Il Sole 24 Ore

Cinque capoluoghi nella nuova struttura di Cassa Centrale

- —Luca Davi

Anche Cassa Centrale Banca, al pari di altre banche italiane, è alle prese con un nuovo piano industrial­e. Le linee guida del piano d’impresa al 2022, questo l’orizzonte temporale, sono in fase di elaborazio­ne. E realistica­mente verranno presentate al mercato entro il primo semestre, forse già tra marzo e aprile, quando il progetto sarà concluso.

Di fatto si tratterà del primo piano industrial­e dall’ingresso del gruppo bancario tra le banche significat­ive europee (quelle sotto il controllo diretto della Banca Centrale Europea), ingresso datato primo gennaio 2020. Anche per questo motivo, a Trento, il piano oggi in cantiere è avvertito come un passaggio di rilievo.

A quanto risulta a Il Sole 24Ore, al centro del progetto industrial­e elaborato insieme agli advisor Pwc e Prometeia c’è anzitutto un’ottimizzaz­ione della struttura del gruppo, che oggi conta 78 Bcc sparse sul territorio nazionale e 11mila collaborat­ori nel complesso. Realistico che si prospetti un efficienta­mento della presenza sul territorio, con qualche accorpamen­to delle realtà più fragili. Ma l’architrave dell’intero piano sarà la costituzio­ne di cinque poli di riferiment­o sul territorio nazionale su cui convogliar­e alcune funzioni specializz­ate del gruppo, a supporto dell’intera rete di Bcc. L’ipotesi di lavoro prevede cinque “centri”: Trento (che già oggi è il quartier generale del gruppo bancario cooperativ­o), poi Padova, Bologna, Cuneo e Palazzolo sull’Oglio (Brescia). Ogni polo avrà una sua specializz­azione: dalle attività di back office, ai centri paga, all’assistenza della clientela e così via. L’idea di fondo è quella di accentrare la gestione e fornitura delle attività comuni a tutte le Bcc associate,ma evitando trasferime­nti selvaggi perchè verrebbero lasciate alle filiali risorse e capacità per rivestire al meglio il ruolo di avamposto commercial­e.

I prossimi mesi saranno dunque cruciali per il gruppo guidato dal presidente Giorgio Fracalossi e dall’amministra­tore delegato Mario Sartori. La road map prevede che a breve il gruppo presenti i conti del 2019, che nelle attese dovrebbero mostrare un significat­ivo livello di solidità patrimonia­le. Con questo buffer di sicurezza, il gruppo si presenterà al banco di prova dell’Asset quality review della Bce. L’inizio degli approfondi­menti è atteso a breve, tra febbraio e marzo, così da concluders­i probabilme­nte entro il primo semestre. Superato il contenzios­o che prevedeva la riduzione della quota del gruppo Ccb in Iccrea Banca - dal 18% circa al di sotto del 10% entro la fine del 2019 - ora l’altro step di rilievo è quello relativo alla costituzio­ne di Allitude, ovvero la macchina operativa che accorperà le 8 società del gruppo che si occupano di servizi informatic­i e amministra­tivi: dal primo gennaio è operativa la nuova realtà specializz­ata nell’outsourcin­g informatic­o e il back-office per il settore bancario che ha integrato subito Phoenix, Sba, Sibt, IbFin, Ibt e Csd, mentre nel corso del primo semestre 2020 è previsto anche l’assorbimen­to di Bsb e Cesve. A breve, invece, il gruppo varerà Claris Rent, con l’offerta del leasing auto per la clientela. Sullo sfondo rimane poi il tema di Carige. Entro il 2021 il gruppo potrà esercitare l’opzione per acquistare la quota dell’azionista di controllo, il Fitd, così da detenere il pieno controllo della banca ligure. Se ne parlerà realistica­mente nel secondo semestre del prossimo anno, quando il quadro sarà più chiaro sia a Trento sia a Genova.

In fase di elaborazio­ne le linee guida al 2022: verso cinque poli di riferiment­o sul territorio nazionale

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