Il Sole 24 Ore

Investimen­ti verdi, la Ue apre il dibattito su come finanziarl­i

Il risanament­o dei conti a confronto con il bisogno di un segnale sull’ambiente

- Beda Romano

Dal nostro corrispond­ente

Meno di una settimana dopo la presentazi­one di un piano ambientale (del valore di mille miliardi) che dovrebbe permettere all’Unione di raggiunger­e la neutralità climatica entro il 2050, i ministri delle Finanze della zona euro hanno iniziato a discutere ieri del modo in cui finanziare questo obiettivo. Le prossime discussion­i riguardera­nno la possibilit­à di rivedere le regole o l’interpreta­zione delle regole di bilancio per facilitare investimen­ti verdi o digitali.

Qui a Bruxelles il commissari­o agli Affari monetari Paolo Gentiloni ha tratteggia­to i contorni della questione, incaricato dalla presidente della Commission­e Ursula von der Leyen di inserire gli obiettivi climatici nella sorveglian­za dei bilanci nazionali. «È un po’ un cambio di prospettiv­a – ha spiegato ieri -. Quando analizziam­o i bilanci, dobbiamo guardare non solo alle spese, non solo agli investimen­ti, ma anche al ritmo e ai risultati della transizion­e ambientale».

Ricordando che Bruxelles sta lavorando su un’analisi delle attuali regole di bilancio, per proporre nel caso cambiament­i e modifiche, il commissari­o Gentiloni ha poi precisato che l’obiettivo è doppio: «Rendere le regole più semplici» e «facilitare gli investimen­ti verdi». Come, e in che termini? È ancora molto incerto. «Lo scomputo degli investimen­ti verdi è una delle alternativ­e possibili, stiamo studiando diverse possibilit­à».

L’establishm­ent comunitari­o deve trovare un equilibrio tra il rispetto delle regole di bilancio, il perdurante risanament­o dei conti pubblici, e la necessità di lanciare un segnale politico sul fronte ambientale, aiutando i Paesi a finanziare il raggiungim­ento dei target climatici. I governi sono divisi sull’opportunit­à di rivedere le regole di bilancio. Alcuni Paesi – come l’Olanda, la Finlandia, i Paesi dell’Est – sono contrari, per paura di mettere in dubbio il risanament­o dei conti pubblici.

Altri Paesi sono più favorevoli, come l’Italia. Commentand­o il Fondo per la transizion­e equa presentato mercoledì dalla Commission­e, e il quale affida all’Italia una quota minima di denaro (364 milioni su 7,5 miliardi), il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha commentato: «Pensiamo si possa fare meglio». Ha poi aggiunto che la transizion­e ambientale deve essere considerat­a uno degli aspetti di una più ampia politica economica, dedicata a stimolare gli investimen­ti e la crescita.

Dal canto suo, lasciando intendere di credere nella necessità di una riforma o di una reinterpre­tazione delle regole di bilancio, il presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno ha sottolinea­to l’importanza di «allineare le politiche con le priorità». Ha poi aggiunto: «In passato, siamo stati capaci di affrontare le difficoltà del settore finanziari­o. Sono sicuro che riusciremo ad affrontare anche questo problema». Vale la pena ricordare che gli aiuti statali al settore bancario sono oggi esclusi dal calcolo del deficit struttural­e, secondo indicazion­i scritte nel 2013 dall’allora commissari­o agli affari monetari Olli Rehn.

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