Boccia: le concessioni non diventino un caso politico
Le infrastrutture devono essere priorità. C’è grande attenzione dalla De Micheli
«La questione autostrade non può e non deve diventare un caso politico, per l’immagine del Paese nel mondo». Lo ha sottolineato ieri il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, parlando, a margine dell’assemblea pubblica degli industriali di Genova, della possibile revoca delle concessioni autostradali ad Autostrade per l’Italia, controllata dal gruppo Atlantia. «Stiamo parlando – ha aggiunto - di una società quotata (Atlantia, ndr). Occorre entrare nel merito delle questioni economiche e delle penali. Le sentenze vanno fatte dalla magistratura».
Un’affermazione in linea con quanto argomentato anche dal presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini. Il quale ha chiosato: «Un’eventuale revoca ad Aspi della concessione è un pasticcio, a mio modo di vedere. Significherebbe passare 7mila dipendenti ad Anas per poi aspettare la nuova gara? Una follia. E dopo la nazionalizzazione di autostrade e ponti passiamo a quella di porti, acque ed energia e torniamo indietro di 50 anni? Autostrade ha le sue responsabilità, ci penserà la magistratura».
Sempre sul fronte delle infrastrutture e in merito alla necessità di un piano per l’Italia, in questo campo, Boccia ha dato atto che «alcune cose sono state fatte. C’è una grande attenzione da parte del ministro Paola De Micheli». Tuttavia, ha proseguito il numero uno degli industriali, «stiamo indicando al Governo che questo non può essere solo nell’attenzione di un ministro. Ma deve essere un grande progetto Paese e la grande priorità del Governo».
In merito poi all’intervento dell’Esecutivo sul taglio del cuneo fiscale, il leader di Confindustria ha affermato che «è un primo passo.
Occorre ora andare avanti con un piano d’inclusione di giovani e donne nel mondo del lavoro e costruire le condizioni per la crescita, a partire da una grande dotazione infrastrutturale del Paese, avendo somma attenzione al debito pubblico, che chiaramente non deve crescere».
Quanto alle stime sul Pil italiano del Fondo monetario internazionale (+0,5% nel 2020 e +0,7% nel 2021), Boccia ha detto che mostrano una «crescita timida; dobbiamo ambire a molto di più e pensare alla grande. Non possiamo accontentarci di questi numeri, che sono positivi se guardiamo indietro ma sono poca cosa se guardiamo avanti».