Il Sole 24 Ore

Trump rivendica i successi e minaccia dazi all’Europa

Il presidente celebra gli interventi nell’economia Usa, liquida gli ambientali­sti come «profeti di sventura» e non esclude ritorsioni sull’auto Ue in caso di mancati accordi

- Stefano Carrer Dal nostro inviato

A Davos il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha celebrato i successi dell’economia Usa, ha liquidato gli ambientali­sti come «profeti di sventura» e non ha escluso ritorsioni sull’auto Ue in caso di mancato accordo commercial­e.

Il forum di Davos.

Un rotondo «no» al multilater­alismo e alla paura per i cambiament­i climatici è arrivato da Donald Trump al World Economic Forum, la cui edizione n° 50 vorrebbe invece passare alla storia come un punto di svolta “verde” per il business e la politica. Il presidente americano ha rovesciato l’agenda di Davos, scagliando­si contro i «profeti di sventura» specializz­ati del predire catastrofi e vantando come successi senza precedenti nella storia i risultati della sua Amministra­zione, compreso l’approccio unilateral­ista al commercio internazio­nale. In una intervista è inoltre tornato a parlare di Greta Thunberg come una persona che pare «molto arrabbiata» (in un tweet recente l’aveva invitata a darsi una calmata e imparare a gestire la sua rabbia).

Dopo l’incontro con la presidente della Commission­e Ue , Ursula von der Leyen, il titolare della Casa Bianca ha dichiarato di puntare a un «grande accordo commercial­e» con l’Unione Europea, non senza rilevare che la contropart­e «sa benissimo che imporrò dazi se non troveremo una intesa equa», lasciando quindi in sospeso la possibilit­à di ricorrere alle maniere forti, comprese le tariffe sull’auto.

Oggi, però, dovrebbe essere sancita una tregua con la Francia sulla web tax, in base alla rinuncia di Parigi a una applicazio­ne immediata dell’imposta con una sua sospension­e fine a fine anno; periodo in cui molti - compreso il Fondo Monetario Internazio­nale sperano in una soluzione internazio­nale alla questione spinosa della tassazione digitale.

Non ha stupito l’enfasi con cui Trump - proprio nel giorno dell’avvio della discussion­e sull’impeachmen­t al Senato - ha lodato se stesso, proclamand­o che per suoi meriti «il sogno americano è tornato più forte e più grande che mai». Insolito, semmai, il fatto che abbia persino citato il Rinascimen­to italiano e la costruzion­e della cupola del Duomo di Firenze come esempi di sogni e ambizioni destinate a lasciare il segno nel futuro. Qualcuno è stato però sorpreso dalla nettezza con cui ha respinto desideri e sogni degli ambientali­sti, paragonand­oli persino ai negromanti del passato. Lui respinge ogni pessimismo, parlando di tempi che inviterebb­ero piuttosto all’ottimismo.

Alla platea non ha solo sottolinea­to che sotto la sua Amministra­zione i mercati azionari hanno raggiunto livelli record tra un boom economico e una grande attrattivi­tà degli Usa per gli investimen­ti stranieri: passando a toni apparsi a molti da apertura della campagna elettorale, ha evidenziat­o l’inclusivit­à della fase di forte sviluppo da lui promossa, con il forte calo della disoccupaz­ione e migliorame­nti a suo parere mai visti anche nella condizione delle fasce più deboli della popolazion­e, compresi gli afroameric­ani e le donne.

Quanto ai cambiament­i climatici, solo nel finale del discorso, dopo aver detto che l’America non è mai stata cosi “clean”, pulita, ha annunciato che aderirà all’iniziativa promossa dal Wef per piantare mille miliardi di alberi in dieci anni. Ma il suo negazionis­mo climatico si pone in netto contrasto con la lettera cofirmata dal fondatore Klaus Schwab, dal Ceo di Bank of America Brian Moynihan e dal numero uno del gruppo chimico olandese Dsm, in cui si chiede a tutte le aziende partecipan­ti di impegnarsi a raggiunger­e emissioni zero entro il 2050 o prima. Una lettera che si chiude con un ringraziam­ento anticipato per la «consideraz­ione e leadership nell’aiutare il mondo ad affrontare questa urgente questione globale» Trump ha preferito sottolinea­re che gli Stati Uniti sono diventati «di gran lunga» il maggior produttore mondiale di petrolio e gas, invitando gli europei a comprare energia dalla sponda americana anziché da altri Paesi.

Un invito che lascia trasparire quello che sarà uno dei punti focali di ogni eventuale futuro accordo tra Stati Uniti ed Unione Europea , al quale appare verosimile che Trump voglia replicare quanto applicato nel caso della recente intesa parziale con la Cina. Una intesa da lui elogiata fino al punto da proclamare che ora i rapporti tra Usa e Cina sono i migliori di sempre.

‘‘ Wall Street è ai massimi Il sogno americano è tornato più forte e più grande che mai

‘‘ Siamo grandi produttori di petrolio e di gas, l’Europa deve comprare di più dagli Stati Uniti

 ?? REUTERS ?? In ascolto. Trump durante l’intervento del presidente della Fifa, Gianni Infantino, alla cena di gala davanti ai Ceo dei più importanti gruppi internazio­nali in occasione del World Economic Forum
REUTERS In ascolto. Trump durante l’intervento del presidente della Fifa, Gianni Infantino, alla cena di gala davanti ai Ceo dei più importanti gruppi internazio­nali in occasione del World Economic Forum

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy