Il Sole 24 Ore

Il palladio scivola dopo i rialzi record: +25% da inizio anno

Dopo il rally da primato l’ipotesi di una bolla finanziari­a solleva dubbi

- Sissi Bellomo

L abolla del palladio sta forse cominciand­oad esplodere, ammesso che di bollasi tratti. Le quotazioni del metallo sono scese di oltre il 4% nella seduta di ieri, la peggiore da agosto 2018, ripiegando­sotto 2.390 dollari l’oncia: uno scivolone che potrebbe segnare un’ inversione dirotta dopo un rally che sembrava inarrestab­ile e che aveva preso ulteriore forza nelle ultime settimane. Il palladio–piùche raddoppiat­o di valore nel giro di un anno e quintuplic­ato dal 2015– si è apprezza todi quasi il 25% nel 2020. Lunedì ha aggiornato il record storico a 2.577,27$/ oncia: un prezzo che ormai supera di oltre 1.000$ quello dell’ oro( sorpassato­nel dicembre 2018) e che è paria una volta e mezza quello del platino, metalloche ha caratteris­tiche e impieghi simili, nelle marmitte catalitich­e.

Il platino è preferito per le motorizzaz­ioni diesel, sempre meno amate dagli automobili­sti, mentre il palladio è più utilizzato nei dispositiv­i per veicoli a benzina, per cui è stato adottato negli anni ’70, quando i rapporti di prezzo tra i due metalli erano invertiti. Prima o poi i rincari stratosfer­ici del palladio dovrebbero indurre a riconsider­are il platino, ma per ora non ci sono evidenze di sostituzio­ne nell’industria dei catalizzat­ori. Proprio per questo molti analisti ritengono che il prezzo possano continuare a correre. La domanda fisica è cresciuta molto, prima per effetto dello scandalo Dieselgate del 2015, poi per le specifiche ambientali più severe, che richiedono maggiori quantità di metallo nei catalizzat­ori. Di recente c’è stato un nuovo giro di vite anche Cina e i consumi corrono, nonostante la debolezza del settore automotive: a testimonia­rlo ci sono anche i tassi per il prestito di palladio, ai massimi da un anno, sopra il 20%. Dal 2012 a oggi però l’offerta mineraria, concentrat­a in Russia e Sudafrica, non è mai riuscita a soddisfare la domanda. Il deficit si aggira tuttora intorno a 700mila once, stima Standard Chartered.

A sostenere il palladio si sono insomma fattori concreti, anche se il rally sfida la gravità. Il dubbio è piuttosto se ci sia spazio per ulteriori rialzi. Molti analisti ritengono di sì. Tra questi Heffrey Currie di Goldman Sachs, secondo cui verrà testata la soglia dei 3mila $/oncia e il prezzo resterà alto almeno «finché i produttori di auto finalmente passeranno ad altri metalli preziosi».

Quella di ieri sarebbe dunque una correzione e non cambio di rotta. A screditare l’ipotesi di una bolla finanziari­a, secondo Ross Norman, ceo di Sharp Pixley, c’è anche un altro aspetto: «Gli speculator­i sono stati del tutto assenti in questa corsa al rialzo, il patrimonio degli Etf sul palladio negli ultimi due anni è diminuito di circa un milione di once».

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