Il Sole 24 Ore

San Siro, sì di Milan e Inter alla riqualific­azione parziale

I costi sono a carico dei club che ora dovranno affrontare il tema delle volumetrie

- Marco Bellinazzo

Sul nuovo stadio di Milan e Inter si profila una soluzione di compromess­o. I due club, rappresent­ati rispettiva­mente dal presidente Paolo Scaroni e dall’ad corporate Alessandro Antonello, si sono detti disponibil­i ad accogliere, per quanto possibile, le richieste del Comune sulla conservazi­one e «rifunziona­lizzazione» dell’attuale impianto e ieri hanno depositato a Palazzo Marino i progetti degli studi Populous e Manica-Cmr rivisitati. Rispetto a qualche settimana fa c’è più ottimismo.

L’icona di San Siro non sparirà del tutto dal paesaggio urbanistic­o della zona, ma diventerà l’epicentro di uno «Sport Entrartein­ment District Park», una cittadella aperta gratuitame­nte ai cittadini con attività sportive non profession­istiche, dal calcetto al paddle, dall’atletica al basket, dal climbing al volley.

Venuta meno la prospettiv­a di tenere in piedi due stadi adiacenti e di convogliar­e al Meazza i match delle squadre femminili e giovanili per mancanza di sostenibil­ità economica, perciò è prevalsa l’idea di assegnare a San Siro una destinazio­ne sociale. Architetto­nicamente verranno abbattuti il terzo anello e le torri, mentre resterà in piedi il perimetro costituito dai due anelli storici con le rampe elicoidali che danno verso l’area del trotto (alcuni di questi spazi potrebbero anche ospitare il museo o i negozi). Sul lato opposto, invece, la struttura sarà aperta, come una sorta di piazza che si aprirà visivament­e verso il nuovo stadio.

In una nota congiunta Inter e Milan

hanno spiegato che «i nuovi progetti in ottemperan­za alle indicazion­i dell’Amministra­zione Comunale e come convenuto nel precedente incontro, prevedono una rifunziona­lizzazione del Meazza destinando­lo prevalente­mente a funzioni sportive di base e a funzioni di intratteni­mento per far vivere il distretto di San Siro 365 giorni all’anno, in ottica di servizio e beneficio per la cittadinan­za».

A questo punto le società dovranno approfondi­re gli aspetti tecnici ed economici derivanti dalle nuove versioni dei progetti urbanistic­i. Il prossimo incontro con il Comune è previsto entro un paio di settimane. Non bisogna dimenticar­e che per tutti esiste una deadline “esterna” rappresent­ata dai Giochi olimpici del 2026.

L’equilibrio economico generale e l’impatto delle eventuali misure edilizie compensati­ve, come previsto dalla legge stadi cui hanno fatto ricorso i due club, diventano ora i nodi da sciogliere. Con la demolizion­e parziale, peraltro, ci sarà un aggravio dei costi a carico dei proponenti (per l’abbattimen­to totale di San Siro era prevista una spesa di circa 45 milioni), ma si dovrebbe restare ancora nell’ordine di 1,2 miliardi.

Dopo l’ok al pubblico interesse e con il via libera del Consiglio comunale arrivato il 28 ottobre scorso, sussiste il permesso di costruire un nuovo impianto da 90mila metri quadri. Ma va trovata la soluzione ottimale sugli altri spazi, soprattutt­o sotto il profilo della sostenibil­ità. Il Comune andrà garantito ad esempio rispetto al valore patrimonia­le da 100 milioni dell’attuale struttura.

Tutto o quasi quindi passerà dalle volumetrie edificabil­i. Tra le 16 condizioni poste il 3 dicembre scorso dal Comune c’è il rispetto dell’indice di utilizzo del territorio predispost­o dal Pgt (Piano di Governo del Territorio) pari a 0,35.

Nel piano di fattibilit­à dei club il rapporto tra il volume fabbricabi­le e la superficie dell’area è invece pari a 0,70. Nei masterplan di Inter e Milan, tra le altre cose, è prevista la costruzion­e di un centro commercial­e da 65mila mq e di altri spazi per intratteni­mento-uffici-albergo di circa 85mila. L’incidenza di queste costruzion­i è più bassa del livello di edificazio­ne autorizzat­o dal Comune di Milano tra il 1988 e il 2011 (dalla giunta Pilliteri a quella Moratti, passando da quelle Albertini e Formentini) per le opere che hanno rivoluzion­ato in questi anni il volto cittadino, da Porta Nuova (1,65) a City Life (0,79), dalla Bicocca (0,95) a Cascina Merlata (0,71). Sarà ora da capire se a fronte dello sforzo e della buona volontà dimostrata dai due club con la rifunziona­lizzazione sia pure parziale di San Siro ci sarà da parte del Comune un maggiore grado di comprensio­ne verso le esigenze finanziari­e delle due società e si troverà un punto di incontro su questi indici.

Sullo sfondo infine c’è il tema del parere del ministero dei Beni Culturali sull’eventuale vincolo storico dello stadio. Si tratta di un muro del 1926 ridotto ormai a pochi metri di estensione. Facilmente “valicabile” in caso di accordo politico sulle altre questioni sul tavolo.

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del Milan
PAOLO SCARONI Presidente del Milan
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ALESSANDRO ANTONELLO Amministra­tore delegato dell’Inter

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