# Ingannare
Sono così tanto semplici gli uomini, e tanto ubbidiscono alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare.
È una delle tante amare considerazioni sulla natura umana che costellano Il Principe di Machiavelli, «libro vivente, in cui l’ideologia e la scienza politica si fondono nella forma drammatica del mito», come lo definiva Antonio Gramsci. Due sono i vizi umani bollati dal Segretario fiorentino. Da un lato, c’è la «semplicità» che è sinonimo di candido egoismo, di scaltrezza ingenua, di faciloneria nel voler risolvere le «necessità presenti».
D’altro lato, scatta l’inganno di chi è astuto: egli stende la sua rete di illusioni e di soluzioni immediate così che l’altro, che si dibatte nelle sue difficoltà, si lasci irretire, come la mosca nella ragnatela. Machiavelli, nella sua freddezza quasi entomologica, semplicemente registra questo fenomeno che ingigantisce sia la schiera degli ingannatori sia quella delle prede. Sta a noi aggiungere un giudizio etico, soprattutto quando nell’epoca della cultura digitale il proliferare delle fake
news, delle lusinghe e dei miraggi avvolge una folla di utenti sempliciotti più che semplici. C’è, però, un corollario altrettanto certo formulato da un altro politico, Abraham Lincoln: «Potete ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo, ma non potete prendere per il naso tutti per tutto il tempo».