Il Sole 24 Ore

Gli istituti di credito rischiano di avere una reattività maggiore nelle situazioni di crisi delle imprese

-

dell’allerta dipende infatti in gran parte dalla reattività delle banche al fenomeno della crisi: reattività che oggi deve tenere conto degli orientamen­ti dell’Eba per classifica­re un credito come deteriorat­o.

Il punto delicato è dato dalla circostanz­a che, secondo questi orientamen­ti, un credito può essere qualificat­o come deteriorat­o a prescinder­e dalla sussistenz­a di uno scaduto, laddove la banca reputi che il debitore probabilme­nte non pagherà (cosiddette inadempien­ze probabili- Utp unlikely to pay). Sarà quindi sempre più frequente nella pratica che la banca ceda le relative posizioni per ricavarne liquidità o per migliorare i suoi requisiti patrimonia­li.

Con l’evidente conseguenz­a che, da un lato, la reattività delle banche alle situazioni di crisi sarà molto più anticipata rispetto all’allerta e, dall’altro, che laddove la gestione della crisi arrivi innanzi all’Organismo di composizio­ne assistita (Ocri) non vi sia più quale interlocut­ore la banca ma i fondi o società di gestione che investono in posizioni deteriorat­e con logiche operative alle volte non prossime alla ripresa della continuità aziendale. A livello operativo si dovrà dunque tenere conto delle delicate implicazio­ni che questo determina sul rapporto con l’imprendito­re in crisi e sui doveri di buona fede e correttezz­a nella gestione dell’allerta.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy