Le sale d’attesa le aree a maggior rischio
A chi non è capitato di andare al Pronto soccorso e scontrarsi con lunghe attese, sovraffollamento e scarse informazioni? Condizioni che possono sfociare in aggressioni sia verbali sia fisiche. Ma l’anedottica - si sa- non fa scienza. Per questo Gabriele D’Ettorre, direttore del Servizio di prevenzione e protezione dell’Asl di Brindisi, ha fatto una revisione di 60 articoli tratti dalla letteratura scientifica internazionale dal 2007 al 2017, concentrandosi su quelli che sono i fattori predittivi degli episodi di violenza e sulle strategie di prevenzione. Un dato fa scalpore: a livello globale la frequenza degli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari nei Pronto soccorsi arriva fino all’88%. Non si tratta di un dato omogeneo, nel senso che c’è difformità nella definizione di violenza (verbale, minacce, fisica), ma è sicuramente un segnale che il problema c’è e le misure oggi in vigore non sono sufficienti. «Dalla revisione emerge con chiarezza che problemi di alcol e droga riguardanti gli utenti, la scarsa organizzazione del Pronto soccorso e l’inadeguatezza strutturale delle sale d’aspetto sono fattori di rischio» premette D’Ettorre. Come intervenire, quindi? «A livello strutturale gli autori convergono nell’indicare la progettazione di sale confortevoli in grado di minimizzare i fattori stressogeni - spiega D’Ettorre - Non bastano, però, monitor che avvisano sulla tempistica della prestazione, a essere vincente è l’intervento organizzativo, quindi un’assistenza “fisica” sul piano informativo, perché attenua o minimizza i livelli di stress. Altro dato vincente è la formazione ai lavoratori, orientata al riconoscimento precoce, al controllo degli atteggiamenti ostili e all’attivazione di misure per ridurre i livelli di aggressività. A questo vanno aggiunti pulsanti antipanico, allarmi portatili, telecame a circuito chiuso». E ancora. Serve un intervento di safety climate, perché se il clima di sicurezza è deteriorato, l’incidenza delle aggressioni è più alta. «In sostanza - conclude D’Ettorre - gli episodi di violenza sono eventi sentinella di criticità e vulnerabilità del sistema che richiedono la creazione di una task force aziendale che si occupi della problematica nella fase di valutazione sia del rischio, sia della gestione sia di individuazione di interventi correttivi».