La scelta del New York Times: l’anti Trump dovrà essere donna
Il giornale esce allo scoperto appoggiando Amy Klobuchar ed Elizabeth Warren La prima rappresenta la componente centrista, la seconda l’ala più a sinistra
Speriamo che sia femmina. La direzione del New York Times, in una mossa insolita che rompe la tradizione del quotidiano, ha deciso di schierarsi apertamente per le primarie democratiche, che cominciano il 3 febbraio, scegliendo i suoi, anzi le sue, candidate preferite.
L’endorsement al femminile del più importante quotidiano americano, arrivato al termine di conversazioni con i principali candidati, è diretto verso le due senatrici Elizabeth Warren e Amy Klobuchar. Due candidate che rappresentano le due anime del partito democratico: una più spostata a sinistra, verso le posizioni radicali, e l’altra centrista, dialogante, che cerca di unificare più che di rompere.
I temi e i programmi sono gli stessi, così come quelli degli altri candidati democratici in corsa. Quello che secondo il Nyt può fare la differenza con le due candidate, per fare avanzare una leadership che ancora manca nel partito nel dopo Obama, è il “cosa” fare e “come” sui capitoli dell’economia, sull’utilizzo delle risorse pubbliche, la sanità che negli Stati Uniti è ancora una chimera per molti, l’energia, la politica estera e l’immigrazione.
La professoressa Elizabeth Warren, 70 anni, senatrice del Massachusetts è più spostata sulle proposte dell’altro candidato progressista Bernie Sanders, al momento in testa nei sondaggi. Il senatore del Vermont ha il maggiore seguito popolare ma ha contro di sé l’età: se dovesse vincere le elezioni, ricorda il Nyt, arriverebbe alla Casa Bianca a 79 anni, dopo recenti problemi di cuore.
Warren convince per i suoi programmi di riforme. Vorrebbe lanciare un grande piano di edilizia popolare federale con i governi locali per risolvere i problemi del caro-casa che affliggono nelle città soprattutto le persone a basso reddito, parla di investimenti nell’energia pulita, di sanità pubblica e di scuola per tutti. Vorrebbe tassare i patrimoni per aumentare il welfare e riequilibrare i divari sociali. Spauracchio - non senza elementi di incostituzionalità per le grandi corporation che vedono nella candidata Warren un pericolo rispetto alle praterie libere della deregulation, al pieno dei profitti e al taglio delle tasse dell’era Trump.
Come consigliere del presidente Obama, la senatrice Warren è stata quella che ha ispirato gran parte della normativa antitrust e a tutela dei consumatori americani. Di contro la Warren quando parla sembra sempre la prima della classe, è una figura divisiva alla Sanders per molti americani e ha il difetto di una scarsa inclinazione al compromesso. Al momento Warren è tra i quattro front runners democratici in testa nei sondaggi di opinione, sugli undici candidati rimasti in corsa: Sanders appunto, John Biden e Pete Buttigieg.
L’altra candidata donna che il New York Times si augura possa vincere la nomination democratica per le presidenziali americane è la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar, 59 anni, leader carismatica del Midwest, molto popolare nel suo paese ma capace di vincere anche nei tre stati vicini per il Senato.
Klobuchar ha una grande capacità di catalizzare le posizioni di parlamentari dei due partiti su battaglie comuni, ed è tra le senatrici più produttive in termini di leggi approvate, secondo i dati del Center for Effective Law making. Piace all’ala moderata e centrista dei democratici e non dispiace neanche ai moderati del Great Old Party. Da tutti le è riconosciuta la grande capacità “a fare unità”, “a stringere accordi”. Potrebbe riuscire nella missione impossibile di unificare le due anime del partito dietro la sua bandiera e forse, secondo il Nyt, anche a unire il paese, mai così diviso in due come ora dopo tre anni di presidenza Trump. La senatrice Klobuchar potrebbe essere un’alternativa all’altro candidato moderato Biden, 77enne, simbolo anche lui della vecchia politica, e dello sfidante Mike Bloomberg, tre volte sindaco di New York, il più esperto dei candidati nell’amministrazione della cosa pubblica che scioglierà le sue riserve solo dopo il primo super martedì del 3 marzo.
Il New York Times ci crede e scommette in Klobuchar che vuole riportare la politica estera americana a guidare il mondo con l’esempio e non con le minacce via-tweet e sogna un’America a zero emissioni nel 2050. I sondaggi di opinione ci credono meno: Klobuchar secondo le ultime indicazioni ha un gradimento che non supera la cifra percentuale ed è secondo diversi osservatori destinata a ritirarsi come altri suoi colleghi.
“May the best woman win”, possa vincere la donna migliore si augura il giornale newyorchese che alle ultime elezioni presidenziali però sbagliò tutte le previsioni.