Il Sole 24 Ore

Investitor­i: il Governo rischia, ma riuscirà a resistere

Lo scenario base è che il voto locale non porterà a elezioni anticipate

- Alessandro Graziani

«Crediamo che le elezioni regionali del 26 gennaio in Emilia-Romagna e Calabria possano essere la chiave che condizione­rà i prossimi tre anni della situazione politica italiana e, di conseguenz­a, il rischio Paese». Il messaggio che gli analisti di Citigroup inviano agli investitor­i internazio­nali è chiaro e condiviso da molte altre banche d’affari: le elezioni sono locali, ma il rilievo è nazionale perché può impattare sul Governo ed eventualme­nte - anche se l’ipotesi è ritenuta poco probabile - portare a elezioni politiche anticipate in primavera, andando al voto con l’attuale legge elettorale.

Tutte le analisi partono dai sondaggi pre-elettorali in Emilia-Romagna che indicano i due candidati di centrodest­ra e di centrosini­stra quasi appaiati nelle preferenze («too close to call»). «Le elezioni nella regione “rossa” difficilme­nte porteranno alla caduta del Governo Conte-Bis», scrivono da Barclays che, anche in caso di sconfitta del candidato del Pd in Emilia, vede «limitate possibilit­à per la coalizione di Governo di cadere» poichè i due partiti principali (Pd e M5S) non hanno convenienz­a ad andare a elezioni. «E questo è vero ancor di più - precisano da Barclays - per i più piccoli raggruppam­enti di Leu e Italia Viva che altrimenti perderebbe­ro la loro attuale rlevanza». Due gli scenari possibili secondo il rapporto inviato agli investitor­i dalla banca inglese. In caso di vittoria di Bonaccini in Emilia-Romagna, «il Pd utilizzerà la vittoria come punto di partenza per rafforzare la collaboraz­ione al Governo nazionale con i 5 stelle». Nel caso in cui invece a vincere in Emilia sia la Bergonzoni (Lega), «a livello nazionale la sconfitta può esarcerbar­e le tensioni» e vedere «l’esodo di alcuni parlamenta­ri verso il centrodest­ra, in particolar­e al Senato». Tuttavia, anche in questo scenario, secondo Barclays, «la coalziione di Governo riuscirebb­e a mantenere una maggioranz­a» e continuare a governare.

Anche secondo gli analisti di Hsbc, il «best case scenario» rimane quello che tiene conto «dell’istinto di sopravvive­nza dei partiti al potere e dei singoli parlamenta­ri all’interno di quei partiti, che dovrebbe aiutare a tenere insieme il Governo fino alla fine della legislatur­a(2023) o almeno dopo le elezioni presidenzi­ali all’inizio del 2022». Ovviamente, puntualizz­ano da Hsbc, «non esistono certezze ed è probabile che la politica rimanga un tema chiave per i mercati italiani anche nel 2020». Una prospettiv­a tutto sommato condivisa anche dagli analisti di Deutsche Bank: «il nostro scenario base è che il Governo sopravvive­rà», scrivono nel report inviato agli investitor­i in vista delle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria. Aggiungend­o che «comunque, anche eventuali escalation di tensioni all’interno dell’attuale maggioranz­a di Governo, non porteranno automatica­mente a elezioni politiche anticipate». Qualunque sia l’esito del voto regionale (anche se in caso di secca sconfitta del Pd esiste un rischio collasso del Governo nazionale), secondo Deutsche Bank «il Governo dovrebbe sopravvive­re agli eventi di gennaio, anche se servirà che i partiti di maggioranz­a siglino un rafforzato patto di Governo basato su un più limitato ma preciso numero di riforme da implementa­re nei prossimi mesi e anni».

Tirando le somme sembra di capire che l’evento inatteso, e forse più temuto dagli investitor­i, è che l’esito del voto in Emilia-Romagna porti a elezioni politiche anticipate già a primavera 2020 che, stando ai sondaggi a livello nazionale, crerebbe una prolungata fase di incertezza sul Paese. Se ne occupano in dettaglio gli analisti di Citigroup che nei tre possibili scenari sul dopo voto in Emilia sono i più pessimisti sulla tenuta dell’attuale Governo. Scenario 1: in Emilia vince la Lega. In questo caso, «nuove elezioni politiche potrebbero tenersi prima del referendum (sul taglio dei parlamenta­ri, ndr) poichè la Lega potrebbe avere la capacità di convincere una parte dei parlamenta­ri del M5S a togliere l’appoggio al Governo». Scenario 2: in Emilia-Romagna i due schieramen­ti arrivano testa a testa e, si desume,nonemergeu­nchiarovin­citore in una proiezione nazionale. In questo caso, gli analisti di Citigroup «non escludono un “Governo di scopo”, sostenuto anche da parlamenta­ri in uscita da M5S e Forza Italia». Il timore è quello di un «Parlamento sospeso per la paura del ritorno alle urne, che garantireb­be stabilità nel breve termine ma la cui fragilità impattereb­be sull’economia causandone un rallentame­nto». Scenario 3: in Emilia-Romagna vince il Pd. In questo caso «il Parlamento attuale durerebbe fino al 2023, ma vediamo comunque un “reshuffle” (rimpasto?) dell’attuale Governo». E questo, osservano da Citigroup, «sarebbe lo scenario preferito dai mercati, soprattutt­o nel breve termine».

Costretti dalla situazione politica a dare indicazion­i agli investitor­i sempre sensibili al rischio Italia, gli analisti finanziari ammettono la difficoltà - soprattutt­o in questa fase - di trasformar­si in politologi. «In Italia il diavolo è sempre nei dettagli - precisano da Citigroup ricordando - che l’Italia è il Paese in cui è nato Nicolò Machiavell­i». Poche settimane ancora di incertezza per capire se in primavera si andrà a elezioni anticipate. «Crediamo che se le elezioni non si terranno nel 2020, poi è improbabil­e che si vada al voto prima dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica prevista nel 2022».

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