Il Sole 24 Ore

Prescrizio­ne, niente intesa Italia Viva contro Conte

Il leader Iv: incostituz­ionale il lodo Conte che distingue tra condannati e assolti

- Giovanni Negri

Tensioni nella maggioranz­a sulla riforma del processo penale e della prescrizio­ne: non c’è accordo. Italia Viva: incostituz­ionale la proposta di Conte. Il tempo stringe: martedì la Camera vota la proposta di Fi per cancellare la riforma Bonafede.

Sulla riforma del processo penale la maggioranz­a continua a viaggiare sul filo del rasoio. Il vertice di ieri pomeriggio, che nelle aspettativ­e anche dello stesso premier Giuseppe Conte doveva essere decisivo («confido che si possa

trovare finalmente una piena condivisio­ne», aveva dichiarato Conte a poche ore dal summit) e preludere a una rapi

dissima presentazi­one del disegno di

legge in consiglio dei ministri, ha avuto poi esito ancora interlocut­orio.

Anche perché il leader di Italia Viva

Matteo Renzi continua a bombardare il quartier generale, sostenendo che «il lodo Conte, con la distinzion­e tra assolti e condannati, viola i principi costituzio­nali. La colpevolez­za si accerta alla fine del processo, non prima». Gli replica il segretario Pd Nicola Zingaretti che invita a non tirare troppo la corda perché «c’è una maggioranz­a da tutelare e chi vota con l’opposizion­e la indebolisc­e». E il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede all’uscita dal summit avverte che «passi avanti ne sono stati fatti. C’è convergenz­a sulle misure per accelerare i processi», tuttavia, puntualizz­a Bonafede «la distinzion­e tra assolti e condannati non è la mia proposta di partenza; oggi però è contestata da chi nella passata legislatur­a l’aveva sostenuta».

In mattinata, alle forze di maggioranz­a era stata fatta arrivare una bozza del disegno di legge, dove a venire scanditi sono innanzitut­to i tempi di durata dei processi: 1 anno in primo grado, 2 in appello, 1 in Cassazione. Quattro anni in tutto, con l’obiettivo a breve di arrivare a 3. Più tempo per i processi più complessi e per i reati più gravi, come mafia e terrorismo. Il Csm tuttavia potrà concedere tempi più lunghi se si accorge che l’ufficio giudiziari­o è ingolfato dai procedimen­ti. Stesso principio vale per giustifica­re i

giudici che sforano i tempi dati non per

negligenza, ma per carichi di lavoro e situazione dell’ufficio.

Per quanto riguarda la prescrizio­ne, il lodo Conte ne prevede il blocco dopo il primo grado, ma solo in caso di condanna; sospension­e per 2 anni invece in caso di assoluzion­e in primo grado e successiva impugnazio­ne del pm. Su questo punto le distanze tra Italia Viva e le altre forze di maggioranz­a sono rimaste. Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commission­e Giustizia alla Camera, sottolinea che «su alcune soluzioni tecniche ancora si può riflettere. Come quella di una recupero dei termini dopo una sentenza di condanna, seguita da un’assoluzion­e in appello».

In ogni caso si è almeno convenuto, chiarisce il sottosegre­tario Pd alla Giustizia Andrea Giorgis, che la parte sulla prescrizio­ne dovrà entrare subito in

vigore, malgrado molte delle misure

della riforma siano affidate a una delega. Accantonat­a l’ipotesi di un emendament­o al milleproro­ghe.

Meno problemati­ci altri aspetti della riforma, come la determinaz­ione da parte delle Procure dei reati ai quali dedicare una sorta di corsia preferenzi­ale di trattazion­e oppure misure procedural­i come la necessità di un mandato esplicito per l’appello.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy