alla Bce. Il nuovo cda si lascerà così alle spalle quella rigidità territoriale che è stato necessario rispettare per permettere la fusione tra il Banco Popolare e la Bpm, come dimostrano l’uscita di Fratta Pasini (Verona) e Castellotti (Lodi) e il venir meno di tre vicepresidenze (una per Milano, una per Lodi e una per Novara). La presenza di Tononi servirà a dotare la banca di un timoniere esperto qualora dovesse scattare, come in molti si aspettano, l’ora delle fusioni tra le banche di medie dimensioni.
È la prima volta che il board di Banco Bpm verrà rinnovato e si tratta di una prima anche per il sistema di voto, in quanto sia il Banco Popolare che la Bpm, prima della trasformazione in spa nell’ottobre del 2016, adottavano il voto capitario. «Gli investitori istituzionali avranno un’influenza rilevante nelle nomine», sottolineava qualche tempo fa un report di Kepler Cheuvreux ricordando come in Banco Bpm manchi un nocciolo di azionisti stabili e le quote più importanti siano in mano a Capital Research (5% circa), Invesco (4,7%), Dimensional Fund (3,5%) e Vanguard (2,8%). Soggetti che, dopo il profondo lavoro di pulizia dagli npl, si aspettano un cambio di passo sul fronte della redditività, come promesso anche da Castagna, al lavoro sul nuovo piano industriale.
Alla formazione del nuovo cda dovrebbe concorrere anche una lista dei fondi di Assogestioni, che dovrebbe assicurarsidueposti,eunalistadeidipendenti, a cui è riservato un altro posto.