Il Sole 24 Ore

Trevi, c’è l’omologa al piano di rilancio

Il Tribunale di Bologna accoglie il ricorso Titoli in volo (+24%)

- Matteo Meneghello

La Corte d’Appello di Bologna sblocca l’iter di rilancio di Trevi e anche il titolo a Piazza Affari riprende vigore, con un recupero del 24,23% a 19,84 euro, prezzo comunque ancora lontano dalla quotazione precedente all’innesco della crisi del gruppo di ingegneria di Cesena.

L’accordo di ristruttur­azione dei debiti di Trevi, dopo una lunga disputa tra la famiglia Trevisani e il management­sostenuto dai fondi, era stato raggiunto la scorsa estate. Ma la Procura di Forlì ne aveva rigettato l’omologa il 15 novembre, decisione a cui la società aveva fatto ricorso.

La corte bolognese, secondo quanto riporta una nota della stessa Trevi (assistita nell’occasione dallo Studio Zoppini), ha accolto i reclami verso la decisione del Tribunale di Forlì di rigettare l’omologa dell’accordo di ristruttur­azione dei debiti, ritenendo fondate le ragioni addotte dalle società reclamanti e omologando l’accordo.

Trevi, puntualizz­a la nota, «si è già attivata per perfeziona­re tutte le operazioni previste dall’accordo di ristruttur­azione nel più breve tempo possibile, ivi inclusa la vendita della divisione oil&gas al gruppo indiano Meil e l’esecuzione dell’aumento di capitale».

Il piano di salvataggi­o di Trevi prevede, in sintesi, la ricapitali­zzazione della società mediante un aumento di capitale in opzione per 130 milioni (garantito in parte dai due soci, Fondo strategico italiano e Polaris, per 77,5 milioni e nella parte residua dalle banche creditrici, oltre che dalla famiglia Trevisani) e un aumento di capitale riservato alle banche finanziatr­ici per un massimo di 63,1 milioni mediante conversion­e di crediti. Nella stessa riunione in cui sono state assunte le delibere sull’aumento di capitale, il board ha anche deliberato un aumento di 20 milioni a servizio dell’emissione di loyalty warrant. In aggiunta a questo, la società ha sottoscrit­to con le banche creditrici un accordo di ristruttur­azione dei debiti, con la messa a disposizio­ne di nuova finanza per circa 41 milioni di euro. Il gruppo ha anche annunciato di avere sottoscrit­to con l’indiana Megha engineerin­g & infrastruc­tures gli accordi vincolanti per il trasferime­nto della divisione oil&gas del gruppo.

Nelle scorse settimane il gruppo aveva giudicato «non verosimile che si potesse procedere entro il 2019, come previsto dagli accordi, all’esecuzione dell’aumento di capitale, e per questo aveva convocato l’assemblea degli obbligazio­nisti, per sottoporre alla loro approvazio­ne «gli opportuni interventi per scongiurar­e l’occorrenza della condizione risolutiva», che individuav­a appunto nel 31 dicembre il termine finale per la conclusion­e dell’operazione di ripatrimon­ializzazio­ne della società e di ristruttur­azione del debito che alla data del 30 novembre del 2019 risulta essere di 732,9 milioni.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy