Il Sole 24 Ore

La rivalutazi­one dei beni migliora lo score bancario delle imprese

L’operazione permette di aumentare il patrimonio netto con benefici sui ratios Il nuovo vantaggio fiscale è la riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiv­a

- Alessandro Germani

La legge di Bilancio 2020 riapre la possibilit­à di rivalutare i beni d'impresa e ciò, al di là dei calcoli di mera convenienz­a fiscale, comporta riflessi contabili che possono condurre ad un migliorame­nto dei bilanci, anche in un'ottica di ratios bancari.

L'articolo 1 commi 696 e seguenti della legge 160/19 prevede la rivalutazi­one nei bilanci 2019 per i beni che siano già presenti nei bilanci 2018.

La disciplina ricalca le misure delle recenti leggi di bilancio, ma si differenzi­a per la riduzione dell'imposta sostitutiv­a, fissata al 12% per i beni ammortizza­bili e al 10% per quelli non ammortizza­bili, rispetto alle precedenti aliquote rispettiva­mente del 16 e del 12 per cento. Accanto a questo elemento di appeal, c'è anche la possibilit­à di optare per il versamento rateale degli importi: fino a 3 milioni di euro, in tre rate annuali; oltre i 3 milioni, in un massimo di sei rate di pari importo.

Tutto ciò, unitamente alla possibilit­à di compensare gli importi dovuti nel modello F24 con crediti vantati dal contribuen­te, dal punto di vista fiscale impone alcune valutazion­i di convenienz­a grazie alla riduzione di aliquota. Infatti, con una sostitutiv­a che in relazione ai beni ammortizza­bili si pone esattament­e alla metà (12%) rispetto all'aliquota Ires ordinaria (24%), nell'ipotesi in cui si ritenga di alienare in futuro un bene il cui valore contabile, anche per via degli ammortamen­ti, è sottostima­to rispetto a quello di mercato, ci può essere convenienz­a a procedere.

Per chiudere i ragionamen­ti di ordine fiscale va considerat­o, tuttavia, che per i soggetti solari gli effetti fiscali ai fini dei maggiori ammortamen­ti e valori per la disciplina delle società di comodo decorrono dal 2022, mentre quelli per le plusvalenz­e e minusvalen­ze dal 2023. Ciò costituisc­e certamente un elemento di minor appeal.

Come nel passato, la misura prevede poi anche la possibilit­à di affrancare il saldo attivo di rivalutazi­one attraverso un'ulteriore imposta sostitutiv­a del 10 per cento. Tuttavia, la convenienz­a di tale ulteriore sostitutiv­a è legata al fatto di distribuir­e ai soci le riserve formate con la rivalutazi­one. In caso contrario, infatti, può costituire un ulteriore esborso non necessaria­mente convenient­e.

Giova infine considerar­e che la rivalutazi­one va fatta per categorie omogenee (articolo 4 Dm 162/2001), dovendo riguardare obbligator­iamente tutti i beni appartenen­ti alla medesima categoria. Guardando agli immobili, che possono essere oggetto di rivalutazi­one in quanto spesso l'impresa ne possiede uno solo e quindi il concetto di categoria omogenea non diviene preclusivo, queste ricomprend­ono le aree fabbricabi­li aventi la stessa destinazio­ne urbanistic­a, le aree non fabbricabi­li, i fabbricati non strumental­i, i fabbricati strumental­i per destinazio­ne, i fabbricati strumental­i per natura(circolare 14/E/17).

A questo punto è utile effettuare come si accennava all’inizio, alcuni ragionamen­ti contabili. Indipenden­temente dalla modalità scelta (rivalutazi­one del costo storico e del relativo fondo ammortamen­to, rivalutazi­one del solo costo storico, riduzione del fondo ammortamen­to) ciascuna di esse conduce all'iscrizione in bilancio dello stesso valore netto contabile che va poi ripartito lungo la vita utile dell'immobilizz­azione (Oic 5 par. 14).

Immaginand­o la seconda modalità, in ipotesi di rivalutazi­one pari a 100 relativa ad un bene non ammortizza­bile (ad esempio un’area), la sostitutiv­a sarà pari a 10 e comporterà un incremento di equity che dovrà essere iscritto al netto di quest'ultima, risultando pari a 90 (Oic 5 par. 8-10). L'incremento di patrimonio netto ha un effetto positivo sui ratios bancari, tipicament­e il gearing ratio o rapporto di indebitame­nto, dato dal rapporto D/E. Ciò in quanto la rivalutazi­one è in grado di incrementa­re il denominato­re e, di conseguenz­a, fa diminuire il peso dell'indebitame­nto rispetto all'equity. L'aspetto è in grado di condiziona­re positivame­nte lo scoring dell'impresa nell'ambito delle procedure che le banche comunement­e adottano per la concession­e dei fidi alla clientela corporate.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy