Trump rivendica i successi e minaccia dazi all’Europa
Il presidente celebra gli interventi nell’economia Usa, liquida gli ambientalisti come «profeti di sventura» e non esclude ritorsioni sull’auto Ue in caso di mancati accordi
A Davos il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha celebrato i successi dell’economia Usa, ha liquidato gli ambientalisti come «profeti di sventura» e non ha escluso ritorsioni sull’auto Ue in caso di mancato accordo commerciale.
Il forum di Davos.
Un rotondo «no» al multilateralismo e alla paura per i cambiamenti climatici è arrivato da Donald Trump al World Economic Forum, la cui edizione n° 50 vorrebbe invece passare alla storia come un punto di svolta “verde” per il business e la politica. Il presidente americano ha rovesciato l’agenda di Davos, scagliandosi contro i «profeti di sventura» specializzati del predire catastrofi e vantando come successi senza precedenti nella storia i risultati della sua Amministrazione, compreso l’approccio unilateralista al commercio internazionale. In una intervista è inoltre tornato a parlare di Greta Thunberg come una persona che pare «molto arrabbiata» (in un tweet recente l’aveva invitata a darsi una calmata e imparare a gestire la sua rabbia).
Dopo l’incontro con la presidente della Commissione Ue , Ursula von der Leyen, il titolare della Casa Bianca ha dichiarato di puntare a un «grande accordo commerciale» con l’Unione Europea, non senza rilevare che la controparte «sa benissimo che imporrò dazi se non troveremo una intesa equa», lasciando quindi in sospeso la possibilità di ricorrere alle maniere forti, comprese le tariffe sull’auto.
Oggi, però, dovrebbe essere sancita una tregua con la Francia sulla web tax, in base alla rinuncia di Parigi a una applicazione immediata dell’imposta con una sua sospensione fine a fine anno; periodo in cui molti - compreso il Fondo Monetario Internazionale sperano in una soluzione internazionale alla questione spinosa della tassazione digitale.
Non ha stupito l’enfasi con cui Trump - proprio nel giorno dell’avvio della discussione sull’impeachment al Senato - ha lodato se stesso, proclamando che per suoi meriti «il sogno americano è tornato più forte e più grande che mai». Insolito, semmai, il fatto che abbia persino citato il Rinascimento italiano e la costruzione della cupola del Duomo di Firenze come esempi di sogni e ambizioni destinate a lasciare il segno nel futuro. Qualcuno è stato però sorpreso dalla nettezza con cui ha respinto desideri e sogni degli ambientalisti, paragonandoli persino ai negromanti del passato. Lui respinge ogni pessimismo, parlando di tempi che inviterebbero piuttosto all’ottimismo.
Alla platea non ha solo sottolineato che sotto la sua Amministrazione i mercati azionari hanno raggiunto livelli record tra un boom economico e una grande attrattività degli Usa per gli investimenti stranieri: passando a toni apparsi a molti da apertura della campagna elettorale, ha evidenziato l’inclusività della fase di forte sviluppo da lui promossa, con il forte calo della disoccupazione e miglioramenti a suo parere mai visti anche nella condizione delle fasce più deboli della popolazione, compresi gli afroamericani e le donne.
Quanto ai cambiamenti climatici, solo nel finale del discorso, dopo aver detto che l’America non è mai stata cosi “clean”, pulita, ha annunciato che aderirà all’iniziativa promossa dal Wef per piantare mille miliardi di alberi in dieci anni. Ma il suo negazionismo climatico si pone in netto contrasto con la lettera cofirmata dal fondatore Klaus Schwab, dal Ceo di Bank of America Brian Moynihan e dal numero uno del gruppo chimico olandese Dsm, in cui si chiede a tutte le aziende partecipanti di impegnarsi a raggiungere emissioni zero entro il 2050 o prima. Una lettera che si chiude con un ringraziamento anticipato per la «considerazione e leadership nell’aiutare il mondo ad affrontare questa urgente questione globale» Trump ha preferito sottolineare che gli Stati Uniti sono diventati «di gran lunga» il maggior produttore mondiale di petrolio e gas, invitando gli europei a comprare energia dalla sponda americana anziché da altri Paesi.
Un invito che lascia trasparire quello che sarà uno dei punti focali di ogni eventuale futuro accordo tra Stati Uniti ed Unione Europea , al quale appare verosimile che Trump voglia replicare quanto applicato nel caso della recente intesa parziale con la Cina. Una intesa da lui elogiata fino al punto da proclamare che ora i rapporti tra Usa e Cina sono i migliori di sempre.
‘‘ Wall Street è ai massimi Il sogno americano è tornato più forte e più grande che mai
‘‘ Siamo grandi produttori di petrolio e di gas, l’Europa deve comprare di più dagli Stati Uniti