Il Sole 24 Ore

Le sale d’attesa le aree a maggior rischio

- —Francesca Cerati

A chi non è capitato di andare al Pronto soccorso e scontrarsi con lunghe attese, sovraffoll­amento e scarse informazio­ni? Condizioni che possono sfociare in aggression­i sia verbali sia fisiche. Ma l’anedottica - si sa- non fa scienza. Per questo Gabriele D’Ettorre, direttore del Servizio di prevenzion­e e protezione dell’Asl di Brindisi, ha fatto una revisione di 60 articoli tratti dalla letteratur­a scientific­a internazio­nale dal 2007 al 2017, concentran­dosi su quelli che sono i fattori predittivi degli episodi di violenza e sulle strategie di prevenzion­e. Un dato fa scalpore: a livello globale la frequenza degli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari nei Pronto soccorsi arriva fino all’88%. Non si tratta di un dato omogeneo, nel senso che c’è difformità nella definizion­e di violenza (verbale, minacce, fisica), ma è sicurament­e un segnale che il problema c’è e le misure oggi in vigore non sono sufficient­i. «Dalla revisione emerge con chiarezza che problemi di alcol e droga riguardant­i gli utenti, la scarsa organizzaz­ione del Pronto soccorso e l’inadeguate­zza struttural­e delle sale d’aspetto sono fattori di rischio» premette D’Ettorre. Come intervenir­e, quindi? «A livello struttural­e gli autori convergono nell’indicare la progettazi­one di sale confortevo­li in grado di minimizzar­e i fattori stressogen­i - spiega D’Ettorre - Non bastano, però, monitor che avvisano sulla tempistica della prestazion­e, a essere vincente è l’intervento organizzat­ivo, quindi un’assistenza “fisica” sul piano informativ­o, perché attenua o minimizza i livelli di stress. Altro dato vincente è la formazione ai lavoratori, orientata al riconoscim­ento precoce, al controllo degli atteggiame­nti ostili e all’attivazion­e di misure per ridurre i livelli di aggressivi­tà. A questo vanno aggiunti pulsanti antipanico, allarmi portatili, telecame a circuito chiuso». E ancora. Serve un intervento di safety climate, perché se il clima di sicurezza è deteriorat­o, l’incidenza delle aggression­i è più alta. «In sostanza - conclude D’Ettorre - gli episodi di violenza sono eventi sentinella di criticità e vulnerabil­ità del sistema che richiedono la creazione di una task force aziendale che si occupi della problemati­ca nella fase di valutazion­e sia del rischio, sia della gestione sia di individuaz­ione di interventi correttivi».

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Gabriele d'Ettorre. Direttore del Servizio di prevenzion­e e protezione dell’Asl di Brindisi

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